Il Divin Codino, il campione Roberto Baggio secondo Claudio Moretti (Newton Compton editori) | Recensione

claudio moretti

In uscita per la Newton Compton editori, Il Divin Codino. La storia di un campione dentro e fuori dal campo di Claudio Moretti racconta la vita e la carriera calcistica del grande  Roberto Baggio

Ci vuole coraggio nel ‘94 ad essere Baggio”, per citare i Pinguini Tattici Nucleari nella loro ultima hit. Purtroppo, i molti e soprattutto la nuova generazione, e quella che all’epoca di maggior splendore del grande campione era troppo piccola per ricordarsi dei suoi fasti, al nome di Roberto Baggio non possono fare altro che immaginare quella maledetta finale dei Mondiali del 1994, Brasile-Italia.

Stati Uniti, un caldo asfissiante e le due squadre finiscono ai rigori per aggiudicarsi la vittoria del titolo. E poi? E poi quell’errore clamoroso dal dischetto proprio di Roberto Baggio. Nonostante i suoi innumerevoli gol che lo hanno portato ad essere capocannoniere per anni, la sua tecnica vincente da “one man show”, la sua creatività in campo sempre palla al piede, e la facilità con la quale sembrava giocasse, è stato proprio quel rigore a definirlo, purtroppo, negativamente, ai posteri.

Eppure la sua carriera è stata così brillante da farlo essere ancora oggi uno dei migliori giocatori non solo italiani, ma del mondo. Roberto Baggio, il Divin Codino di Claudio Moretti è costruito esattamente per mettere finalmente, se ce ne fosse bisogno ancora, in risalto il suo grande talento e le gioie che ha regalato ai tifosi e al calcio italiano. Soprattutto ai tifosi, che prima di innamorarsi del suo gioco si innamoravano della sua persona. 

Baggio per Claudio Moretti: prima un uomo e poi un grande giocatore

L’empatia da gente di campagna, la semplicità delle poche parole, il suo sguardo dritto, a volte corrucciato, da eterno ragazzino che non voleva fare altro che giocare ed essere apprezzato.

Nato a Caldogno, Vicenza, sesto di otto figli, piccolo adulatore del brasiliano Zico, grande leggenda mondiale. Quale poteva mai essere il migliore passatempo per un bambino che sogna il calcio se non replicare le gesta dei propri idoli? Così, accanto a quei piccoli lavori agricoli che Roberto condivideva con il papà Florindo, c’era prima di tutto la scuola e il calcio. E poi il buddhismo, uno stile di vita più che una religione che lo aiutarono tante volte a sconfiggere i fantasmi della sua carriera.

Così l’autore Moretti, tra il racconto appassionato delle più importanti partite di Baggio, dei suoi gol e delle sue fantasie da mago ed esteta del pallone, vuole mettere il lettore al corrente dell’altro lato della medaglia: i pensieri, le preoccupazioni e le delusioni di un uomo, prima di essere giocatore.

Moretti racconta di Roby, un giovane futuro campione che si appresta ad esordire tra le fila del gran calcio con la Fiorentina. In Baggio, la febbre del “voler vincere” spesso ha camminato accanto a cocenti amarezze. Come i tanti infortuni, che avrebbero messo K. O. tantissimi giocatori, anche mentalmente. Ma che invece per Roberto Baggio sono stati motivi ulteriori per spingere ancora di più l’asticella in alto. fino alla fine della sua carriera, nel 2004 con la maglia del Brescia.

Una visuale molto importante del libro, raccontata con un entusiasmo di parte e sulla scia di malinconici ricordi, è il rapporto che Roberto Baggio ha avuto con i suoi allenatori.

Sia in nazionale, dove il suo estro veniva portato ai massimi livelli e dove Roberto amava giocare, che nelle grandi squadre italiane: Juventus, poi Milan e Inter, oltre al Bologna.

Da Trapattoni a Lippi, passando per il maestro Arrigo Sacchi, coach di quell’Italia del ‘94. Un rapporto molto spesso burrascoso, pieno di fraintendimenti, tra uomini esperti che tentavano di fare il meglio per la società in toto e Roby, un giovane eterno ragazzino che voleva solo giocare a calcio e vincere, un uomo che non ha mai smesso di cercare quella approvazione paterna anche sul campo da gioco, qualcuno che si fidasse completamente e senza remore.

Un modo di pensare puro, privo di macrostrutture, impensabile per un giocatore così di talento e paragonabile persino ai grandi Maradona o Pelé. Ciò che si legge in Roberto Baggio. Il Divin Codino di Claudio Moretti è che in Baggio non ha mai vinto la voglia di successo e gli squilibri di testa di un grande giocatore, ma unicamente la voglia di fare ciò che ha amato di più. Contro chi non ha creduto il lui o chi lo ha ostacolato o contro le sue sfortune, quelle di capitare quasi sempre nel momento sbagliato. Dietro tutto ciò, però, non è stato mai possibile nascondere il fatto che ancora oggi è uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi.

Altri articoli da non perdere
La signora delle storie, la riscoperta di Amy Witting
recensione de la signora delle storie

La signora delle storie è un romanzo scritto nel 1977 da Amy Witting, pseudonimo di Joan Austral Fraser, edito per Scopri di più

Antonio Manzini e L’amore ai tempi del Covid-19
Antonio Manzini

Antonio Manzini omaggia i lettori: L'amore ai tempi del Covid-19, il suo nuovo racconto, è scaricabile gratis In questo periodo Scopri di più

Cör, gli amori di Villa Artemisia di Martina Michelotti
Cör, gli amori di Villa Artemisia di Martina Michelotti

Cör, gli amori di Villa Artemisia è un libro di Martina Michelotti. Di questo e di molto altro abbiamo parlato Scopri di più

Manyoshu: la prima grande raccolta di poesie giapponesi
Manyoshu: 1° grande raccolta di poesie giapponesi

Il Manyoshu è la prima grande raccolta di poesie giapponesi e risale alla seconda metà del  secolo VIII. 'Manyoshu' sta Scopri di più

Giornata della memoria 2019: 4 libri da leggere e rileggere per non dimenticare
giornata della memoria

Il 27 gennaio, Giornata della memoria, è la ricorrenza internazionale in cui si commemorano le vittime dell'Olocausto: il 27 gennaio Scopri di più

Dante enigma: il romanzo-evento di Matteo Strukul
dante enigma

Dante enigma (Newton Compton editori), romanzo storico nato dalla penna di Matteo Strukul, noto ai più per essere l'autore della Scopri di più

A proposito di Ilaria Casertano

Nata a Napoli, laureata in Filologia moderna alla Federico II, giornalista pubblicista, social media manager. Ama i libri insieme alla scrittura, il giornalismo che pratica da anni, il disegno, ma più di tutto il cinema. Sogna di viaggiare, dovunque.

Vedi tutti gli articoli di Ilaria Casertano

Commenta