Madre Terra è il nuovo romanzo dedicato alle vicende del luogotenente Maurizio Nardi di Chiara Marchelli edito NN editore. Il primo romanzo della serie è Redenzione, uscito per NN nel 2020 e, sempre per la casa editrice milanese ha pubblicato Le memorie della cenere.
L’autrice è docente di scrittura creativa all’ Università di New York ed è editor, traduttrice e copywriter. Il suo primo romanzo, Angeli e cani, ha vinto il Premio Nazionale per la la donna scrittrice come Opera prima e il suo romanzo Le notti blu è entrato nella dozzina del Premio Strega nel 2017.
Madre Terra, la trama
Mirela Dragan è una donna romanì scomparsa a Volterra. A denunciarne la sparizione al luogotenente Nardi è suo marito Mazzino Taddei, ex pugile ,nato e cresciuto nel borgo toscano.
Il caso suscita immediato clamore, quasi proporzionale a quello suscitato dall’arrivo della strega rom anni prima. Nardi e il suo fidato Mileto scopriranno un microcosmo di maldicenze che hanno gravitato, gravitano e graviteranno intorno a Mirela Dragan, alla motivazione per cui ha lasciato la Romania, a suo figlio Yanko e al suo lavoro svolto nella chiesa di don Pasquale e ai suoi rapporti con le perpetue del paese.
Il romanzo intreccia i punti di vista del luogotenente, il suo sguardo freddo e chirurgico riguardo gli avvenimenti terribili che sconvolgono il borgo e i protagonisti di questa storia.
“Non la troverete mai”
Con la seconda indagine di Maurizio Nardi, Chiara Marchelli tratta un tema complesso che da lungo tempo infiamma la cronaca: il femminicidio.
La vittima non è stata uccisa per un atto di razzismo o per un caso, dal primo momento è comprensibile che tutti gli indagati provassero odio nei suoi confronti in quanto donna. Mirela è una donna emancipata e forte, che ha dovuto ricostruire la sua esistenza lontano dalle sue campagne, dalla vita che mangiava a morsi, danzando e ridendo sguaiatamente. Lo fa per se stessa e per Yanko, sperando di concedergli una vita migliore che non sembra arrivare mai.
Entrambi vengono marchiati appena varcata la soglia di Volterra, e lo saranno per sempre, fino alla fine dei giorni di Mirela.
Figlio del demonio e la strega, due metafore non banali che pervadono le pagine del romanzo, che sembra avere quasi un richiamo esoterico, ma che di magico non ha nulla; una prosa disincantata, oscura e selvaggia, che narra la realtà dei nostri tempi.
Il femminicidio di Mirela è un atto di violenza contro la femminilità stessa, l’incarnazione di un temperamento insubordinato alle etichette sociali imposte da una società bigotta.
Chiara Marchetti è stata in grado di fornire in un romanzo, appartenente alla categoria del giallo, caratterizzazione e umanità ai suoi personaggi, facendoci percepire una cittadinanza gretta, meschina e omertosa, incapace di accettare ciò che è diverso.
Madre Terra è una storia potente e inquietante, che pone il lettore davanti allo specchio di una violenza dilagante.
Immagine a cura di NN editore