Teatro elisabettiano: le caratteristiche

Teatro elisabettiano: le caratteristiche

Il teatro in Inghilterra è un fenomeno londinese già molto popolare intorno al 1600 (un esempio è il Globe). La caratteristica principale dei teatranti dell’epoca è quella di essere drammaturghi, attori ma anche shareholder (proprio come Shakespeare), ossia una sorta di azionista della compagnia in cui si mettono in scena i drammi. Il teatro elisabettiano è uno dei periodi più fiorenti del teatro britannico, e va dal 1558 al 1625.

Il teatro elisabettiano può avere diverse strutture architettoniche: ci sono gli outdoor theatres, ossia quelli che hanno una struttura circolare e in cui il palcoscenico è scoperto. Lo spazio ai lati del palcoscenico era destinato all’area in cui si vendevano i biglietti: coloro che stavano in piedi pagavano un prezzo minore rispetto a chi prendeva un posto a sedere. Sul palcoscenico c’erano due porte, una era quella da cui gli attori uscivano e l’altra era quella che portava nel luogo in cui dovevano cambiarsi, in quanto gli attori potevano interpretare anche più ruoli nello stesso spettacolo. L’altro tipo di struttura architettonica è l’indoor theatre, in cui sia gli spettatori sia gli attori erano al coperto, quindi il prezzo del biglietto aumentava perché c’era un numero minore di posti e questi erano tutti a sedere; quindi, questo tipo di teatro crea differenze tra chi può permettersi il teatro e chi no. Il posto più ambito era quello sul palcoscenico perché sembrava di essere parte dello spettacolo stesso.

Ovviamente c’era anche chi era contro la popolarità del teatro elisabettiano, in particolare Stephen Gosson sosteneva che portasse alla diffusione della peste; inoltre, comportava un miscuglio dei vari ceti sociali e questa cosa non era vista di buon occhio. In più era particolarmente diffusa in questi luoghi la prostituzione. Gli spettatori venivano chiamati da coloro che criticavano il teatro elisabettiano “stinkards”, cioè “i puzzolenti”: questo termine era riferito a coloro che acquistavano i biglietti più economici. Questo termine divenne così popolare che anche gli scrittori di opere teatrali iniziarono ad usarlo, mantenendone sempre il significato negativo. Nel 1775, Shakespeare, invece, usa un altro termine, ossia groundlings, riferito a coloro che a teatro stavano in piedi.

Gli attori del teatro elisabettiano erano sottoposti alla censura, infatti le opere teatrali dovevano essere controllate prima di essere messe in scena: non solo venivano controllate le scene ma anche gli attori, infatti spesso si riducevano le compagnie teatrali, tranne quelle finanziate dal Re e della Regina. Inoltre, il teatro elisabettiano è un teatro non illusionistico, cioè non permette di immedesimarsi nella scena, questo perché alcune scene sono ambientate di notte ma gli spettacoli venivano eseguiti in pieno giorno, quindi il pubblico doveva reggere la finzione.

Infine, un’altra caratteristica fondamentale del teatro elisabettiano è la personation, ossia il fatto che gli uomini potessero interpretare anche ruoli femminili. Coloro che interpretavano i ruoli femminili erano chiamati “boy actors”, essi erano, però, spesso oggetto di critica, soprattutto perché c’era una cultura profondamente patriarcale, quindi c’era la considerazione che queste interpretazioni rendessero effeminati.

Immagine in evidenza: Wikipedia

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