La filosofia della mente: coscienza, percezione e pensiero

Filosofia della mente

La filosofia della mente è lo studio dal punto di vista filosofico della mente e dunque degli atti, della coscienza e dei rapporti che intercorrono tra cervello, corpo e mondo circostante.

Filosofia della mente: definizione e campi di indagine

La filosofia della mente è una branca della filosofia che si occupa di studiare la natura della mente, dei fenomeni mentali, delle funzioni mentali, delle proprietà mentali, della coscienza e del loro rapporto con il corpo fisico, in particolare con il cervello. Si tratta di un campo di indagine molto vasto e complesso, che si interseca con altre discipline come le neuroscienze, la psicologia, la linguistica, l’intelligenza artificiale e la scienza cognitiva. Tra le questioni principali affrontate dalla filosofia della mente, troviamo: il problema del rapporto mente-corpo, la natura della coscienza e dell’intenzionalità, il libero arbitrio, l’identità personale, la natura delle emozioni e dei processi cognitivi.

I concetti chiave: coscienza, percezione e pensiero

Oggi, le neuroscienze considerano la mente come espressione della funzione del cervello e in quanto quest’ultimo è parte del corpo, analizzano la forte correlazione che c’è tra questi. Le facoltà umane collegate al pensiero sono molte e possono essere così categorizzate: intellettive, percettive, mnemoniche, intuitive e volitive.

Ma concentriamoci sui tre concetti fondamentali della filosofia della mente: la coscienza, la percezione e la natura del pensiero.

  • La coscienza è la consapevolezza che un soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno, con cui viene a contatto e il modo in cui lo stesso soggetto si rapporta alla propria identità e alle proprie attività interiori;
  • La percezione è l’atto di prendere coscienza di una realtà esterna, mediante stimoli sensoriali raccolti e reinterpretati.
  • E infine c’è la natura del pensiero, che indaga il rapporto tra essere umano e natura e mira a riflettere sull’equilibrio che si genera tra l’uomo e il suo habitat. In più, la natura del pensiero è costituita da processi intuitivi, psichici e intellettivi.

Il problema mente-corpo: un dibattito secolare

Uno dei problemi centrali della filosofia della mente è il cosiddetto problema mente-corpo, che riguarda la relazione tra i processi mentali e i processi fisici che avvengono nel cervello e nel corpo. Le posizioni in merito a questo problema sono molteplici, ma si possono ricondurre a due principali: il dualismo e il monismo.

Il dualismo: mente e corpo come entità separate

Il dualismo sostiene che mente e corpo sono due entità separate e distinte. Il principale sostenitore di questa posizione è stato Cartesio, secondo il quale la mente è una sostanza pensante (res cogitans) non estesa nello spazio, mentre il corpo è una sostanza estesa (res extensa) priva di pensiero. Tuttavia, il dualismo cartesiano si scontra con il problema di spiegare come queste due sostanze, così diverse tra loro, possano interagire.

Il monismo: mente e corpo come un’unica sostanza

Il monismo, al contrario, afferma che mente e corpo sono costituiti da un’unica sostanza. All’interno del monismo si distinguono diverse correnti, tra cui il materialismo (o fisicalismo), secondo il quale tutto ciò che esiste è materia, e quindi anche la mente è riducibile a processi fisici che avvengono nel cervello, e l’idealismo (o spiritualismo), secondo il quale tutto ciò che esiste è spirito o mente, e la realtà materiale è una sua manifestazione. Un’altra posizione monista è il funzionalismo, secondo il quale gli stati mentali sono definiti dal loro ruolo funzionale, cioè dalle relazioni causali che intrattengono con gli input sensoriali, gli output comportamentali e gli altri stati mentali.

La filosofia della mente da Cartesio a oggi: alcuni protagonisti

Un grande esponente della filosofia della mente è stato Berkeley, il quale sosteneva che le idee e i pensieri, nucleo di questa disciplina, sono l’unica realtà di cui possiamo fare esperienza. La dottrina di Berkeley, nota come immaterialismo o idealismo soggettivo, afferma che non esiste una realtà materiale indipendente dalla mente e che tutto ciò che esiste sono le idee nella mente di Dio.

Thomas Henry Huxley e il dibattito sull’inconscio

La dottrina di Berkeley è stata attaccata da un altro celebre filosofo, Thomas Henry Huxley. Il razionalismo di Huxley si basa sulla teoria dell’inconscio, che afferma che i processi mentali di cui gli uomini hanno coscienza sono solo una minima parte dell’intera attività mentale. È bene però specificare che il pensiero di quest’ultimo non può essere accettato nell’ambito della filosofia della mente, non avendo proposto ipotesi, teorie o riflessioni a riprova di ciò che affermava. Tuttavia, negli anni la sua linea di pensiero è stata rinsaldata dalla costante crescita della conoscenza circa le funzioni del cervello umano.

Sigmund Freud e la psicoanalisi

A questi pensatori si aggiunge Freud, il quale sebbene non abbia mai negato che la mente è una funzione del cervello, sosteneva che essa è dotata di una coscienza sua propria, della quale noi esseri umani non siamo consapevoli; che non è controllabile e alla quale possiamo accedere solo attraverso l’uso della psicoanalisi. La teoria dell’inconscio di Freud, fondatore della psicoanalisi, ha avuto un enorme impatto sulla cultura occidentale, influenzando non solo la psicologia e la psichiatria, ma anche la letteratura, l’arte e la rappresentazione della mente e dei suoi processi.

Jaegwon Kim e il problema mente-corpo

Tra i filosofi contemporanei che si sono occupati del problema mente-corpo, un ruolo di primo piano è svolto da Jaegwon Kim, il quale sostiene una posizione chiamata “riduzionismo non riduttivo”. Secondo Kim, gli stati mentali sono identici a stati fisici del cervello, ma non possono essere completamente ridotti ad essi, in quanto mantengono una loro specificità e un loro potere causale. In conclusione secondo Kim la filosofia della mente è una branca della filosofia, che indaga la natura della mente e la sua relazione con il corpo. Ed è proprio questo paradigma, il cosiddetto problema mente-corpo il focus al centro del dibattito filosofico, non tanto la coscienza e i processi mentali a essa correlati, precedentemente analizzati.

Filosofia della mente e neuroscienze: un rapporto in evoluzione

Il rapporto tra filosofia della mente e neuroscienze è molto stretto e fecondo. Da un lato, le scoperte delle neuroscienze forniscono nuovi dati e nuovi spunti di riflessione per i filosofi della mente, che devono confrontarsi con una realtà empirica sempre più complessa e dettagliata. Dall’altro lato, la filosofia della mente offre alle neuroscienze un quadro concettuale e teorico all’interno del quale interpretare i dati sperimentali e formulare nuove ipotesi di ricerca. La collaborazione tra filosofi e neuroscienziati ha portato alla nascita di un nuovo campo di studi, chiamato neurofilosofia, che si propone di affrontare le grandi questioni sulla mente e sulla coscienza in modo interdisciplinare.

Conclusioni: la filosofia della mente e le grandi domande sull’uomo

La filosofia della mente, con le sue domande sulla natura della mente, della coscienza, del pensiero e del rapporto tra mente e corpo, ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e il nostro posto nel mondo. Le riflessioni dei filosofi, da Cartesio a Freud, da Berkeley a Kim, ci offrono strumenti concettuali preziosi per affrontare le sfide della contemporaneità e per interrogarci sul senso della nostra esistenza.

Fonte Immagine: Pixabay

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A proposito di Marika Burani

Mi chiamo Marika, sono nata a Napoli il 13 Aprile del 2000. Ho frequentato il Liceo delle Scienze Umane ''Eleonora Pimentel Fonseca''. Attualmente studio Mediazione Linguistica e Culturale all'Università degli studi di Napoli ''L'Orientale''. I miei interessi sono la Storia, la Musica, il Cinema e la Politica. Nel mio tempo libero creo vestiti all'uncinetto e ai ferri e gioielli in alluminio e rame.

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