Il 9 gennaio Nanni Moretti fa il suo esordio al Teatro Mercadante di Napoli con la lettura di racconti tratti da I Sillabari di Goffredo Parise.
Nanni Moretti, che sarà al Mercadante dal 10 al 21 gennaio con Diari d’amore, spettacolo di cui cura la regia, presta la sua voce per un reading di racconti tratti da I Sillabari di Goffredo Parise. La raccolta di racconti, pubblicata nel 1984, costituisce assieme a Il ragazzo morto e le comete, Il padrone e L’odore del sangue, il vertice dell’opera di Parise.
La lettura de I Sillabari si apre con una necessaria introduzione che Moretti prende in prestito da Natalia Ginzburg: ciò che dà un’identità propria alla scrittura di Parise è il sapiente utilizzo dei tempi, degli imperfetti che dilatano la narrazione, che le danno ritmo e armonia.
I Sillabari di Goffredo Parise è una raccolta di racconti brevi dedicati a sentimenti umani “essenziali” che, disposti in ordine alfabetico, compongono una sorta di dizionario: narrazioni controcorrente, frutto d’una fulminante riduzione agli elementi primi della realtà, capaci di evocare un intero mondo perduto.
Ne I Sillabari di Parise lo spettatore trova un campionario completo e dettagliato dei sentimenti umani, delle emozioni primarie: con una narrazione piana, un lessico semplice, mai ridondante Parise scandaglia le profondità dell’animo umano, là dove risiedono le passioni, i moti interiori, i sentimenti “essenziali”. Sono personaggi comuni, sentimenti comuni quelli che popolano le pagine de I Sillabari: Giovanni, Francesca, Silvia sono i protagonisti di un dizionario dei sentimenti umani.
Parise d’altra parte non si presenta come depositario della verità sui sentimenti: i suoi racconti si limitano a fotografare storie, emozioni, sensazioni senza mai sfociare nella sentenza, nella verità inconfutabile. Per questo spesso e volentieri i suoi racconti hanno finali aperti e indefiniti, privi di una soluzione. L’opera stessa, la cui stesura richiede un’occhio attento sull’umanità e una massiccia dose di poesia, risulta incompiuta dall’autore, che così giustifica tale scelta:
«Nella vita gli uomini fanno dei programmi perché sanno che, una volta scomparso l’autore, essi possono essere continuati da altri. In poesia è impossibile, non ci sono eredi. Così è toccato a me con questo libro: dodici anni fa giurai a me stesso, preso dalla mano della poesia, di scrivere tanti racconti sui sentimenti umani, così labili, partendo dalla A e arrivando alla Z. Sono poesie in prosa. Ma alla lettera S, nonostante i programmi, la poesia mi ha abbandonato. E a questa lettera ho dovuto fermarmi. La poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei, non quando vogliamo noi e non ha discendenti. Mi dispiace ma è così. Un poco come la vita, soprattutto come l’amore».
I SILLABARI
di Goffredo Parise
legge Nanni Moretti
foto: sito del teatro Mercadante