Van Helsing – Una questione di famiglia: questo il titolo dell’opera di Gianmario Mattei, primo capitolo di una saga gothic-horror firmata Edizioni 2000diciassette, presentata sabato 2 dicembre al ‘Paiolo’ di Telese Terme, con la partecipazione di Pasquale Carlo (giornalista Il Mattino), Maria Pia Selvaggio (Direttore Editoriale Edizioni 2000diciassette), Marzio Di Mezza (giornalista Direttore neifatti.it), Rosa Caruso (blogger La Fenice Magazine) e del Delegato alla Cultura del Comune di Telese Terme, Giovanni Liverini.
L’evento ha previsto la visione di un trailer realizzato da Gaia Studio, accolta in maniera entusiasta dal pubblico, e un’introduzione di Pasquale Carlo, che ha evidenziato quanto Edizioni 2000diciassette, casa editrice telesina nata l’anno scorso per la ferma volontà di due donne, Maria Pia Selvaggio e Maria Grazia Porceddu, e con all’attivo già diciassette uscite, abbia portato una ventata di aria nuova nel territorio in un periodo asfittico.
La Selvaggio ha poi introdotto Van Helsing – Una questione di famiglia e si è definita ‘conquistata’ sia dall’entusiasmo dell’autore Gianmario Mattei, che ha convinto Edizioni 2000diciassette a scommettere sull’opera, sia dall’originalità di cui essa si fa portavoce, per l’approccio originale allo sviluppo in chiave romanzesca dell’eterno scontro tra Bene e Male.
Van Helsing, infatti, ripropone questo tema in una delle storie più accattivanti della letteratura, quella di Dracula di Bram Stoker, che ha consacrato il personaggio del ‘vampiro’ nell’immaginario collettivo come incarnazione di tutte le pulsioni perverse dell’animo umano e che, a seconda delle varie epoche e delle varie voci, è stato dipinto come disumano, seduttivo, romantico.
Mattei, nondimeno, rovescia gli equilibri e sceglie di narrare la storia di Boudjewin Van Helsing, antenato di Abraham, antagonista del conturbante Dracula di Stoker.
Il Male non cambia nei secoli ma cambia la maniera in cui si presenta
In Van Helsing lo scrittore racconta il Male visto con gli occhi di un uomo del ‘400, già singolare perché si affida alla ragione e non alla fede, come le consuetudini tardo medievali avrebbero fatto invece presagire, e che, coinvolto in una tragedia immane, decide di intervenire, restando fedele a se stesso, avvicinandosi quindi al mondo soprannaturale usando la ratio e perseguendo rettitudine e verità.
L’indagine del periodo storico entro cui si svolge la storia narrata e della genesi letteraria di Van Helsing diventano, dunque, imprescindibili per lo scrittore.
Mattei ambienta la sua vicenda tra il 1396 ed il 1470 in Olanda, paese laico, pur sotto il controllo del duca di Borgogna, che gode di un fiorente commercio mercantile in un momento i cui altri Paesi, al tramonto del Medioevo, subiscono le conseguenze distruttive della guerra dei Cent’anni.
La Storia interviene anche nell’indagine su Vladislav III Hagyak (Vlad), figlio di Vlad II Dracul, voivoda di Valacchia e membro dell’Ordine del Drago, fondato per proteggere il cristianesimo nell’Europa orientale ma noto anche come Țepeș (in rumeno: l’Impalatore), per la predilezione ad impalare i nemici. La sua brutalità e il suo patronimico lo rendono una fonte d’ispirazione accattivante per Stoker nella creazione del protagonista di Dracula (1897).
Dal punto di vista letterario, invece, al contrario di quel che accade col Frankenstein, o il moderno Prometeo (1818) di Mary Shelley, in cui la scrittrice approfondisce sia la figura della preda (la Creatura) che del cacciatore (Victor Frankenstein), nell’opera di Stoker l’antagonista di Dracula, Van Helsing appunto, non viene analizzato a fondo. Da qui l’idea di dedicare una saga al medico, conferendogli connotazioni verosimili e restando quanto più possibile fedeli all’opera di Stoker.
Van Helsing: un continuum con il Dracula di Stoker
L’autore sceglie la forma diaristica per il romanzo proprio per realizzare un continuum plausibile con Dracula, anch’esso strutturato sotto forma di annotazioni dei vari personaggi, e lo fa selezionando tempi verbali differenti a seconda delle lettere affinché il romanzo non appaia contemporaneo alle vicende.
Il diario risulta essere la scelta più consona anche perché il personaggio è un viaggiatore abituato a scrivere cronache dei suoi spostamenti e, infine, per permettere una maggiore comodità di lettura.
Anche il problema stilistico viene risolto dallo scrittore selezionando termini desueti, verosimilmente adottati da un uomo del ‘400, citazioni di libri sacri riprese dalle traduzioni più vecchie esistenti, richiami importanti che appassionano ed incuriosiscono il lettore e costruzioni grammaticali, che prevedono l’utilizzo delle eufoniche, finezza citata da Suanna Fedra Roberti, curatrice della prefazione e della copertina del libro e che, come precisa Marzio Di Mezza, testimoniano “una scrittura e una struttura matura da sembrare d’autore consumato”.
Narrando di Van Helsing, che solo con le sue capacità si oppone al Male, infine, inevitabile è un pensiero al presente, nella salda convinzione che la letteratura, da sempre, dia spunti di riflessione che possono fare la differenza, come ha detto lo stesso Mattei:
”Se i mostri non hanno nessuno che li affronta, hanno gioco facile. E forse questo manca oggi: accettare qualsiasi cosa senza provare a combattere”.