L’8 maggio 2018 nella Sala Sirena di Castel Dell’Ovo si è tenuto un importante evento dal titolo “L’evoluzione della rete tra i social media e privacy” organizzato da Socialcom, una digital community che analizza le tendenze della comunicazione web attraverso un’agenzia digitale.
Gli eventi Socialcom si fondano sull’incontro di aziende, esponenti politici, esperti di comunicazione e giornalisti, per discutere l’evoluzione della Rete confrontando problematiche e possibili soluzioni per affrontare i mutamenti in atto. In questo convegno si è discusso precisamente della modalità di evoluzione della rete e sull’importanza della salvaguardia della privacy dei dati da parte di utenti, di aziende ed enti.
“Se noi usufruiamo social gratuiti c’è un prezzo ancora più pesante da pagare che è quello dei dati”, con questa dichiarazione Luca Ferlaino apre il dibattito sintetizzando una problematica molto attuale e cioè che gli utenti non sono ancora consapevoli del fatto che tutto ciò che pubblicano, dati personali, post ed altro sono a rischio di un utilizzo improprio che possono fare terzi.
L’evoluzione della rete tra social media e privacy: gli interventi
Il primo ad intervenire sull’argomento social media e privacy è stato Stefano Caldoro, attuale consigliere regionale di Forza Italia, già Presidente della Regione Campania, affermando che la grande sfida del futuro è basata sulla tutela della privacy e della libertà di stampa, che poi sono i cardini per avviare il processo di maturazione anche dell’Europa.
In merito alla qualità delle informazioni e alla tutela dei dati è intervenuta Pina Picierno, europarlamentare del PD, secondo la quale bisognerebbe lavorare sulla qualità dei contenuti, per evitare le fake news ed ha proposto una soluzione per tutelare la privacy e cioè quella di una azione diretta dello Stato la cui unica finalità è quella di difendere le vittime di eventuali azioni di bullismo infatti attualmente le istituzioni hanno la possibilità di difendersi da notizie false o dalla diffusione di informazioni private, ma non il cittadino.
Notevole è stato l’intervento di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, che esprime il suo parere prendendo spunto dal suo ruolo di politico, vedendo lo strumento social come una protesi per creare l’identità della comunità e anche un’efficace sintonia tra il popolo e chi lo rappresenta, nonostante sia cosciente dell’inevitabilità della diffusione di notizie false.
Una soluzione al riguardo ci sarà, come ha affermato Claudio Giua, digital advisor GEDI, e cioè che i dati personali verranno regolati dalla normativa che andrà in vigore in Europa il 25 maggio con l’attuazione del Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR, in cui sono previste sanzioni molto pesanti, per chi viola la privacy, infatti tra le tante cose che regolamenta, esso impone che i dati vengano utilizzati per il motivo per cui sono stati raccolti e non per altri fini come ad esempio la vendita a terzi per questioni prettamente di marketing.
Qual è il problema fondante di questi fenomeni web? Ne parla Francesca Chiocchetti, public affairs manager di Samsung Italia, sottolineando che la maggior parte dei fruitori di strumenti digitali non sanno a che rischio vanno incontro. È compito dell’azienda (es. social network) insegnare e sensibilizzare riguardo al pericolo che si va incontro utilizzando un qualsiasi strumento digitale.
Daniele Chieffi, head of digital communication AGI, ritiene invece che la responsabilità e la consapevolezza nell’uso dei social media deve partire dal cittadino e non dall’azienda che lo propone. Per combattere questo tipo di ignoranza, è necessaria una educazione digitale che purtroppo è ancora una chimera in quanto essa esiste ancora poca competenza tra i docenti, i giornalisti ed altri che dovrebbero fare da traino. Imma Romano, direttore delle Relazioni istituzionali di Codere Italia, invece imputa le colpe anche alla famiglia, che non essendo essa stessa preparata a capire quali sono pericoli a cui possono andare incontro i figli, non applica un controllo, lasciandoli soli alla mercè dello strumento informatico.
Social media e privacy: opportunità e non minaccia
“I social devono diventare un’opportunità e non una minaccia”, esprime in maniera significativa Giusi Gallotto, CEO di Reti. Dalla conclusione di questa conferenza emerge l’auspicio di consapevolezza e di ”trasparenza” al fine di trarre solo lati positivi dai nuovi strumenti digitali che oramai stanno cambiando il nostro quotidiano.