Disventure Camp: un reality show formato webserie | Recensione

Disventure Camp

La webserie indipendente Disventure Camp, ispirata alla celebre serie animata A Tutto Reality e al reality show Survivor, continua ad ampliare il suo pubblico, migliorandosi stagione dopo stagione e costruendosi una propria identità. Ma quali sono i segreti del successo di questo piccolo fenomeno del web?  

A Tutto Reality, serie animata nata nel 2007 come parodia dei reality show, ha decisamente lasciato il segno nei cuori di milioni di telespettatori: anche ad anni di distanza dalla fine della serie (prima dell’annuncio del reboot, ovviamente), tantissimi fan hanno continuato in qualche modo a “tenere in vita lo spirito dello show”, usando immagini dei personaggi come avatar dei propri profili sui social network, parlando della serie in apposite community online o scrivendo fanfiction sui personaggi. Ma non solo: i fan più appassionati e creativi sono arrivati addirittura a realizzare sequel, spin-off e stagioni animate fanmade. È proprio così che nasce Disventure Camp (o Campamento Desventura), webserie animata messicana che, sebbene attualmente si discosti abbastanza dallo stile narrativo e dalle dinamiche caratteristiche di A Tutto Reality, deve sicuramente molto del suo successo alla celebre serie canadese.

Come nasce Disventure Camp? Le origini e la trama

Era il primo aprile del 2021 quando il canale YouTube Odd Nation Cartoons pubblicava una serie animata intitolata Total Drama Adventure (titolo cambiato in seguito in Adventure Camp), ideata e realizzata in maniera completamente indipendente da un duo di giovani produttori messicani, Jared Madrigal (showrunner e produttore) e Robert Castellanos (art director), con l’aiuto di un cast di voice actor e animatori amatoriali.

Questa piccola webserie era composta da dieci episodi e presentava disegni e ambientazioni chiaramente ispirati a quanto visto nella serie A Tutto Reality, serie della quale Total Drama Adventure avrebbe voluto essere una sorta di sequel – come suggerisce anche il titolo. Questa prima versione, infatti, si apre con la misteriosa scomparsa del presentatore Chris McLean; il programma, però, viene salvato da Jared Johnson, giovane stagista al servizio di Chris nel corso di Total Drama, intenzionato a condurre una nuova stagione. Jared invita 12 nuovi concorrenti nel Campeggio Tipiskaw: qui, come al solito, i concorrenti saranno divisi in due squadre e dovranno affrontarsi in pericolose sfide, cercando di accaparrarsi il generoso premio da un milione di dollari. Nelle mani di Jared, però, lo show sembra aver subito alcuni cambiamenti: il gruppo di concorrenti, infatti, non è più composto da adolescenti con all’incirca la stessa età, bensì da persone dalle età più disparate, incluse una bambina di 6 anni e una donna anziana.

Nonostante l’accoglienza positiva da parte degli utenti di YouTube, Adventure Camp sembrava essere destinata ad avere vita breve: la serie è stata, infatti, rimossa da YouTube per motivi di copyright, a causa dei riferimenti fin troppo espliciti ad A Tutto Reality e i suoi personaggi, alcuni dei quali appaiono anche in un episodio. Ma Madrigal e Castellanos non si sono arresi: i due hanno continuato a lavorare al loro progetto, grazie anche al fondamentale aiuto dei fan, che hanno contribuito al finanziamento tramite donazioni su Patreon. Il 2 maggio del 2022, Odd Nation Cartoons pubblica la seconda stagione di Adventure Camp, composta da 12 episodi e con un nuovo titolo: Disventure CampCampamento Desventura in spagnolo. Questa volta, i produttori sono stati attenti a non inserire riferimenti espliciti ad A Tutto Reality che violerebbero le norme di copyright; ciò nonostante, la nuova conduttrice, Kristal McLean, afferma che suo padre sia “un famoso conduttore televisivo” – e dato il cognome non vi sono molti dubbi su quale possa essere la sua identità!

Una riadattamento della prima stagione viene, poi, pubblicato come prequel il 15 giugno 2023, con alcuni cambiamenti nella trama – troviamo, infatti, i due nuovi conduttori Derek Johnson e Travor McGregor in sostituzione di Jared, un nuovo ordine di eliminazione, alcuni nuovi personaggi, due episodi in più e, ovviamente, nessun riferimento a Chris McLean. Attualmente, si è appena conclusa la terza stagione della serie (Disventure Camp: All Stars), pubblicata a partire da gennaio 2024, e sono già stati annunciati una quarta stagione e due spin-off. Il canale YouTube di Odd Nations, su cui gli episodi sono disponibili sia in inglese sia in spagnolo, conta ad oggi più di 300.000 iscritti: non una cifra esorbitante, ma sicuramente di tutto rispetto considerando che si tratta di una piccola serie di produzione totalmente indipendente e non particolarmente pubblicizzata. Inoltre, un adattamento italiano è in fase di pubblicazione sul canale YouTube Campeggio Disavventura.

Si può dire, quindi, che Disventure Camp sia riuscita a spiccare il volo nonostante le avversità, grazie soprattutto al prezioso contributo del fan della serie, che mai hanno smesso di credere nella riuscita del progetto. Ma cosa ha permesso a questa piccola webserie, nata come uno dei tanti spin-off fanmade, di farsi amare così tanto? Si tratta solo di nostalgia legata ad A Tutto Reality (il cui reboot sembra non aver soddisfatto pienamente le aspettative dei fan “storici”) o ci sono altri elementi di forza?

Le caratteristiche della serie

Come abbiamo detto in precedenza, nonostante nasca come uno spin-off di A Tutto Reality, Disventure Camp si è successivamente discostata molto dallo stile narrativo dell’opera da cui trae spunto. Sebbene i disegni, il format e i toni ironici siano chiaramente ereditati dalla celebre serie canadese (e contribuiscono ad attirare nuovi spettatori), Disventure Camp abbandona completamente l’umorismo demenziale e la volontà di fare satira sui reality show a favore di una messa in scena più realistica, arrivando a risultare più simile a Survivor (il programma televisivo a cui A Tutto Reality fa il verso) che a una sua caricatura. Le sfide a cui i concorrenti sono sottoposti sono ben lontane dall’assurdità e dalla pericolosità a cui Chris McLean ci ha abituati nel corso degli anni e, salvo alcune memorabili eccezioni, non sono così centrali all’interno della trama, limitandosi a fare da sfondo ai personaggi e ai rapporti che intercorrono tra di essi.

Sono proprio i personaggi il vero cuore pulsante di Disventure Camp: questi risultano incredibilmente umani e realistici, e attraverso di essi vengono affrontate tematiche attuali talvolta delicate – nonostante pregi, difetti e dinamiche interne ai rapporti siano spesso enfatizzati per mantenere i toni leggeri e ironici della serie. L’utilizzo di stereotipi adolescenziali viene abbandonato a favore di personaggi che si fanno portavoce di situazioni e contesti comuni, ma non così spesso presi in considerazione all’interno di prodotti destinati allo stesso target: troviamo, ad esempio, una teenager che si ritrova a prendersi cura da sola della propria figlia, un uomo il cui matrimonio sta andando a rotoli a causa di punti di vista diversi riguardo la genitorialità, un uomo di mezza età che non riesce ad accettare lo scorrere del tempo, una “brava ragazza” la cui moralità sembra vacillare di fronte alla possibilità di ottenere del denaro…

Realismo che si riflette anche sui legami affettivi e amicali, che risultano spesso tutt’altro che idilliaci: i personaggi di Disventure Camp sono decisamente drammatici, hanno spesso reazioni impulsive, vivono i propri sentimenti in maniera complessa, facendo sì che allo spettatore sembri di avere a che fare con un vero reality, trovandosi di fronte a dinamiche non sempre prevedibili.  Sembrano, insomma, avere un’anima, ed è forse questo ad aver colpito così tanto gli spettatori, che si ritrovano inevitabilmente a empatizzare con i concorrenti e interessarsi alle loro storie. 

Il legame tra il pubblico e i personaggi è, inoltre, tenuto vivo dal team dietro Odd Nation Cartoons: sul profilo Patreon dei produttori è disponibile, infatti, un servizio attraverso cui i fan possono richiedere dei saluti personalizzati da parte del loro concorrente preferito o una menzione da parte dei personaggi nelle scene post credits, presenti in ogni episodio.  Ciliegina sulla torta, una versione animata degli iscritti al Patreon viene inserita nell’episodio conclusivo di ogni stagione, come parte del pubblico che supporta i concorrenti finalisti. 

Disventure Camp è destinata a rimanere una webserie?

Nonostante non si possa parlare di prodotto virale, Disventure Camp è a suo modo un piccolo fenomeno del web: la serie può contare su una solida fanbase, soprattutto nei Paesi ispanici e anglofoni, che sembra destinata a espandersi grazie ai nascenti doppiaggi in lingua italiana e polacca. I fan si domandano se, dato l’aumento della popolarità della serie e dato l’evidente miglioramento della qualità delle animazioni e del doppiaggio, questa possa essere prima o poi acquistata da qualche importante casa di produzione (come è avvenuto con l’ormai celebre Hazbin Hotel, nata anch’essa come webserie indipendente). Qualcuno afferma che Disventure Camp sia sulla buona strada per diventare uno spin-off ufficiale di A Tutto Reality: questa ultima eventualità, però, al momento sembra essere parecchio inverosimile.

Innanzitutto perché Disventure Camp, essendo stata progettata prima del reboot di A Tutto Reality, non ne rispetta la linea temporale né la narrazione: sarebbe impossibile, ad esempio, ufficializzare la relazione di parentela tra Chris McLean e Kristal, considerando che i due hanno una differenza di età di soli 12 anni. Inoltre, come abbiamo detto, Disventure Camp si è ormai discostata molto dall’umorismo e dai toni fortemente parodistici della serie animata canadese, creando una differenza netta tra i due prodotti, a dispetto dell’ispirazione nei disegni e nel format.

In ogni caso, è decisamente prematuro provare a definire quale potrebbe essere il futuro di Disventure Camp, che nonostante una crescente popolarità può essere ancora definita come un prodotto abbastanza di nicchia: al momento, ci si può solo augurare che Odd Nation Cartoons continui a produrre nuove stagioni, e che il nuovo cast previsto per i prossimi episodi si riveli all’altezza dei precedenti, che tanto hanno fatto affezionare i fan.

Vale la pena guardare Disventure Camp?

Sebbene l’idea di una serie fanmade ispirata a un prodotto ben rodato possa far storcere il naso, Disventure Camp è un prodotto decisamente godevole, che riesce a sfidare i pregiudizi e superare le aspettative. Per quanto il format non sia dei più originali e la qualità nell’animazione non sia quello a cui siamo abituati dalle grandi case di produzione, questa piccola webserie è in grado di regalare una buona dose di divertimento, emozioni, suspense e di trasmettere tutto l’amore e la passione che i produttori hanno messo nel realizzare il proprio lavoro. Date una possibilità a questo nuovo gruppo di sventurati concorrenti: vi ritroverete, in tutta probabilità, a essere in trepidante attesa degli episodi successivi facendo un tifo sfegatato per il vostro personaggio preferito!

In evidenza: immagine promozionale di Disventure Camp – All Stars, Wiki Fandom

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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