Dungeon Food: recensione della prima stagione
Dungeon Food è un manga di Ryoko Kui serializzato dal 15 febbraio 2015 al 15 settembre 2023 sulla rivista Harta. L’adattamento anime è stato prodotto da Trigger e distribuito internazionalmente da Netflix nel periodo dal 3 gennaio al 13 giugno 2024. Trama di Dungeon Food La serie ha un’ambientazione fantasy in cui le gilde organizzano ed eseguono esplorazioni di dungeon per razziarli. In molti sperano di trovare il leggendario Regno d’Oro che dovrebbe trovarsi nel piano più basso di un dungeon situato su di un’isola. La storia comincia nel bel mezzo del combattimento tra sei avventurieri e un drago rosso. Siccome il viaggio per arrivarci è stato lungo e difficile, il party si ritrova con poche energie per affrontare la bestia e si ritrovano costretto a dover fuggire. L’incantatrice del gruppo, una tallman e sorella del capo del party di nome Farin, viene mangiata viva mentre recitava l’incantesimo necessario a trasportare tutti i membri in superficie. Una volta tornati alla luce del sole, due membri del gruppo decidono di abbandonare il party e cercare lavoro altrove lasciando, quindi, solo Laios (spadaccino tallman e capo del party), Chilchuck (ladro halfling) e Marcille (incantatrice mezz’elfa). Il gruppo si ritrova senza equipaggiamento, razioni e armi poiché Farin, nell’agitazione della situazione, non ha trasportato anche i loro averi ma, nonostante la spiacevole situazione, tutti e tre pensano a come tornare nel dungeon con lo scopo di salvare Farin. Il problema principale è il cibo visto che, in un modo o nell’altro, nel dungeon è sempre possibile trovare denaro o armi. La missione di soccorso sembra impossibile, ma il party si avventura comunque nel dungeon dopo che Laios propone di sostenersi usando ciò che è possibile trovare nel dungeon stesso. In realtà Laios non è particolarmente preoccupato per il cibo, segretamente non vede l’ora di poter mangiare i mostri che pullulano i vari livelli del dungeon e, quasi scherzosamente, mostra a Marcille e Chilchuck il suo libro-manuale sui mostri nel quale si trovano informazioni utili per ucciderli e per poterli mangiare. Nonostante una certa dose di disgusto all’idea di dover mangiare creature tanto strane quanto pericolose, sono tutti determinati a salvare Farin e la missione inizia formalmente. Al primo piano del dungeon Laios, Marcille e Chilchuck incontrano Senshi, un nano che vive da dieci anni nel dungeon e mostra subito le sue abilità culinarie cucinando uno scorpione gigante ucciso da Laios. Il party, estremamente sorpreso dalla bontà del piatto preparato da Senshi lo invita ad unirsi alla loro missione. Il nano, che per tutto il suo soggiorno nel dungeon ha vissuto da solo, accetta volentieri l’invito. Ora il party di Laios ha finalmente una possibilità di poter affrontare il dungeon e arrivare preparato nei piani inferiori dove poterà affrontare ancora una volta il drago rosso. La prima stagione di Dungeon Food ci mostra diversi piani del dungeon alternando momenti di esplorazione e commedia con una certa maestria vista la natura della formula episodica della prima metà della stagione. Come se non bastasse, ci delizia con le pietanze mostrateci che, nonostante siano state preparate con parti di mostri di ogni tipo, sembrano davvero appetitose e traggono ispirazione da ricette del mondo reale. Oltre a luoghi suggestivi e piatti vari, la serie ci introduce anche al resto del cast di personaggi inclusi altri party di avventurieri, figure politiche dell’isola dove è situato il dungeon e soprattuto il gruppo di elfi dell’Est introdotto verso la fine della prima stagione, lasciando qualche indizio riguardo verso quale direzione può procedere la storia. Recensione  La prima stagione di Dungeon food supera le aspettative di molti fan della serie di Ryoko Kui, già abituati all’amabile cast dell’opera. L’adattamento anime non ha fatto altro che portare ancora più in vita i personaggi che da sempre rappresentano uno dei punti più forti della scrittura di Kui. Il cast si distingue immediatamente anche se gioca su archetipi familiari. La scrittura ha un buon equilibrio, prendendo sul serio le ansie dei personaggi e sottolineando anche quanto possano essere svitati, specialmente Laios. Tiene davvero molto all’idea di fare qualsiasi cosa pur di poter salvare sua sorella, ma sembra che la situazione sia opportunamente in linea con un desiderio, di lunga data, di mangiare mostri. La salda concezione dei personaggi di Dungeon Food, così come il suo chiaro senso del luogo, è una parte importante di ciò che rende le sue escursioni episodiche così piacevoli. I personaggi hanno tutti personalità forti, il che rende ancora più divertente il fatto che rischiano costantemente la vita alla ricerca di un pasto migliore e nelle occasioni in cui i diversi party si incontrano, le interazioni sono sia esilaranti che profondamente interessanti. Attenzione, l’amore dell’autrice nella caratterizzazione del cast non si limita a quello umanoide ma si estende anche al sostanzioso bestiario che compare in ogni episodio. Dai mostri più innocui come le mandragole a quelli più difficili da uccidere come i basilischi, ogni singola creatura è curata nei più minimi dettagli con attenzione minuziosa, quasi maniacale, spiegandone funzioni biologiche, comportamento, debolezza e, ovviamente, anche come macellarle prima di cucinare. Offre di certo qualcosa di irresistibile a chiunque sia un appassionato di creature fantasy o, in generale, trovi affascinante la biologia speculativa. Tutto sommato, la prima stagione di Dungeon Food si offre come qualcosa di appetibile per chiunque sia interessato al genere fantasy riuscendo a tenere alta la concentrazione del pubblico evitando quelli che sono, ormai, diventati i cliché del genere. Per restare in tema, si può dire che la prima stagione serva da antipasto e primo piatto. Fortunatamente, la seconda stagione è già stata annunciata, con tanto di trailer, e probabilmente ci porterà fino al dessert. Fonte immagine: copertina dello show su Netflix