Grandi storie del fumetto: The Killing Joke

Grandi storie del fumetto: The Killing Joke

The Killing Joke è stato uno dei fumetti più iconici e controversi mai scritti, una vera e propria pietra miliare che ha lasciato un’eredità tremendamente importante nell’universo di Batman e, successivamente, nella cultura pop. La graphic novel, nata dal genio di Alan Moore e disegnata da Brian Bolland, fu pubblicata per la prima volta nel lontano 1988 dalla DC Comics e, a tutt’oggi, continua ad essere sotto i riflettori grazie alla sua rappresentazione cruda, ma splendidamente complessa, di follia e sofferenza.

Il viaggio nella mente del Joker

The Killing Joke è un viaggio volto ad esplorare una delle possibili origini del clown principe del crimine, il nemico più famoso di Batman, offrendo però una visione che è contemporaneamente inquietante e tragica. Secondo Moore, la nascita del Joker si deve a quelli che sono i sogni infranti di un uomo il cui desidero era quello di diventare un cabarettista; l’origine della storia da cui ha preso ispirazione anche Todd Phillips per il suo capolavoro Joker, che ha visto la bellissima interpretazione di Joaquin Phoenix. 

The Killing Joke si apre con Batman che si reca in una cella in cui è rinchiuso il Joker, per provare a discutere di ciò che probabilmente li aspetta alla fine della loro lotta: la morte. Sfortunatamente, colui con cui Batman si ritrova a parlare non è il vero Joker, poiché quest’ultimo è già riuscito ad evadere dall’Arkham Asylum. Dopo essersi impossessato di un luna park in disuso, il principe del crimine riesce a realizzare il suo folle piano di rapire il commissario Jim Gordon, tutto questo non prima di aver brutalmente ferito Barbara Gordon, conosciuta dai più come Batgirl. In una scena che ha destato davvero tantissime polemiche nel mondo dei fumetti, Barbara viene ferita e resa paraplegica da un colpo di pistola esploso dal clown. Tale atto estremo fa parte del piano del Joker per provare a dimostrare che chiunque, se sottoposto ad un crudele quanto folle gioco psicologico, può smarrire la retta via ed impazzire.

La discesa nella follia, narrata in The Killing Joke, inizia con un flashback che ritrae l’uomo prima della trasformazione in mostro. Egli sarà coinvolto in una rapina organizzata da due malviventi che si scopriranno essere legati alla figura di Red Hood, uno dei primi grandi criminali di Gotham City. Mentre organizzano la rapina ai danni di una fabbrica, la polizia lo mette al corrente della morte della moglie incinta. La notizia è ovviamente devastante, e l’uomo con il sogno di diventare cabarettista ha un crollo mentale. Purtroppo per lui è troppo tardi per provare a tirarsi fuori dal colpo. Mentre si trova in uno stabilimento chimico, giunge sul luogo il Cavaliere Oscuro e di lì a poco, dopo una serie di eventi, l’uomo esce definitivamente di scena per lasciar posto a Mr. J.

L’eredità di The Killing Joke

La domanda che Alan Moore decide di porre al pubblico con il suo The Killing Jokè fondamentalmente questa: cos’è che separa un uomo sano di mente da un altro dominato dalla follia?

La risposta non è affatto scontata in quanto il Joker emerge dalla storia come il riflesso oscuro e distorto di Bruce Wayne; entrambi sono stati vittime di eventi traumatici devastanti, ma, se Batman è riuscito a trasformare il dolore che provava in una crociata per provare a salvare la sua città, il Joker si è lasciato abbracciare dal caos e dalla distruzione. È proprio in questa affascinante dualità che risiede il cuore pulsante del fumetto. Durante il confronto finale di The Killing Joke, l’incontro tra Mr. J e Batman non si limita ad essere soltanto uno scontro fisico, ma si trasforma in una vera e propria battaglia ideologica. Giù la maschera e via il trucco. Bruce prova a raggiungere l’uomo sepolto sotto caos e follia, cercando di offrirgli una via di fuga da quell’abisso in cui è cascato. Non sono obbligati ad uccidersi a vicenda. Dell’uomo che il Joker era una volta, purtroppo, non vi è più traccia. Il racconto si conclude con il principe del crimine che racconta a Batman una barzelletta, al termine della quale entrambi scoppieranno in una grossa risata.

The Killing Joke è una storia che ha avuto un impatto significativo sia sul mondo dei fumetti che su quello cinematografico. Parliamo di una delle primissime rappresentazioni del Joker come una figura tanto complessa quanto tragica. Inoltre, l’opera di Moore non è stata per niente esente da critiche, soprattutto per la decisione, non subito accettata nemmeno dal caporedattore della DC, di rendere disabile Batgirl. 

In conclusione, parlare di The killing Joke ed esplorarne tutte le molteplici sfaccettature risulta davvero difficile. Parliamo sicuramente di un’opera che, al pari di tante altre, ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma resta innegabile il fatto che sia una storia che vale la pena leggere.

 

 

Fonte immagine in evidenza dell’articolo “Grandi storie del fumetto: The Killing Joke” : Copertina ufficiale The Killing Joke, Wikipedia

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