Itachi Uchiha ed Eren Yeager: due interpretazioni filosofiche

Itachi Uchiha ed Eren Yeager: due interpretazioni filosofiche

Come suggerito da esme_psithurisma, Itachi Uchiha ed Eren Yeager, due personaggi tanto noti quanto controversi nel panorama di manga ed anime, possono essere proposti come esempio di due diverse interpretazioni di carattere filosofico e stimolare per tanto alcune riflessioni.

L’articolo da questo momento in poi potrebbe contenere degli spoiler. 

L’idea di Stato di Hegel e la morale Kantiana emergono chiaramente nell’analisi dei personaggi sopra citati, rispettivamente Itachi Uchiha ed Eren Yeager. Al fine di comprendere la prima di queste associazioni, un riferimento preliminare risulta indispensabile: quello di Hegel è uno stato di tipo organicista, in sintesi uno stato in cui l’interesse comune deve prevalere sull’interesse dei singoli. Hegel dunque prende le distanze dal modello liberale, come quello di Kant, poiché lo stato non si riduce a semplice tutore dei particolarismi della società civile, ma è piuttosto l’incarnazione del bene universale. Alla luce di tutto questo, possiamo dire che nella prospettiva hegeliana gli individui sono considerati cittadini portatori di diritti soltanto all’interno dello stato e non prima ed al di fuori di esso.

Itachi, uno dei personaggi pilastro di Naruto, ha sacrificato il proprio clan per evitare lo scoppio di una guerra civile subordinando il suo interesse al bene della comunità. Il clan Uchiha infatti, insoddisfatto dello status quo, era in procinto di compiere un colpo di Stato che avrebbe determinato la morte di persone innocenti. Per evitare che questo accadesse Itachi, in accordo con i consiglieri del terzo Hokage (termine con il quale ci si riferisce al capo del villaggio), stermina l’interno clan, compresi i suoi genitori, ma ad eccezione del fratellino Sasuke.

Eren invece, protagonista di Attack on titan,  compie un’azione assolutamente ossimorica rispetto ad Itachi. Egli infatti, pur di salvare le persone a lui care, è disposto a sacrificare l’umanità intera. Spinto dal desiderio di libertà che per tanto tempo è stata privata agli abitanti di Paradis, sua terra natia, Eren compie un genocidio su vasta scala che si conclude con la morte dell’80% della popolazione mondiale.

Contrariamente a quanto vorrebbe Kant, l’azione di Eren riduce se stesso e tutte le persone sacrificate a meri mezzi, per salvarne una piccola parte che, invece, funge da fine. Kant infatti ritiene che l’azione morale debba basarsi sul rispetto della dignità umana: quindi nessun individuo, in quanto persona, può usare se stesso o essere usato come strumento per conseguire dei fini.

Itachi Uchiha ed Eren Yeager hanno però un significativo punto in comune: in entrambi è l’abnegazione a prevalere, essi cioè arrivano al punto di sacrificare se stessi nella consapevolezza del fatto che le loro azioni avrebbero reso la loro memoria ben lontana dall’essere celebrata.
Nello specifico Itachi, in seguito al massacro del suo clan, è costretto ad abbandonare il villaggio nella condizione di nukenin, in quanto si è dimostrato disposto non solo ad insabbiare la questione del colpo di Stato e passare dunque per un assassino e traditore, ma soprattutto ad accettare un’esistenza in cui avrebbe dovuto convivere con il peso dell’odio di suo fratello Sasuke, il quale in realtà Itachi profondamente amava.

Il piano di Eren invece prevedeva, nella sua ultima fase d’ attuazione, di farsi uccidere. Non da coloro contro i quali stava intraprendendo il massacro, ma dagli stessi per cui egli lo stava compiendo. Dal suo punto di vista, questo era l’unico modo possibile attraverso il quale il resto del mondo avrebbe iniziato a considerare gli abitanti di Paradis non più come dei demoni, ma come dei salvatori.

Alla luce di quanto detto, è possibile articolare alcune riflessioni: la prima di queste riguarda il fatto che Itachi Uchiha ed Eren Yeager emergono indiscutibilmente come antieroi, in quanto con il loro agire non s’impongono all’ammirazione di tutti ed, al fine di raggiungere i propri obbiettivi, non esitano nell’assumere il ruolo di villain e sporcarsi le mani di sangue.

È interessante notare, inoltre, che sia noi (in quanto spettatori) sia gli altri personaggi, apprendiamo le reali motivazioni dell’ agire di Itachi ed Eren soltanto in un secondo momento: è in punto di morte infatti che Itachi rivela a Sasuke il motivo per il quale ha dovuto uccidere i loro genitori, mettendo così in discussione tutto quello in cui Sasuke fino a quel momento aveva creduto, in primis il fatto che suo fratello fosse indiscutibilmente malvagio e che per questo meritasse il suo odio.
D’altro canto invece i compagni di Eren, in particolare Mikasa ed Armin, apprendono lo scopo ultimo del suo piano, ovvero fare in modo che loro vivano una vita libera e priva di minacce, soltanto poco prima che il massacro venga fermato. 

Forse è proprio dopo questo momento di rivelazione, alla pari di  Sasuke, Mikasa ed Armin, che noi tutti mettiamo in discussione per un attimo i giudizi precedentemente formulati sulla moralità delle azioni di Itachi ed Eren. È indiscutibile il fatto che questa rivelazione non li renda comunque dei personaggi universalmente amabili, ma quantomeno rispettabili. 

Fonte delle immagini in evidenza: Wikipedia

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