LGBTQ+ nella DC Comics: i più grandi modelli dell’immaginario fumettistico americano come promotori dell’inclusività.
La DC Comics, inizialmente riconosciuta come Detective Comics Inc., è una delle più influenti case di produzione americane circa la realizzazione di comic stripes, comics e pellicole cinematografiche che hanno eretto un vero e proprio cult da cui non è possibile prescindere.
Ufficialmente riconosciuta come Detective Comics Inc. solo dal 1937, proponendo attraverso diverse pubblicazioni sempre più eroi, così come villains, che non solo hanno contribuito affinché la casa di distribuzione americana raggiungesse un rimarchevole livello di successo, ma hanno permesso la diffusione di valori che hanno promosso ideali politici (si pensi agli esordi di Superman, fortemente relegato all’idea di Crociato Americano, figlio del suo tempo, ovvero il Secondo Conflitto Mondiale) così come filantropici e rivolti ad un mondo migliore, ove inclusività e comprensione ne sono le coordinate etiche di riferimento.
Tuttavia, come suggerito dal titolo in questione, non ci interessa tanto approfondire in merito al continuo e molteplice sviluppo della DC Comics in senso ampio, quanto il modo in cui si è evoluta e divenuta fautrice di lotte per i diritti, messaggi di umanità e manifestazioni che celebrano la diversità. Ha saputo essere al passo coi tempi, comprendendo le dinamiche sociali in cui si è stati e si è calati, schierandosi dalla parte della giustizia, sostenuta da Supereroi di ieri ed oggi.
Se si presenta la comunità LGBTQ+ nella DC Comics, come non citare la collana DC Pride, esordita nel 2021 in America e redatta in Italia dalla Panini Comics, che con grande accuratezza ha garantito che una tal innovazione ricevesse una traduzione in italiano.
Quanti lettori sapranno dell’attrice e scrittrice statunitense Nicole Maines?
Probabilmente c’è a chi sfugge questo nome, ma si tratta di un non trascurabile esempio di chi, nonostante innumerevoli difficoltà, è riuscito ad affermarsi, contrastando le spesse barriere consolidatesi con l’odio dei secoli precedenti e che, tristemente, si sperimenta fino ad ora.
Nicole Maines è un’attrice transgender di 26 anni, che ha portato sul set di Supergirl la prima grande Supereroina transgender della storia: Nia Nal (nome in codice Dreamer). In occasione della prima edizione di DC Pride, quella del 2021 (ma pubblicata in Italia un anno dopo), ha realizzato il suo primo comic completamente dedicato alla sua creazione, con cui condivide un punto cardine: l’essere se stessi.
Prima di passare in rassegna una nostra accurata selezione di Supereroi e non, vale la pena riproporre alcune delle toccanti parole che la giovane Maines ha speso per l’apertura della collana sopracitata, lasciandoci comprendere il valore inestimabile ottenuto dall’introduzione della LGBTQ+ nella DC Comics.
«La rappresentatività è qualcosa che la stragrande maggioranza dà per scontata. Ma noi persone queer sappiamo non solo quanto essa sia importante, ma anche quanto sia immensamente potente. Vederti nei media con cui ti interfacci è fondamentale. È come sentirsi dire “non sei solo”.»
Proseguendo oltre:
«Ritrovarsi nelle storie a fumetti nei panni dei nostri Supereroi preferiti, in ogni caso, è qualcosa di particolarmente potente. Non solo ci dice che là fuori ci sono altre persone come noi (una cosa di cui una giovane ragazza trans come me avrebbe avuto un grande bisogno mentre cresceva in una cittadina in provincia del Maine), ma che queste lottano al fianco dei migliori fra noi. Anzi, loro sono i migliori fra noi.»
(Nicole Maines, DC PRIDE #2022)
LGBTQ+ nella DC Comics: dai grandi Supereroi al Terzo Robin
1. Jonathan Kent
Jonathan Kent, o anche conosciuto come Jon Kent, debutta nel 2015 per la prima volta con Convergence: Superman #2, come figlio di Clark Kent (Superman) e la giornalista Lois Lane. Come prospettato dal suo debutto, sarebbe stato lui il degno erede ad indossare il mantello del padre e risolvere i problemi di un mondo perennemente in subbuglio, supportato anche da Dreamer, il fidato Nightwing (Dick Grayson, ovvero il primo Robin di sempre, con l’appellativo di Ragazzo Meraviglia), e Damian Wayne, il Robin attuale della serie ad affiancare il coraggioso “Pipistrello“.
È la sceneggiatura di Tom Taylor, anche autore della recente serie di comics su Nightwing, ad aver dato un punto di svolta e segnare una dovuta frattura con la classica eredità di Clark Kent che ci si sarebbe aspettati:
Jonathan Kent è bisessuale. Nessuno, nemmeno i più retrogradi conservatori, avrebbero potuto ostacolare la scelta di Tom Taylor. Malgrado si viva in un mondo relativamente più aperto alle nuove tematiche sociali, non ci si può sempre aspettare un feedback positivo dai media o dal pubblico, e questo è accaduto anche nel caso della LGBTQ+ nella DC Comics. Vi sono state critiche, anche aspre, verso Jonathan e verso l’idea di Taylor, ma non si è tornati indietro. Con grande piacere però, le avventure di Jon Kent sono state accolte anche positivamente da gran parte dei fan. Potremmo assumere che la sua identità sessuale abbia contribuito ad un ulteriore numero di vendite e hype generale.
Jon Kent, ora nuovo Superboy, vive la sua prima significativa avventura in Superman: Son of Kal-El (2021), scritto dal già esaustivamente citato Tom Taylor, ed incontra Jay Nakamura, un giovane attivista adolescente a capo di The Truth (un gruppo giornalistico clandestino) con cui condividerà una vera e propria relazione. Popolare è la scena del loro bacio.
Senza ulteriori spoiler circa la trama, diremmo che sia il caso di chiudere questa breve cornice sul nostro esordiente Supereroe, con delle parole molto profonde di Tom Taylor durante un’intervista dal New York Times:
«L’idea di sostituire Clark Kent con un altro Salvatore bianco etero sembrava essere un’occasione mancata. Un nuovo Superman doveva avere nuove lotte, problemi legati al mondo reale, che lui potesse fronteggiare in quanto una delle persone più potenti al mondo».
Taylor puntava molto sulla speranza che rendere Superman bisessuale permettesse alla comunità LGBTQ+ di sentirsi rappresentata e molto più visibile all’interno dei comics. Aggiunge, poi, scrivendo che ognuno di noi ha bisogno degli eroi, e meritiamo di vedere noi stessi in loro.
2. Extraño
Nel 1988, con un nome in codice particolarmente suggestivo e spagnoleggiante, debutta Extraño, il cui nome autentico è Gregorio de la Vega. Originario del Perù e affiliato ai cosiddetti New Guardians.
Primo personaggio dichiarato apertamente omosessuale e che compare, in quanto supporter, nella serie di Midnighter e Apollo.
Al di là della trama e delle sue peculiarità circa i poteri attribuitigli, è curiosa la sua contrazione dell’HIV, virus responsabile dell’AIDS, probabilmente a causa di un’infezione a causa di un Emo-goblin. Questo dà addito a sollevare un’ulteriore tematica, che va al di là di ciò che volesse intendere la sceneggiatura delle varie pubblicazioni di Extraño: quella della contrazione di malattie sessuali, spesso associate a rapporti esclusivamente omosessuali, pregiudicati e stereotipati ingiustamente come portatori di medesime infezioni, quando non è di certo un problema relegato all’omosessualità, ma al singolo individuo, indiscriminatamente dal proprio orientamento.
Questo lascia comprendere quanto sia stata dura fino ad oggi contrastare tantissimi pregiudizi a dir poco brutali verso una categoria di esseri umani che hanno subito e continuano a subire ogni forma di calunnie.
Fortunatamente, l’attivismo e la sensibilizzazione circa l’argomento continuano a stringere i denti per una realtà più giusta, per cui anche i Supereroi compiono la propria battaglia.
3. Harley Quinn e Poison Ivy
Con molta probabilità una delle coppie più auspicate dai fan e a cui la DC Comics non poteva non dar credito. Harley Quinn è uno di quei personaggi, in particolare criminali, o anche presentata come anti-eroina, che sia neofiti e veterani conoscono. In realtà, così com’è un simbolo del mondo fumettistico sulla bocca di tutti, è anche stata spesso e volentieri banalizzata e fraintesa in accordo con la sua relazione con l’arcinemico di Batman: il Joker.
Questo per quale motivo?
Harleen Quinzel debutta nel 1992 in Batman: The Animated Series, e verrà resa canonica nei comics della DC solo nell’ottobre del 1999 con Batman: Harley Quinn #1.
Come ben molti sapranno, la futura Harley Quinn nasce in quanto psichiatra personale di Joker (tenuto sotto stretta sorveglianza al manicomio di Arkham), che con manipolazione e condizionamento mentale, riesce a portare la dottoressa nelle proprie grinfie, facendola invaghire di sé e trovando un supporto centrale al fine delle sue malefatte. Joker non ha mai amato Harleen, ed Harleen era soltanto convinta di amarlo, ma fra i due si è instaurata sin dal principio una relazione tossica senza alcun criterio di fondo.
Ed è qui che rientra un aspetto oltremodo interessante e che ci porta ad arricchire la nostra stesura in relazione alla comunità LGBTQ+ nella DC Comics: l’equilibrio ritrovato con Poison Ivy.
Poison Ivy, alias Dottoressa Pamela Lillian Isley, esordisce nelle avventure del nostro Uomo Pipistrello a giugno del 1966 con Batman #181. Le due donne hanno avuto frequentemente momenti di convivenza in uno stesso appartamento e vari casi per cui si registrava un certo feeling che ha portato i fan a fantasticare circa una possibile ship fra le villain in questione.
A dispetto di vari dubbi e situazioni difficilmente decifrabili, la coppia sembra aver trovato una propria ragion d’essere:
Oltre a numerosi comics non canonici, nel 2015 sembra esser giunta conferma di una relazione fra Quinn ed Ivy, presentata come di partner romantiche in una relazione non al livello della monogamia. L’esplorazione dei sentimenti condivisi dalle due amanti giunge attraverso la Harley Quinn Series, per cui al culmine della seconda stagione vi è una dichiarazione reciproca di ciò che provano realmente per l’altra. Canonicamente bisessuali.
4. Apollo e Midnighter
Apollo, Supereroe dotato di una forza sovraumana e del potere del Sole, al limite dell’invincibilità, debutta per la prima volta nella serie Stormwatch, precisamente nel 1998.
Al di là della sua genuina e originale figura, ciò che ha destato molto scalpore ed è stato rivoluzionario, è la sua relazione con uno dei membri affiliati al gruppo di Supereroi The Authority: Midnighter. Un personaggio particolarmente complesso e prodotto di esperimenti bio-ingegneristici, che trova con l’Eroe Solare un fondo di complementarità, che li rende tanto affiatati quanto fortemente vicini all’idea di “realtà” che l’autore della serie di comics Midnighter and Apollo, Steve Orlando, voleva riproporre nella propria sceneggiatura: le relazioni richiedono lavoro e vivono fasi complicate, e bisognava trattare il rapporto di questi due uomini con rispetto e amore.
Non solo i due protagonisti hanno coltivato un rapporto invidiabile, ma hanno fatto in modo che suddetto rapporto confluisse in qualcosa di più: si sposano e adotteranno anche un bambino: Jenny Quantum. Il primo matrimonio omosessuale della sfera fumettistica e grande contributo alla promozione della realtà LGBTQ+ nella DC Comics.
Quella che analizzeremo con attenzione è una delle opere, a nostra detta, più rappresentative di questa incredibile coppia: Midnighter and Apollo, scritta da Steve Orlando tra il 2016 e il 2017. La storia si addensa in sei numeri e si svolge tempo dopo la fine del comic Midnighter.
Vi è un ritorno della famosa coppia, i cui momenti di stabilità dureranno ben poco a causa di una nuova minaccia: il Mawzir. Midnighter è stato costantemente alla ricerca del suo creatore e nemico Henry Bendix, ed una volta appurato dove sia localizzato il suo nascondiglio, si dirige sul posto, inconsapevole del terribile piano che avrebbe portato Apollo alla sua dipartita. Spedire Midnighter all’Inferno sarebbe stato a dir poco impossibile, quindi era necessario che fosse lui a cercarlo e a recarsi.
Bendix ordina ad un demone, il Mawzir, di uccidere Apollo, sapendo quanto Midnighter lo amasse: era il suo tallone d’Achille, per cui avrebbe fatto di tutto, anche discendere agli Inferi, pur di soccorrerlo. Il corpo di Apollo era ormai senza vita, ma c’era ancora una speranza: salvare la sua anima.
Un Orfeo ed Euridice in chiave moderna e fantastica, dove l’amore ci rende in grado di affrontare e rischiare le peggiori delle disavventure, pur di salvare chi abbiamo di più caro. Apollo può confidare solo nell’arrivo del suo amato, ma ad attenderlo c’è Neron: Signore degli Inferi.
Al di là della trama principale, è ammirevole la maturità dei temi proposti e la presenza di scene adatte, per quanto non particolarmente esplicite, ad un pubblico adolescenziale-adulto, quali l’allusione ad un amplesso sessuale fra i due protagonisti.
5. Tim Drake
E per ultimo, ma non meno importante, a chiudere il cerchio, c’è l’intramontabile Tim Drake, anche conosciuto con gli alias di Red Robin, o Drake. Per esteso Timothy Jackson “Tim” Drake, debutta nel 1989 in Batman #436 come terza spalla di Bruce Wayne, ovvero Batman. La vicenda di Tim è a dir poco toccante e, con una sana dose di realismo, recupera il concetto della crisi esistenziale che attanaglia chiunque si trovi a riflettere per la prima volta su chi è davvero.
In Tim Drake: La somma delle parti, Tim incontra nuovamente un amico e compagno di scuola di lunga data, Bernard Dowd, che farà scattare nel giovane Robin sensazioni nuove. A causa de Il Caos, l’appuntamento va in fumo e un nuovo pericolo minaccia la città.
Senza avanzare ulteriori spoiler, il protagonista, camuffato da Robin, si troverà a combattere schiena contro schiena con Bernard, che comprende quale sia la vera identità dell’eroe.
«Ti prego. Dì a Tim Drake…che mi ha aiutato a scoprire il mio vero io. A capire chi sono. Digli…Be’, probabilmente lo sa. È il tipo più sveglio che abbia mai incontrato. Ma digli…che avrei voluto concludere il nostro appuntamento».
Molto significativa e simpatica è anche una storia in cui si vede un Tim Drake assalito dai sensi di colpa per non aver mai potuto degnare il suo ragazzo, Bernard, delle giuste attenzioni, a causa degli impegni che il suo essere Robin comporta. In occasione del Pride, che avrebbe trascorso con il suo amato, ha un pacco con sé, a cui non intende rinunciare. Cosa avrà mai escogitato il nostro mito?
Essere Supereroi
Abbiamo potuto leggere insieme di sintetiche panoramiche in merito ad alcuni dei Supereroi che hanno sottolineato la presenza della comunità LGBTQ+ nella DC Comics. Naturalmente questi sono solo alcuni dei molteplici esempi, altrettanto rimarchevoli, che potremmo annoverare: non dimentichiamoci di Wonder Woman, Aquaman, Alan Scott, Catwoman e Batwoman, così come moltissimi altri.
Sono vicende in grado di appassionarci e che ci trascinano al loro interno, sollevando contemporaneamente questioni di attualità rilevanti.
Abbiamo cominciato con l’attrice transgender Nicole Maines, attraversando la bisessualità con Jon, Harley ed Ivy ed infine Tim Drake, che ha introdotto un ulteriore aspetto su cui riflettere: la scoperta di se stessi e delle difficoltà che comporta il mettersi in discussione. Però alla fine non c’è niente di più bello di capire chi si è davvero, no? Vale la pena porsi in una stance riflessiva e renderci conto di ciò che vogliamo davvero.
Non abbiamo citato la Lanterna Verde “Jo” Mullein, che ne L’investigatrice in verde solleva la contestazione verso idee sbagliate nei confronti dello spettro della bisessualità.
Tante le storie da scoprire e vivere, ma nei momenti di difficoltà, basta pensare che lì fuori c’è un Supereroe a comprendere i drammi della nostra esistenza e a difendere ciò in cui crediamo davvero.
«C’è una cosa che mio padre dice e che mi ha sempre colpito: i veri Supereroi sono tutti quei ragazzi che la mattina, ogni giorno, si alzano dal letto e vanno a scuola pur sapendo che dovranno affrontare una brutta giornata. Quello è il genere di coraggio che caratterizza un Supereroe. Perché ci vuole davvero una forza incredibile per essere se stessi, specialmente quando il mondo intero sembra volerti convincere del contrario».
(Nicole Maines, DC Pride #2022)
Fonte immagine in evidenza: copertina di Superman: Son of Kal-El, Volume 2