Look Back di Tatsuki Fujimoto | Recensione
Look Back nasce come oneshot creato dal genio di Tatsuki Fujimoto, conosciuto dai più per aver creato Chainsaw Man, ed ha commosso fan in ogni parte del globo grazie alla sua umanità e alla sua direzione artistica. Un successo incredibile per un autore così giovane, specialmente se si considera anche l’ottenimento di un adattamento cinematografico di alto livello. Per celebrarne il rilascio internazionale, scopriamo perché Look Back è un vero capolavoro. Trama di Look Back Fujino è una ragazzina in quarta elementare responsabile della creazione di strisce a fumetti per il giornale della scuola. I suoi disegni le hanno donato una certa popolarità tra i suoi compagni, che la stimano e aspettano con ansia le sue nuove creazioni. Nonostante il successo che riceve grazie alle sue strisce comiche, Fujino non sembra realmente interessata a diventare una mangaka, anche se si vanta delle sue abilità artistiche. È convinta che nessun’altra persona nella scuola possa competere con lei. Le viene proposto di condividere il suo spazio con un’altra studentessa: Kyomoto, una studentessa hikikomori. Le doti della ragazza sbalordiscono Fujino che, improvvisamente spiazzata dalla nuova concorrenza, decide di acquistare libri e guide per migliorare i suoi disegni, concentrando ogni suo sforzo con l’obiettivo di diventare migliore. Questa spasmodica dedizione all’arte porta Fujino a trascurare la scuola e i rapporti con i suoi compagni, al punto da destare preoccupazione da parte della sua famiglia. Durante l’ultimo anno delle elementari, Fujino getta la spugna; i lavori di Kyomoto restano ancora di un livello superiore al suo. La nostra studentessa decide, quindi, di godersi il suo ultimo anno e tornare a prendersi cura gli aspetti della sua vita che aveva tralasciato. La fine dell’ultimo anno segnerà la vita di entrambe in modo indelebile. Infatti, Fujino verrà incaricata di consegnare il diploma a Kyomoto dopo che quest’ultima ha continuato a non uscire mai di casa. L’arrivo di Fujino scatenerà in Kyomoto le emozioni necessarie a farle fare i primi passi fuori casa per poter, finalmente, incontrare il suo idolo. Le lusinghe ricevute da colei che ha considerato una rivale riaccendono lo spirito creativo in Fujino, decidendo seduta stante di riprendere a disegnare. Da quel momento le due diventano inseparabili ed essenziali per la crescita, sotto ogni aspetto, dell’altra. Nasce un’amicizia davvero speciale tra le due, un rapporto che durerà fino alla fine delle scuole superiori quando si separeranno, intraprendendo strade diverse e lascando Kyomoto, che decide di continuare i suoi studi in un’accademia d’arte, estremamente delusa. La vita ha in serbo ancora altri eventi per le due ragazze. Ad esempio, Kyomoto riuscià a diventare una mangaka di successo creando Shark Kick e a proseguire i suoi studi. Tutto sembra procedere per il meglio fin quando Kyomoto non viene uccisa durante il massacro avvenuto nell’accademia che frequenta per mano di un uomo armato di piccone.  Fujino è devastata dalla notizia, comincia a guardarsi indietro e a rimpiangere di aver tirato Kyomoto fuori da casa sua ma, soprattutto, comincia ad addossarsi la colpa per la sua morte prematura. È qui che Look Back comincia a mostrarci i suoi punti di forza facendoci vedere tutto lo spettro di emozioni che Fujino prova nell’andare avanti. Ci riuscirà? In che modo cambierà la sua vita?  Analisi e recensione di Look Back Senza alcun dubbio è possibile dire che Fujino è la protagonista principale di Look Back, mentre Kyomoto svolge più un ruolo da spalla. Si può dire anche che non ci siano altri personaggi di rilievo o degni di esser ricordati. Quest’assenza di un cast esteso da altri personaggi va ad aumentare il senso di intimità creato dalla storia. Sentore che continua a permeare l’opera quando se ne analizzano i personaggi. In Look Back non abbiamo caricature o archetipi meramente dotati di nome; abbiamo delle persone con i loro pregi, difetti e peculiarità che le rendono imperfette. Da un lato abbiamo Fujino, vanitosa e fierissima ma allo stesso tempo anche capace di abbandonare il disegno perché non riesce a reggere la competizione e il confronto. Dall’altro abbiamo Kyomoto che, a conti fatti, parla ben poco, è una hikikomori che passa i suoi giorni china a disegnare ed è, palesemente, spaventata dalle persone/interazioni sociali ma è, contemporaneamente, capace di superare qualsiasi ostacolo le si ponga davanti pur di poter inseguire i propri sogni. Entrambe infrangono le aspettative di personaggi felici, basilari e sempre allegri per mostrarci la loro umanità nelle virtù e nelle contraddizioni che le rendono vere. La verità non nasce solo dall’esperta scrittura di Fujimoto ma anche dalla sua stessa vita. Una volta notato, è impossibile non vedere che i nomi delle protagoniste siano stati partoriti dalla scissione del cognome dell’autore stesso, quasi a dimostrare palesemente che Fujino e Kyomoto non sono altro che aspetti di Fujimoto stesso. I riferimenti alla sua vita sono lampanti per i fan dell’autore ma, tra i vari, è bene citare alcuni dei più significativi. Ad esempio, la scena in cui la sorella di Kyomoto è preoccupata per lei è completamente autobiografica, ripetendo parola per parola quanto detto dai genitori di Fujimoto. Entrambi pubblicano lo stesso esatto numero di oneshot prima di veder serializzata una propria opera, condividono lo stesso amore per il cinema dell’autore e Kyomoto segue lo stesso percorso di Fujimoto scegliendo di andare ad una scuola d’arte dopo  il liceo. I riferimenti ad altre opere amate da Fujimoto sono innumerevoli e arrivano fino a Chainsaw Man, ultima opera in corso dell’autore che ha portato il suo nome sulla bocca di tutti, parallelo a Shark Kick che ne copia la composizione delle copertine. Il pezzo di vita di Fujimoto più significativo sta, forse, nel nome di Kyomoto e, con certezza, nella data di uscita di Look Back su Shonen Jump+. Il 18 luglio 2021 segna il secondo anniversario dell’incendio della sede della Kyoto Animation cuasato da un piromane nel nome di un presunto plagio. Plagio che sarà il movente dell’uomo che ucciderà Kyomoto, accusandola di avergli rubato un’idea. Non sappiamo se Fujimoto abbia perso qualcuno di a lui caro nell’incidente ma, in ogni caso, questo evento servirà ad onorare le persone che hanno perso la vita durante l’incendio e come catalizzatore per la crescita di Fujino. Per qualche momento la storia si sposta su scenari paralleli, dei what if spontanei nella mente di chiunque trovi la propria vita stravolta da una tragedia o si trova a dover gestire un’immensa delusione. Vediamo Fujino salvare Kyomoto malmenando l’aggressore con un livello di esagerazione delle sue capacità fisiche possibile, appunto, solo nella propria immaginazione. Ogni scena che segue la morte di Fujino è cruda, struggente e spietatamente vera; capaci di destabilizzare il pubblico in un modo visto pochissime volte in altre opere. Arte e amore per l’arte  Look Back è un gioiellino narrativo pur avendo pochissimi dialoghi. La penna di Fujimoto non è solamente capace di scrivere storie che penetrano l’animo umano, è anche capace di rappresentarle con i suoi disegni. La direzione artistica di Look Back è senza eguali nel campo degli oneshot. Non mancano gli scenari realistici e dal tratto pulito, ma il punto forte dell’opera restano le espressioni facciali. Ogni singola vignetta racconta più di mille parole e, pur spendendone pochissime durante tutta l’opera, trasmette pienamente ogni sfumatura dello stato d’animo dei personaggi. In particolare, questa maestria brilla più splendente del sole verso la fine dell’opera; le tavole che ritraggono Fujino sono ricolme dei suoi sentimenti, specialmente il momento in cui ci viene mostrata la sua espressione dal basso. Una scena in cui, anche se solo per un momento, siamo capaci di sentire tutto il peso sulle spalle di Fujino e il rimorso che prova guardando indietro, guardando la sua vita e il modo in cui ha cambiato quella di Kyoomoto portandola verso la sua fine. Le mani di Fujimoto non sono state solo capaci di trasmettere questi elementi più palesi ma anche alcuni più simbolici e astratti. Basti pensare alle scene che ci mostrano corridoi e porte, dei riferimenti al passaggio in realtà diverse, al cambiamento e forse alla vita stessa che, purtroppo, non è sempre priva di rimpianti e paure da affrontare per quanto, umanamente, preferiremmo aprire una porta e trovarci in un mondo dove non dobbiamo farlo. Una chicca assolutamente da notare trascende l’opera stessa coinvolgendo i volumi stessi. Infatti, all’inizio troveremo scritto «Don’t» e alla fine «in anger» che, combinati col titolo in mezzo ci danno «Don’t look back in anger» (non guardare indietro con rabbia), una nota canzone degli Oasis, inno al guardare avanti al futuro e non al passato. È questo il motivo per cui Fujino riesce finalmente ad andare avanti, non è giacendo inerme che cambierà la realtà riportando in vita Kyomoto. Fujino decide di andare avanti, di riabbracciare il disegno, che aveva abbandonato ancora una volta, di portare avanti Shark Kick, l’opera di Kyomoto, e di portare quindi avanti lo spirito creativo di Kyomoto stessa. Decide di andare avanti guardando il futuro con occhi nuovi e un rinvigorito spirito creativo per onorare la sua compagna, per tenerne in vita i ricordi o per creare arte. La risposta al perché Fujino decide di riprendere a disegnare tende a esser personale, non avendo una risposta specifica dataci dall’autore, e dettata dalla vita chi per un po’ vive in Look Back. Generalmente, guardando le reazioni dei lettori, Look Back sembra esser stato una scintilla che ha fatto bruciare l’animo di molte persone, una passione creativa e devota alla creazione. Creazione che va intesa come assoluto atto di volontà e sforzo, non esonerata dalle difficoltà di ogni arte e che spinge ad abbracciare quelle stesse difficoltà che forgeranno innumerevoli nuovi artisti. Conclusioni Look Back è profondamente intimo e umano come pochi autori sanno fare. La direzione artistica immacolata e perfetta servono come altra metà della storia narrata, senza che l’una prevalga sull’altra. Storia che, in aggiunta, mette a nudo alcuni degli aspetti più fragili di Tatsuki Fujimoto con una delicatezza straordinaria e non curante della paura di mostrarsi al pubblico. Look Back è, sia sotto forma di manga che di film, un lampo, un piccolo e breve momento nella nostra vita che finirà per segnarla per sempre. Nello specifico, l’adattamento cinematografico è straordinario, capace di trasportare magistralmente la storia sul grande schermo e di essere definito come l’adattamento perfetto da parte di Fujimoto. Look Back è un inno alla vita, alla crescita e all’arte, un grido atto a smuovere gli animi di artisti da tutto il mondo per mostrare quanto sia magnifica e umana l’arte, specialmente in un mondo che non apprezza i propri artisti e li insulta con l’AI. Fonte immagine: copertina del film su Amazon Prime Video