Slam Dunk sta per riapprodare nelle sale cinematografiche italiane grazie all’etichetta Anime Factory (branca della Plaion Pictures) per un evento speciale; la proiezione del nuovissimo lungometraggio dedicato alla serie: The First Slam Dunk, dal 10 al 17 maggio.
Ci è sembrata l’occasione perfetta per spendere due parole su uno dei più grandi capolavori dell’editoria a fumetti giapponese, firmata dall’inconfondibile pennino del maestro Inoue Takehiko.
Slam Dunk è uno spokon serializzato dal 1990 al 1996, e racchiude l’incredibile percorso di crescita del protagonista Sakuragi Hanamichi e dei suoi compagni di squadra dello Shohoku in 31 tankōbon (nella nuova ristampa di Panini Comics sono stati condensati in 20 volumi, con un suddivisione narrativa diversa dall’originale) di cui i singoli capitoli venivano pubblicati, con cadenza settimanale, sulla nota rivista Weekly Shōnen Jump dell’editor nipponico Shūeisha.
Il fumetto vincitore del 40° Premio Shōgakukan per i manga (nella categoria shōnen) è una delle più imponenti icone giapponesi degli anni 90, responsabile principale per l’esplosione dell’interesse nei giovani verso la pallacanestro nel Sol Levante.
Inoue è sempre stato innamorato del basket, e lo si capisce dalla prima volta che Hanamichi tocca la sfera arancione.
È proprio così che un teppista dal cuore tenero inizia la sua scalata verso il titolo di Genio del Basket (ovviamente auto insignito).
Sakuragi è un personaggio splendido perché incredibilmente relatable, divertente, determinato, dinamico e intenso (come suggerisce il suo distintivo pompadour rosso fuoco).
La genialità di Slam Dunk si cela proprio nella sua formula: è la classica storia dello sfigato che trova un modo di riscattarsi e raggiunge risultati strabilianti tramite il duro lavoro, i sacrifici e l’aiuto dei suoi compagni.
Ma, attenzione, l’opera cult di Inoue non è adatta solo a un pubblico di appassionati alla pallacanestro, anzi, tutt’altro!
Il mangaka originario di Ōkuchi è riuscito a bilanciare con maestria i momenti slice of life, più comici e drammatici, e quelli al cardiopalma delle partite, illustrate con expertise sempre più eccezionale, arrivando, verso i volumi conclusivi, a vette di iperrealismo che devono essere viste per capire di cosa stiamo scrivendo.
Vi sfidiamo a leggere Slam Dunk e a non sussultare a ogni singolo dribbling del playmaker Miyagi Ryōta, urlare a squarciagola per le poderose stoppate dello scimmiesco capitano e pivot dello Shohoku, Akagi Takenori, e innamorarvi del fantasismo dell’idolo delle donne, Rukawa Kaede, compagno di squadra e eterno rivale di Hanamichi (sia in campo che in amore).
Al di fuori dell’ambito fumettistico, Inoue Takehiko ha creato nel 2006 il Programma Borsa di Studio Slam Dunk, in collaborazione con Shūeisha, per promuovere ulteriormente la popolarità del Basket in Giappone. Ai vincitori viene consegnata una borsa di studio accademia e atletica per un percorso di formazione presso la South Kent School, nel Connecticut (USA).
È proprio grazie a queste dimostrazioni di amore nei confronti dello sport che, nel 2010, ha ricevuto degli elogi speciali dalla Federazione cestistica del Giappone, per il suo intenso operato.
Concludiamo con una piccola chicca che magari vi invoglierà ancora di più a leggere il capolavoro del maestro Inoue: Slam Dunk è ambientato, per la maggior parte degli eventi, nella regione dello Shōnan, con un focus sulla città costiera di Kamakura.
È possibile visitare alcuni luoghi del fumetto, tra cui lo spot più famoso e fotografato, presente anche nell’opening dell’adattamento animato: la stazione di Kamakurakōkōmae, a poche fermate da quella di Enoshima.
Insomma, i motivi per fiondarsi al cinema il 10 maggio sono molteplici, come quelli per recuperare il manga, se ancora non l’avete letto.
Quindi, ci limitiamo a dirvi buona visione e buona lettura!
Fonte immagine di copertina: Wikipedia