Il lavoro dei sogni in Italia? Sfilare in passerella. Perché la moda è al primo posto e che cosa dice sulle nostre ambizioni.

In Italia il lavoro dei sogni è fare il modello o la modella. A dirlo è uno studio di Jobseeker che ha raccolto dati da ogni angolo del pianeta, alla ricerca delle carriere più ambìte in ciascun paese del mondo. 

E mentre al primo e al secondo posto, su scala globale, vincono la carriera di pilota d’aereo e quella di assistente di volo, mentre le attività legate ai social media e al mondo digitale, come fare i blogger o gli influencer, attraggono una platea di aspiranti sempre più ampia, nel Bel Paese è la moda a esercitare la forza d’attrazione maggiore.

Senza saltare a conclusioni affrettate, cerchiamo di capire perché. Che cosa dice questo risultato su di noi e sulle nostre ambizioni?

 

Moda e stile di vita: un connubio tutto italiano

In Italia la moda non è soltanto un settore economico: è parte integrante della cultura e dell’identità nazionale. 

Rappresenta un patrimonio di creatività e talento riconoscibile – e riconosciuto – a livello globale: alcuni dei marchi più iconici, delle sfilate più importanti, delle modelle più note sono italiani. Insieme al design, all’arte e all’architettura, la moda contribuisce a portare la nostra idea di eleganza e bellezza nel mondo. Insieme alla cucina e all’artigianato, celebra il valore del Made in Italy.

Dal punto di vista della comunicazione mediatica, dalle pubblicità degli anni Ottanta alle attuali campagne sui social media, la moda italiana ha saputo rinnovarsi e adattarsi ai tempi, promuovendo non solo abiti, ma uno stile di vita che evidentemente continua a fare presa.

Alla luce di queste considerazioni, non stupisce che la moda si presti, più facilmente di altri settori professionali, a stimolare sogni e ambizioni. Né stupisce che la professione più desiderata, in questo ambito, sia quella che dà più visibilità: la più glamour. Almeno in teoria.

 

Al di là del sogno: la realtà del mestiere

 

In pratica, come si diventa modelli/e? La prima difficoltà consiste proprio nel fatto che, a differenza di altri mestieri del fashion, il percorso non è così chiaramente definito.

Esistono scuole di portamento e corsi di formazione, ma non è semplicissimo capire quali siano quelli realmente professionalizzanti, né valutare con completa cognizione di causa il rapporto tra costi e benefici. 

La maggior parte delle persone che vuole intraprendere questa strada deve affidarsi ad agenzie specializzate, che svolgono un ruolo intermediario fondamentale indirizzando i candidati verso i casting e le varie produzioni di settore, dalle sfilate alle promozioni pubblicitarie.

La competizione è molto alta e le carriere, in genere, di breve durata, con standard estetici ancora molto severi, nonostante negli ultimi anni si siano registrate crescenti aperture.

Dietro la diffusa ambizione a diventare modelli/e, è lecito chiedersi se la consapevolezza del percorso sia altrettanto diffusa o se invece si limiti all’apparenza patinata. A questo proposito, viene in mente un monito: «È un mondo che sa essere molto crudele, complicato e brutale. […]. Diciamo che la moda è interessante, fare la modella no». Parola niente meno che di Carla Bruni [1]. 

Le opportunità nella moda e nei campi correlati

L’unico modo per trasformare i sogni in realtà è approcciarsi al mondo della moda con concretezza, determinazione e perseveranza.

Prima di tutto, chi vuole diventare modello o modella deve preparare un portfolio professionale. Meglio, inizialmente, mostrare versatilità, evidenziando punti di forza adattabili a diversi ruoli e stili.

Secondo passo: contattare agenzie serie e affidabili, e non avere mai fretta di concludere un accordo (prima conviene sempre verificare con estrema attenzione clausole e termini contrattuali). 

Nel frattempo, è consigliabile partecipare a casting e sfilate minori per accumulare esperienza e fare networking, nonché sfruttare in modo strategico i social media.

Ciò detto, chi ama la moda farebbe bene a considerare il settore nella sua totalità e valutare i tanti ruoli correlati, dal fashion designer che disegna gli abiti al sarto che li realizza, dal product manager che gestisce il ciclo di vita del prodotto al visual merchandiser, che allestisce vetrine e spazi commerciali. Per non parlare del comparto di promozione e marketing, che ha bisogno di creativi, copywriter, social media manager per comunicare e creare hype intorno all’immagine del brand. 

Si tratta insomma di un ambito dinamico che richiede una pluralità di competenze, che vanno ben oltre la passerella.    

Per concludere

Sfilare con gli abiti delle case di moda che rappresentano l’eccellenza italiana in fatto di bellezza e stile è un’ambizione tutto sommato comprensibile. 

Il percorso per diventare modelli/e richiede però un approccio realistico, per affrontare tutte le tappe (e le sfide) che implica. 

D’altra parte, chi ama la moda e vuole dare il proprio contributo a questo importante settore dell’economia e dell’identità italiana, può prendere in considerazione le tante, e indispensabili, professionalità che ruotano intorno alla passerela.

[1] Marie Claire: intervista di Fabrizia Mirabella a Carla Bruni

https://www.marieclaire.it/attualita/gossip/a34770384/carla-bruni-album/

 

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