Al MANN, Un tesoro di luci e foglie di Danilo Ambrosino

Al MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, inaugurata venerdì, 17 marzo 2023, “Un tesoro di luci e foglie”, la nuova interessante mostra personale di Danilo Ambrosino, a cura di Alessandra Pacelli e Olga Scotto di Vettimo.

Visitabile fino al 1 maggio 2023, la mostra “Un tesoro di luci e foglie”, che gode del Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee,  è il primo evento espositivo ospitato nel Giardino della Vanella, il nuovo incantato polmone verde del Museo, riaperto di recente dopo i lunghi lavori di riqualificazione che hanno ridato nuovo splendore all’ottocentesco giardino con la famosa peschiera voluta da Amedeo Maiuri, una fedele riproduzione in scala di un’originale piscina marittima romana. 

Il tema della mostra “Un tesoro di luci e foglie”

Dopo il gran successo nel 2020-2021 della sua personale “LEIB_il corpo vivente” l’artista partenopeo, Danilo Ambrosino, torna per la seconda volta al MANN per proporre con un corpus di 10 opere (tutte di grandi dimensioni) un nuovo tema: la natura, raccontata attraverso la bellezza e il fascino antico delle piante del nostro Mediterraneo, quali palme, cactus, bambù, agavi, filodendri; piante stilizzate che si armonizzano alla perfezione con le rose iceberg e i papaveri orientali di questo elegante giardino.

Un tema nuovo, ma non completamente scollegato dalla precedente mostra, come ci ha spiegato lo stesso artista, “In “LEIB” ho rappresentato dei corpi di combattenti, di gladiatori, ma oggi penso che i veri combattenti siano in realtà le piante, piante che devono sopravvivere ogni giorno alla siccità, alle inondazioni, agli incendi”.

Le forme di queste piante stilizzate, a guardarle attentamente, sembrano infatti lance, scudi, bastoni, scudi che stanno lì  a voler dimostrare la loro resilienza rispetto a un mondo sempre più ostile.

Danilo Ambrosino, secondo le curatrici Alessandra Pacelli e Olga Scotto di Vettimo

Il nuovo lavoro di Danilo Ambrosino – dicono le curatrici  –  è il racconto di un giardino incantato, un richiamo alla grande bellezza di stucchi e ori delle nostre cattedrali: c’è Bisanzio e c’è il mondo arabo, c’è la pittura rinascimentale coi suoi ori che tutto congelano nel tripudio dell’ascesi, e c’è il Pop del sentire contemporaneo, con il gusto del dettaglio esaltato a prendersi la scena. E c’è il riconoscimento dell’intelligenza delle piante, il loro immutato attraversamento di secoli e geografie, il sapersi mostrare sempre seducenti, in un racconto poetico che non conosce sazietà. La pittura si fa  portavoce di ecologismo non più dolente ma gioioso, che riconosce alla pianta il ruolo di primadonna che sa opporre la propria grazia allo sfinimento del mondo.”

Un paesaggio dorato, sospeso tra il mito, la storia e la realtà

Un paesaggio suggestivo cristallizzato in dipinti realizzati su supporto di lastre di alluminio con la tecnica di fusione di smalti che si stagliano su un fondo in foglia d’oro: oro che esalta la lucentezza, oro simbolo della grande bellezza, oro che in queste opere trasforma le piante in icone. Icone che rimandano ai magnifici mosaici bizantini, alle nostre tradizioni, all’aureo passato delle civiltà del Mediterraneo.

 

Come dichiara lo stesso Direttore del MANN, Paolo Giulierini, “ C’è un sontuoso palazzo in Siria, il palazzo reale di Mari, con degli affreschi strepitosi raffiguranti alberi della vita stilizzati, quando ho visto per la prima volta queste piante stilizzate su fondo oro mi hanno subito rimandato a quel palazzo. Queste piante sono simboli che richiamano l’età del bronzo dell’Oriente, i palazzi dei faraoni  dell’Egitto, ma lanciano altresì un messaggio contemporaneo : l’attenzione alla natura e l’impegno che un museo deve in qualche modo mantenere, investire non solo nell’educazione all’antico ma soprattutto nell’idea di trasmettere alle nuove generazioni non solo l’arte ma anche questo mondo contemporaneo che rischiamo veramente di perdere. Voglio ringraziare Danilo Ambrosino, le curatrici, Alessandra Pacelli e Olga Scotto di Vettimo, gli architetti, Silvia Neri e Marinella Parente per l’allestimento dei giardini. La nostra intenzione è di prorogare la mostra almeno fino a tutto maggio, fino all’inaugurazione della grande mostra su Alessandro Magno con la ricostruzione dei giardini d’Oriente e dell’India”.

In occasione dell’inaugurazione Wine&Thecity ha allietato la serata con una degustazione di vini della cantina irpina Terredora e di prodotti da forno artigianali di Rescigno. 

Il progetto espositivo è stato realizzato con il supporto di Srisorting e Cyclone Cem e la collaborazione di Tenevents.

Noi di Eroica Fenice, abbiamo molto apprezzato le opere di Danilo Ambrosino, luminescenti visioni botaniche, che hanno reso ancor più prezioso l’ottocentesco Giardino della Vanella che in primavera è una vera meraviglia.  Assolutamente consigliata la visita.

Fonte immagini: Ufficio Stampa (opere di Danilo Ambrosino, ph Danilo Donzelli); foto giardino (archivio personale)

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Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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