APHRODISIA, la mostra personale di Michele Iodice, a cura di Gallerie Riunite, dal 21 settembre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
APHRODISIA è stata concepita da Michele Iodice come omaggio al MANN, dove l’artista partenopeo ha lavorato, a partire dagli anni Ottanta, per circa quarant’anni, dapprima come artista, educatore, organizzatore di mostre, eventi e spettacoli teatrali, e poi da funzionario.
Per la mostra, Michele Iodice si è avvalso della collaborazione scientifica dell’archeologo e docente di Archeologia classica Umberto Pappalardo e della curatela di Kathryn Weir, critico d’arte e direttrice artistica del Museo Madre di Napoli.
«Aphrodisia unisce idealmente e fisicamente l’antico e il contemporaneo, gender e cultura, scultura, muscolatura, curve, parti di corpi morbidi e solidi, per creare un ambiente totale di erotismo e bellezza».
Da dove deriva il titolo APHRODISIA?
Il titolo molto suggestivo di APHRODISIA ci porta subito nella lontana omonima città anatolica, dove un tempo sorgeva un santuario dedicato al culto di Afrodite, dea dell’Amore e della Bellezza, ma Michele Iodice, quando ha pensato al titolo da assegnare al suo lavoro, aveva in mente ben altro.
Il nome APHRODISIA, derivante dal greco antico, denota gli atti sessuali provocati dall’urgenza del desiderio, desiderio che può affievolirsi, essere represso o al contrario alimentato sollecitando i sensi attraverso immagini erotiche, profumi o la semplice visione di sensuali corpi svelati. Ed è proprio la sensualità ad aver ispirato Michele Iodice per il titolo e il tema della sua mostra.
Una mostra concepita proprio dalle suggestioni, dalle esperienze estetiche vissute nel corso dei lunghi anni trascorsi all’interno del Museo a contatto ogni giorno con il fascino e la sensualità emanati dalle tante opere presenti nei suoi ampi spazi espositivi: dagli antichi manufatti erotici presenti nel Gabinetto Segreto per l’Eros alle tante sculture nude e pose conturbanti di Afrodite e di altre divinità ed eroi esposti lungo le gallerie e le sale del museo.
APHRODISIA: la sera dell’inaugurazione
All’inaugurazione di giovedì 21 settembre, la mostra è stata introdotta dal direttore del Mann Paolo Giulierini insieme alla direttrice del Museo Madre, Kathryn Weir, all’archeologo Umberto Pappalardo e dallo stesso Iodice in una sala gremita di tanti amici, colleghi e semplici visitatori curiosi.
«Sono rimasto molto colpito dalla delicatezza con cui Michele ha affrontato il tema della sensualità e dell’erotismo — commenta il direttore Paolo Giulierini — un tema complesso che riguarda ogni tempo e soprattutto questo tempo, un tema altamente educativo. A mio modesto avviso è una mostra a cui farei partecipare tante scuole come elemento educativo, per far comprendere che il mondo della sessualità, dell’Eros è un mondo che attinge al proprio subconscio al proprio Io, alla propria educazione: al non aver paura dei tabù, al non aver paura di considerare, non il diverso, ma l’Altro. Noi dobbiamo continuare a riflettere su questi temi e il nostro museo deve essere portatore, non di certezze, ma di problematiche, di discussioni».
Il fil rouge di APHRODISIA: una questione di sensualità e punti di vista
Nel suo intervento l’artista Michele Iodice tiene a precisare al suo pubblico: «l’elemento che unisce tutto è la sensualità, ma principalmente il punto di vista: ognuno di noi ha un punto di vista rispetto al proprio Eros e alla concezione dell’Eros. Quindi ho creato anche dei momenti all’interno della mostra per dare la possibilità ad ognuno di poter confrontarsi con il proprio punto di vista, oltre che affrontare il tema, spesso trattato in modo morboso, con una certa leggerezza» — conclude l’artista.
APHRODISIA: il percorso espositivo
All’inizio del percorso, i visitatori sono accolti da un video immersivo che proietta immagini girate di notte nel Museo e che svela con un abile montaggio le statue che si concedono ad Afrodisia. Procedendo nelle sale successive pervase da un sensuale profumo speziato di rosa e geranio (una fragranza del brand Mendittorosa unisex), segno antico dell’essenza impalpabile del divino, si scoprono oggetti di diverse forme, materiali e dimensioni (corni, fauni, falli) o minimali disegni, che rimandano a dionisiache danze o a erotici gesti, evocando in alcuni casi, l’eleganza delle stampe giapponesi dello Shunga. Danzanti sculture di terracotta sono visibili dalle mensole delle grandi librerie di ferro o fanno capolino da piccole fessure segrete e altre sculture di più grandi dimensioni, realizzate con elementi antichi rivisitati o con frammenti di oggetti trovati, dialogano con la presenza di reperti archeologici, selezionati dalle collezioni del Museo.
A conclusione del percorso la scultura di un ermafrodito, «un chiaro riferimento — come spiega il direttore Giulierini nel presentare la mostra — al mondo antico e al mito greco che narra di due entità, maschile e femminile, che per amore si unirono in una persona sola».
Gli incontri di APHRODISIA
Durante il periodo di esposizione della mostra APHRODISIA di Michele Iodice, vi saranno una serie di incontri con esperti provenienti da diverse discipline come la letteratura, approfondendo l’importanza dell’eros nella letteratura classica come le opere di Ovidio e di Saffo, e l’archeologia, che metterà in luce l’erotismo nell’arte antica, analizzando la presenza di sculture e raffigurazioni che esprimono l’amore e la sessualità nelle diverse civiltà. Gli incontri includeranno approfondimenti psicologici su APHRODISIA, esplorando i meccanismi del desiderio, dell’attrazione e delle dinamiche relazionali.
Gli incontri forniranno al pubblico l’opportunità di riflettere su APHRODISIA e approfondire la sua comprensione attraverso le diverse prospettive rivolte ad un argomento intrinsecamente legato all’essere umano
Michele Iodice, breve bio
Artista e designer, Michele Iodice ha costruito attraverso più di trent’anni una carriera internazionale negli arti visive, scenografiche e nel design, partendo dal teatro dei pupi napoletani.
Nel corso degli anni, ha realizzato numerose mostre come Reperti impossibili al MANN e al Museo Edwin Cerio di Capri, installazioni come La natività a Santa Patrizia, Pagan feast, a Boston nel Museo Isabella Gardner Stewart, e le diverse Migrazioni, realizzate a Reims, Parigi, Stoccolma ed a Leksand. Inoltre, tra le sue scenografie, si ricorda quella per l’opera R.A.M. di Edoardo Erba al Teatro Parenti di Milano. La grotta/studio di Michele Iodice al rione Sanità, che funge da spazio di lavoro ed esposizione, è in sé concepita come una scenografia.
Informazioni sulla mostra:
Mostra: APHRODISIA, a cura di Gallerie Riunite
Artista: Michele Iodice
Data: 21 settembre – 20 novembre 2023
Luogo: Museo Archeologico di Napoli
Orario: 09:00 – 19:30 (chiuso il martedì)
Fonte Immagini: Archivio personale (foto delle opere dell’artista Michele Iodice alla mostra APHRODISIA)
One Comment on “APHRODISIA, la mostra di Michele Iodice al Mann”