Lo scultore Jago ha fatto dell’arte un brand e il suo studio nel Rione Sanità, nella chiesa che dà accesso al Borgo delle Vergini ne è la dimostrazione. La chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi ospita il laboratorio e museo di Jago dove ha creato la sua opera più celebre, la Pietà.
Negli ultimi anni la chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi è stata testimone della creazione di alcune opere maestose, ospitando una moltitudine di sculture in un allestimento in continua evoluzione. Lo Jago Museum si pone l’obiettivo di sviluppare progetti innovativi di informazione, intrattenimento ed in valorizzazione del patrimonio storico-artistico del Rione Sanità, storico quartiere di Napoli.
Jago nome d’arte e pseudonimo di Jacopo Cardillo nato ad Anagni nel 1987, scultore italiano del marmo e grande comunicatore di se stesso e della sua arte. Forte di una formazione da autodidatta, dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Artistico, si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone che presto abbandona. Protagonista di mostre di grande successo, dalla prima personale organizzata a Roma, in Palazzo Bonaparte, alla collettiva Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente, andata in scena a Bologna a cavallo tra 2022 e 2023. Nonostante la sua giovane età, ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali: la Medaglia Pontificia, il premio Gala de l’Art di Montecarlo, il premio del pubblico Arte Fiera di Bologna, e l’investitura come Mastro della Pietra al MarmoMacc. A Napoli ha scelto di insediare il suo studio, nella chiesa barocca di Sant’Aspreno ai Crociferi, intitolata al primo vescovo di Napoli, nel rione Sanità.
Jago racconta il perchè proprio nella Sanità: «Nel quartiere Sanità c’è il futuro, c’è terreno fertile e creatività. Ho scoperto anime di chi si dà da fare; gli scultori dell’umanità, persone che plasmano materiale umano. È un luogo che ha tutte le carte in regola per essere uno dei centri culturali più importanti d’Italia, perché è una realtà che sta già vincendo tutto dal punto di vista della qualità e dell’accoglienza».
Ecco perché, proprio alla Sanità il Museo Jago, un’opportunità per riaprire al pubblico la Chiesa, dove l’artista ha lavorato a porte chiuse alla sua opera più celebre, la Pietà e negli ultimi mesi è stato impegnato con la realizzazione di Aiace e Cassandra.
Il museo di Jago a Napoli e le sue opere
Il museo espone “la Pietà” l’opera più famosa dello scultore che rappresenta un uomo che regge una persona, afflitto dal dolore. La scultura in marmo é a grandezza naturale, rappresenta il raccoglimento e il dolore. Altra opera è quella di Aiace e Cassandra, al culmine della guerra di Troia, i combattenti e gli eroi greci si macchiarono di crimini orribili ai danni dei troiani e tra questi, come racconta il mito, spicca su tutti lo stupro di Cassandra. Tra le altre opere della mostra è possibile ammirare anche il Muscolo Minerale, un cuore scavato all’interno di un blocco di marmo e conservato in un sasso.
Jago spiega perchè proprio la chiesa di Sant’Aspreno: «Dietro i luoghi e i loro contenuti c’è sempre l’umanità di chi ha immaginato, quella di chi ha costruito, l’umanità di chi ha abitato e abbandonato, l’umanità di chi ha recuperato e quella di chi verrà».
L’ingresso si può prenotare sul sito delle Catacombe di Napoli o dello Jago Museum con un biglietto di 8 euro, che permette di visitare anche il Figlio Velato, ispirato al Cristo Velato di San Martino, custodito presso la Basilica di San Severo fuori le mura.
La sua storia di amore per Napoli prosegue quindi con la nascita del museo nello storico quartiere pieno di contrasti, ai piedi della collina di Capodimonte. L’artista ha scelto l’ex chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi, abbandonata da più di 40 anni, come laboratorio d’eccezione, in cui invita i ragazzi della zona a conoscere la sua attività e a seguirlo mentre lavora, trovando una forte intesa con la fondazione di Comunità San Gennaro e la Cooperativa Sociale La Paranza.
«Napoli è mille colori e qualcuno se n’importa». Il verso della famosa canzone di Pino Daniele si potrebbe parafrasare così, visto che in questo periodo il capoluogo campano pullula da qualche anno di nuove iniziative e progetti promossi da cittadini, artisti e istituzioni culturali.
Lo scultore Jago non ama molto commentare il suo operato, ma preferisce cogliere le reazioni altrui. «Nella vita ho fatto esercizio d’ascolto e rubato con gli occhi. E ancora posso imparare molte cose dalle storie incredibili dei ragazzi e della gente comune», aggiunge che non ha seguito studi specifici, ma che si ispira spesso ai grandi maestri del passato, in modo personalizzato senza condizionamenti.
Fare “scultura” significa anche riuscire a cambiare le dinamiche di un luogo. Jago pensa che in una vita di fallimenti, per scolpire qualcosa, bisogna prima romperla. Da un materiale che in partenza è potente e contiene tutte le forme, lui ne tira fuori solamente una. Questa è la vera responsabilità dell’artista.
Insomma, nella bellissima atmosfera che offre il quartiere Sanità di Napoli, Jago ha trovato terreno fertile per la promozione e la valorizzazione delle sue opere, ottenendo un enorme successo.
È possibile visitare lo Jago Museum dal lunedì al giovedì dalle 10:00 alle 13:00 e dal venerdì alla domenica, dalle 10:00 alle 17:00.