La Sala del Capitolo del complesso di San Domenico Maggiore di Napoli ha ospitato nel pomeriggio di sabato 14 dicembre la presentazione di Fate come se non ci fossi, il nuovo libro di Marco Presta pubblicato da Einaudi. Un evento voluto dall’associazione culturale e sociale GuapaNapoli, il cui fondatore Armando Grassitelli ha fatto da introduttore.
Chi è Marco Presta
Al pubblico radiofonico il nome di Marco Presta è sicuramente noto, dato che assieme ad Antonello Dose conduce la trasmissione radiofonica Il ruggito del coniglio in onda su Radio 2 da 25 anni. All’attività di conduttore radiofonico alterna anche quella di attore e di scrittore di spettacoli teatrali, potendo vantare collaborazioni con Andrea Camilleri, Luca Ronconi e Aldo Trionfo, nonché quella di autore per la televisione prendendo parte a trasmissioni quali UnoMattina e Petrolio in qualità di editoriale satirico. Ultima, ma non meno importante, la sua attività di scrittore che lo ha portato alla pubblicazione di sette libri che diventano otto con Fate come se non ci fossi.
Fate come se non ci fossi. Frammenti di vita quotidiana conditi dall’umorismo
Marco Presta considera la sua ultima fatica letteraria come un «taccuino di riflessioni», una serie di racconti che illustrano episodi della propria vita familiare e lavorativa legati dal fil rouge dell’umorismo. Una caratteristica che per l’autore è sia una fortuna «perché ti permette di superare qualsiasi cosa», ma anche una sfortuna «perché non puoi incazzarti». Egli ci delizia raccontando alcuni episodi biografici tratti dalla propria vita, che vanno dalla spesa di indumenti intimi a cui la moglie lo costringe a un richiamo ricevuto dal capo di stato maggiore per una battuta sulla vicenda di Ustica, finendo per raccontare addirittura di quando nei primi tempi in cui lavorava in RAI giunse lo scrittore Gabriel García Márquez per rilasciare un’intervista e rimase bloccato all’ingresso.
Ma Fate come se non ci fossi diventa un’occasione per Marco Presta di lanciarsi in un elogio della radio e della letteratura, due mezzi che definisce “potenti” perché «entrambi ti fanno lavorare con il cervello e ti permettono di creare le immagini dei personaggi che leggi o senti. Chi fruisce non è passivo da un contributo fondamentale». Quanto detto lo si percepisce anche dalla lettura di alcuni brani tratti da Fate come se non ci fossi, dove l’uso di uno stile leggero unito all’uso di metafore e similitudini al limite dell’epicità per raccontare momenti quotidiani ha regalato un’ora di risate al pubblico presente in sala.
Ciro Gianluigi Barbato
Fonte immagine copertina: Ufficio Stampa