Moto d’origine: la mostra di Gianluigi Maria Masucci

Moto d'origine

Abbiamo intervistato l’artista Gianluigi Maria Masucci in occasione della presentazione alla stampa della sua mostra “Moto d’origine”.

Il progetto espositivo Moto d’origine, ospitato nel suggestivo spazio della Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, è stato presentato alla stampa, giovedì 12 dicembre, alla presenza dell’artista Gianluigi Maria Masucci e del curatore Giorgio Verzotti, con la partecipazione di Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli, Padre Antonio Loffredo – Arcidiocesi di Napoli e Stefania Zuliani, storica dell’arte e docente dell’Università degli Studi di Salerno.

Moto d’origine: un progetto di alto valore politico, culturale e sociale.

Promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito della programmazione di arte contemporanea 2024, l’opera di Masucci, come afferma Sergio Locoratolo, «assume un valore politico importante in quanto scandisce , definendolo, un impegno istituzionale teso a promuovere la cultura come giunto cardanico di una riflessione  e di una riscoperta delle radici storiche e identitarie della città».

«Dobbiamo innalzare il senso di appartenenza alla città, talvolta i napoletani non hanno consapevolezza di ciò che hanno» asserisce padre Loffredo, nel ribadire ai presenti come l’iniziativa sia solo solo l’inizio dell’azione messa in campo dalla Diocesi di Napoli per restituire alla città e al grande pubblico la fruizione gratuita delle principali Chiese Monumentali, patrimonio UNESCO.

«Le singole chiese sono membra di una comunità – continua il sacerdote – dobbiamo rimetterle a posto. Vogliamo che questi spazi siano aperti affinché possa starci l’incontro di tutti i sensi. Per aprire una chiesa non basta usare solo gli occhi, c’è bisogno di fare musica, c’è bisogno del teatro, della scultura, della pittura, delle installazioni».

Moto d’origine: non solo un’esperienza estetica

«Tutte le opere presenti in questo percorso espositivo creano un’unità molto forte e confermano un approccio di ricerca che vede l’arte non come una produzione di opere, non semplicemente come esperienza estetica, ma come occasione di pensiero, di riflessione», spiega Stefania Zuliani.

«La ricchezza di questa mostra – aggiunge Zuliani – è che ci offre una lettura del centro storico che è una lettura di connessioni, di relazione tra tempi diversi e anche tra luoghi diversi, un’opera che ci dà l’opportunità di sentirci più intimamente legati a questo luogo, alla città».

Il percorso espositivo di Moto d’origine tra dripping grafici e flussi energetici

L’allestimento curato da Giorgio Verzotti, incentrato sul fil rouge del movimento e dell’energia creatrice, disegna una coerente rete di segni che, attraverso fasci luminosi e proiezioni,   focalizza l’attenzione del visitatore su diversi punti della splendida chiesa.

Inizialmente lo sguardo si dirige al centro della navata centrale, nell’area archeologica,  dove una suggestiva videoproiezione inonda i resti dell’antica acropoli di Neapolis riproducendo l’immagine dell’acqua, simbolo del flusso della storia, del flusso del tempo che tutto trasforma, di rigenerazione; poi l’attenzione si sposta all’interno delle cappelle laterali dove si trovano le Esplorazioni: grandi rotoli di carta dipinti a china, flussi cartografici, tracce mnemoniche degli studi dell’artista, delle sue peregrinazioni nella città, realizzate in una particolare condizione trans psico-motoria e che nel loro andamento ascensionale, dal basso verso l’alto, rimandano lo spettatore all’antica topografia della città e alle sue stratificazioni e trasformazioni nel tempo.

Ai piedi del magnifico altare maggiore di Girolamo Santacroce (1517-1520), un omaggio a Parthenope, alle divinità solari e lunari. Infine dietro l’altare, sulla parete di fondo della chiesa, un’altra videoproiezione con sovrapposizioni di immagini, di letture di mappe storiche della città e una scultura luminosa in marmo, Diagramma Neapolis, frutto di un profondo studio dell’artista sulla struttura urbana e iconografica della città.

L’intervista a Gianluigi Maria Masucci

Grazie Gianluigi Maria per la tua disponibilità  e complimenti per questo progetto davvero originale, vorresti chiarire ai nostri lettori com’ è nata l’idea del progetto?

Certo, Moto d’origine è un momento di consolidamento di un processo iniziato tra il 2018 e il 2019.  Un intervento che è stato possibile grazie alla disponibilità di Anna Savarese di Legambiente che mi ha permesso nel 2019 di stare qui per nove mesi, dove ho potuto studiare le fonti, ammirare i capolavori di questo luogo. Da questo lento processo di studio, di riflessione, di meditazione è venuto fuori man mano un disegno, uno schizzo e l’idea di un organismo, di mettere insieme singole opere in un’unica opera.

Il tuo lavoro precedente si concentrava sullo studio dell’acqua. Come sei passato alla realizzazione di queste cartografie?

Ritorno da Ginevra, dove avevo appunto studiato il movimento dell’acqua e, nel riconnettermi con la mia città, osservo la struttura urbana, la frammento. Studio le cartografie storiche, dalle mappe del Duca di Noja a quelle di Bartolommeo Capasso, fino ai testi di Cesare de Seta e Benedetto Croce; studio il processo che il nostro cervello mette in atto nella lettura, nella ricostruzione e memorizzazione di una mappa; la videopriezione a destra del transetto è proprio un’evidenza di quella fase del mio studio. Ispirandomi ad alcuni testi di Giordano Bruno ho cercato poi un mio metodo, che è quello di frammentare il soggetto e studiarlo come fosse una cartografia, fino ad arrivare a una fase di astrazione totalmente libera che coinvolge le due mani con cui creo una struttura urbana a destra e  un’altra a sinistra e pian piano questi elementi si uniscono, proprio ciò che avviene con questi dipinti, le mie Esplorazioni. 

E perché la scelta di posizionarle nelle cappelle con questo andamento verticale? 

Perchè entrando in questo spazio la mia attenzione è andata subito all’opera di Girolamo Santacroce, lo splendido altare maggiore raffigurante l’antica iconografia della “Virgo lactis” , che ha delineato l’andamento ascensionale non solo del mio lavoro pittorico, ma anche le modalità di collocazione delle opere nello spazio. Lo stesso vale per l’opera “Omaggio alle divinità solari e lunari”, che vedi ai piedi dell’altare. Qui parto da tre punti che intercetto sull’altare, li fisso sulla carta e indago lo spazio. Lavoro in ginocchio, con la mano destra e sinistra contemporaneamente e lascio che il lavoro a poco a poco prenda forma. Il mio è un processo di svelamento. Quello che emerge, in maniera quasi inedita, è la forma di questo volatile con all’interno delle ali delle insulae, il centro antico di Napoli, come se dalle ali della sirena Parthenope si aprisse il centro della nuova città. Essendo forte sull’altare anche il richiamo a Iside e la presenza in questa chiesa del principio maschile e femminile, ho dedicato quest’opera a Parthenope, alla divinità solare della città.

Ora giunti sull’altare, ci spieghi meglio la tua scultura luminosa, Diagramma Neapolis. È la pianta del centro storico, giusto? Riconosco i cardini e i decumani. Ma cosa sono questi punti luminosi?

La scultura marmorea, realizzata con l’assistenza artistica di Salvatore Cozzolino e Giusi Laurino, è frutto del mio studio sulla struttura urbana e in particolare sui simboli del culto. La tetraktys pitagorica è uno dei primi simboli che si manifestano in questo territorio. Non tutti sanno che a Forcella c’era una scuola pitagorica. Nell’elaborare il mio studio, patrocinato dal Dipartimento di Architettura, ho scoperto che il rapporto tra la tetractys e l’insula (il modello costruttivo della città) era un rapporto armonico e inserendo la tetraktys sui quattro lati della città è emerso questo diagramma. Nei punti di intersezione troviamo la chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli sorta sui resti del Tempio di Demetra, San Giovanni a Carbonara, l’obelisco di San Gennaro, Sant’Agostino alla Zecca, la Basilica di San Giovanni Maggiore sorta sul Tempio di Antinoo, la Basilica di Santa Maria Maggiore, Santa Maria delle Anime del Purgatorio, San Lorenzo Maggiore, il Teatro, la Basilica di San Paolo Maggiore sorto sui resti del Tempio dei Dioscuri. 

Quindi ognuno di questi punti di intersezione è un luogo che emana un’ energia particolare; la scelta di edificare i templi in determinati luoghi della città, quindi, non era affatto casuale.

Esattamente. Ed è da questo diagramma, da questa sorta di bussola, che ho iniziato a bussare alle porte di questi spazi, ho cominciato a incontrare i sacerdoti, i volontari, a parlare con chi custodiva quegli spazi per rispondere ad un bisogno, a una ricerca di contatto, di contatto intimo, autentico sia con le persone che con quei luoghi.  Tra le intenzioni del mio progetto c’ è proprio quello di esortare le persone a vivere, abitare gli spazi in maniera diversa. 

Ed è proprio su quest’ aspetto del lavoro di Masucci, sulla sua scelta di interagire con il pubblico, con un pubblico non più passivo, ma agente attivo, che noi di Eroica vorremmo focalizzare l’attenzione dei nostri lettori perché, diversamente da molti altri artisti, come si legge nel testo critico di Verzotti, Masucci non è più «il creatore-demiurgo che, lui solo, sa creare un universo di senso con la sua opera, ma piuttosto un tramite fra il suo universo creativo e quello degli “altri” che vengono costantemente sollecitati a rispondere e corrispondere, in un rapporto paritario fra diversi (e uguali) flussi creativi»

Altre informazioni sulla mostra Moto d’Origine

La mostra Mostra d’Origine che gode del patrocinio del DIARC del DSU – Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università Federico II e del Centro interdipartimentale di ricerca per i Beni architettonici e ambientali per la Progettazione Urbana (BAP), è stata realizzata grazie al supporto di Engel&Volkers, Amacs (Associazione Mecenati Arte Cultura Sport), Diagnostica Palumbo, Studio Notarile Cogliandro e alla sponsorizzazione tecnica di La Fenice Immobiliare, Alfa Marmi, ANALIX Movingart. La scultura Diagramma Neapolis è stata realizzata con i materiali offerti dallo sponsor tecnico Alfa Marmi, con l’assistenza artistica di Salvatore Cozzolino e Giusi Laurino. Gran parte degli allestimenti, in particolare l’installazione dei dipinti nelle cupole sono stati curati, da La Fenice Immobiliare.

Inoltre, in perfetta linea con gli intenti della mostra è stato stilato un programma di attività collaterali gratuite, dibattiti con le scuole, visite guidate, suggestivi laboratori a cura di R. Camelingo, A. Notturno,  C. Kija e LPC (Libera Poesia Contemporanea) ed incontri con l’artista.

Il nostro consiglio è di non perdere  assolutamente l’occasione di partecipare a questi incontri  in cui si dà la possibilità a tutti di raccontarsi , di rappresentarsi, ciascuno nella propria unicità, e al contempo di sentirsi parte attiva di una comunità, accogliente e inclusiva.

Ingresso:                     Gratuito

Date:                           dal 15 al 23 dicembre e dal 27 al 31 dicembre 2024

Orari:                          dalle 16.30 alle 20.30

Contatti:                     laboratori – [email protected]

Fonte immagini: in evidenza (Ufficio Stampa, Costanza Pellegrini); altre foto (archivio personale)

A proposito di Martina Coppola

Appassionata fin da piccola di arte e cultura; le ritiene tuttora essenziali per la sua formazione personale e professionale, oltre che l'unica strada percorribile per salvare la società dall'individualismo e dall'omologazione.

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