L’armocromia, nota anche come “analisi del colore”, è una disciplina che studia l’interazione tra i colori naturali di una persona (incarnato, occhi, capelli) e i colori di abbigliamento, make-up e accessori, al fine di individuare la palette di colori che più la valorizza. In questo articolo, scopriremo cos’è l’armocromia, come funziona, quali sono le sue origini e come può aiutarci a migliorare la nostra immagine.
Armocromia: definizione e principi fondamentali
L’analisi del colore per valorizzare l’immagine
L’armocromia (nei paesi anglosassoni “Color Analysis“) si basa sull’idea che ogni persona abbia una combinazione unica di colori naturali, che può essere armonizzata con una specifica palette di colori. Questa palette, detta anche “stagione“, permette di esaltare la bellezza naturale di una persona, rendendo l’incarnato più luminoso, gli occhi più brillanti e i capelli più vividi.
Colorimetria, fisica, psicologia e filosofia del colore
L’armocromia non è una scienza esatta, ma un’arte che si basa sulla colorimetria e coinvolge diverse discipline, tra cui la fisica (la natura della luce e dei colori), la chimica (la composizione dei pigmenti), la fisiologia (la percezione visiva), la psicologia (l’effetto dei colori sulle emozioni) e la filosofia (il significato simbolico dei colori). Va ricordato che il colore non è una proprietà intrinseca degli oggetti, ma il risultato della nostra percezione visiva, influenzata da fattori come la luce, l’apparato visivo e le esperienze individuali.
Le 4 stagioni dell’armocromia: caratteristiche e sottogruppi
Nell’armocromia, le persone vengono suddivise in quattro macro-categorie, chiamate “stagioni” in analogia con le stagioni dell’anno: Inverno, Autunno, Estate e Primavera. Ogni stagione è caratterizzata da una combinazione specifica di sottotono, valore, intensità e contrasto:
- Sottotono: la temperatura della pelle (calda o fredda).
- Valore: il livello di chiarezza o scurezza dei colori naturali (chiaro, medio, scuro).
- Intensità: la brillantezza o la morbidezza dei colori (alta o bassa).
- Contrasto: la differenza di valore tra i diversi elementi del viso (es. pelle, occhi, capelli).
All’interno di ogni stagione, esistono dei sottogruppi che tengono conto delle diverse combinazioni di queste caratteristiche.
Se non c’è un elemento predominante, si parla di stagione assoluta.
Inverno: colori freddi, intensi e profondi
Le persone che appartengono alla stagione Inverno hanno un sottotono freddo, un valore medio-scuro o scuro e un’intensità alta. I colori che valorizzano l’Inverno sono quelli freddi, intensi e profondi, come il nero, il bianco, il blu, il viola, il fucsia, il verde smeraldo e il rosso ciliegia.
I sottogruppi dell’Inverno sono:
- Deep (profondo): valore scuro.
- Cool (freddo): sottotono molto freddo.
- Bright (brillante): intensità molto alta.
Primavera: colori caldi, chiari e luminosi
Le persone che appartengono alla stagione Primavera hanno un sottotono caldo, un valore chiaro o medio-chiaro e un’intensità alta. I colori che valorizzano la Primavera sono quelli caldi, chiari e luminosi, come il giallo, l’arancione, il corallo, il turchese, il verde mela e l’oro.
I sottogruppi sono:
- Light (chiaro): valore chiaro.
- Warm (caldo): sottotono molto caldo.
- Bright (brillante): intensità molto alta
Estate: colori freddi, chiari e tenui
Le persone che appartengono alla stagione Estate hanno un sottotono freddo, un valore chiaro o medio-chiaro e un’intensità bassa. I colori che valorizzano l’Estate sono quelli freddi, chiari e tenui, come i colori pastello (rosa, azzurro, lilla, verde acqua), il grigio perla e il bianco avorio.
I sottogruppi sono:
- Light (chiaro): valore chiaro.
- Cool (freddo): sottotono molto freddo.
- Soft (tenue): intensità molto bassa.
Autunno: colori caldi, profondi e morbidi
Le persone che appartengono alla stagione Autunno hanno un sottotono caldo, un valore medio-scuro o scuro e un’intensità bassa. I colori che valorizzano l’Autunno sono quelli caldi, profondi e morbidi, come il marrone, il beige, il verde oliva, il senape, l’arancione, il rosso mattone, l’oro e il bronzo.
I sottogruppi sono:
- Deep (profondo): valore scuro.
- Warm (caldo): sottotono molto caldo.
- Soft (tenue): intensità molto bassa.
Come scoprire la propria stagione: il test di armocromia
Il metodo del drapping: l’analisi con i tessuti
Il metodo più diffuso per determinare la propria stagione armocromatica è il “drapping” (dall’inglese “drape”, drappeggiare). Questo test consiste nell’accostare al viso, struccato e illuminato da luce naturale, dei tessuti di diversi colori e temperature, per osservare come reagisce l’incarnato. I colori “amici” illuminano il viso, minimizzano le imperfezioni e rendono l’aspetto più sano e riposato, mentre i colori “nemici” possono accentuare occhiaie, discromie e segni di stanchezza.
Altri metodi e strumenti per l’analisi del colore
Oltre al drapping, esistono altri metodi e strumenti per l’analisi del colore, come l’uso di cornici colorate, test cromatici, software di analisi del colore e l’osservazione di caratteristiche fisiche come il colore delle vene o la reazione della pelle al sole. Tuttavia, il drapping rimane il metodo più affidabile e completo, e richiede l’esperienza di un consulente d’immagine qualificato.
La storia dell’armocromia: da Itten a Rossella Migliaccio
Johannes Itten e la teoria dei colori
Le origini dell’armocromia possono essere fatte risalire agli studi sulla teoria dei colori di Johannes Itten, pittore, designer e insegnante al Bauhaus negli anni ’20. Itten notò che i suoi studenti tendevano a utilizzare nei loro ritratti i colori che meglio si armonizzavano con il loro aspetto.
Itten teorizzò l’esistenza di una correlazione tra i colori delle persone e i colori delle quattro stagioni, creando una prima classificazione delle tipologie cromatiche.
Gli sviluppi nel cinema e nella moda
Con l’avvento del cinema a colori, i costumisti e i truccatori iniziarono a utilizzare i principi dell’armocromia per valorizzare l’immagine degli attori. Negli anni ’70 e ’80, l’armocromia divenne popolare anche tra il grande pubblico, grazie a libri come “Color Me a Season” di Bernice Kentner e “Color Me Beautiful” di Carole Jackson.
La diffusione dell’armocromia tra il pubblico
In Italia, l’armocromia ha conosciuto una grande diffusione negli ultimi anni, grazie al lavoro di consulenti d’immagine come Rossella Migliaccio, fondatrice dell’Italian Image Institute e autrice del libro “Armocromia“.
Armocromia e consulenza d’immagine: intervista all’esperta
Per approfondire il tema dell’armocromia, abbiamo intervistato Maya Secli, consulente d’immagine ed esperta di armocromia, nota su Instagram come “armocromaya”.
Come spiegheresti in parole povere cos’è l’armocromia?
L’armocromia è una disciplina che studia il mix cromatico pelle-occhi-capelli di ognuno per scoprire quali sono le tonalità di colore più adatto a valorizzarlo naturalmente e in maniera armonica.
A chi sono da attribuire le sue origini?
Essendo basata sulla colorimetria, l’origine dell’armocromia (o meglio analisi del colore) può essere attribuita a Johannes Itten per i suoi studi approfonditi sul colore e la correlazione tra i colori delle persone e quelli delle 4 stagioni. Poi evoluzioni importanti sono da riconoscersi: al pittore Albert Munsell, Bernice Kentner (che scrisse “Color Me a Season”, il primo libro importante sull’armocromia), Carole Jackson (“Color Me Beautiful”) e in tempi più recenti a Ferial Youakim e tanti altri. In America l’armocromia è impiegata nel cinema da molti decenni, si pensi a Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany o a Julia Roberts in Pretty Woman.
Quando e come è impazzata “la febbre da armocromia”?
In Italia il più grande slancio è stato senza dubbio da riconoscersi all’impegno di Rossella Migliaccio, fondatrice dell’Italian Image Institute e scrittrice del libro “Armocromia”, prima di questi anni era conosciuta ma era un fenomeno più di nicchia.
Cosa si intende per stagione assoluta?
Il termine stagione assoluta é molto spesso riferito al suo concetto nel metodo di armocromia “12+4 stagioni”, forse il più diffuso in Italia, in cui le 4 stagioni assolute sono esterne e si riconoscono per il fatto di essere perfettamente bilanciate all’interno delle caratteristiche della stagione di riferimento. Per fare un esempio l’inverno assoluto in questo metodo rappresenta un soggetto tanto freddo (cool) quanto brillante (bright) quanto scuro (deep), dove non c’è tra queste tre una caratteristica più forte delle altre. In altri metodi come nel “4×4” ci si riferisce invece ad inverno assoluto come quello con la dominante nel sottotono (ovvero inverno freddo/cool/assoluto).
Quali sono oltre il drapping i metodi usati da un consulente d’immagine?
Il drapping, ovvero la tecnica di alternare dei drappi colorati sotto o accanto al viso della cliente per misurare la reazione del suo mix cromatico al passaggio tra una sfumatura e un’altra è l’unico strumento e metodo essenziale. Poi potremmo adoperare drappi e colori differenti, o implementare degli strumenti “di contorno” come le cornici delle stagioni, un kit di prova rossetti e colore capelli, ma sono tutti strumenti accessori. Il drapping è una tecnica molto più complessa di quel che può sembrare: con la pratica ho notato come spesso alle prime armi lo si faccia in maniera molto scolastica e decisamente non ideale, ci vuole molto tempo e molta esperienza per farlo nel modo migliore, è anche e soprattutto questo che distingue una brava armocromista e ne giustifica il prezzo dell’esperienza.
Si dice che il colore faccia parte di una percezione, quanto sei d’accordo con questa frase?
D’accordo in parte: ogni sfumatura di colore ha un suo codice di riconoscimento (in qualsiasi sistema di codificazione si utilizzi es. HEX o RGB) ciò vuol dire che la sua composizione é perfettamente chiara e lascia poco spazio alla personale percezione: il color senape ci valorizza se noi abbiamo le sue stesse caratteristiche (siamo soft e caldi) non basta che ci piaccia. Poi c’è sicuramente da tenere in considerazione l’aspetto del gusto, della personalità, dello stile, dell’emozione che sprigiona ogni colore ma ci addentriamo in un discorso estremamente interessante ma che non ha molto a che fare con l’armocromia in sé ma magari più con quello che sarà poi il nostro rapporto con l’applicazione dell’armocromia ovvero un punto d’incontro tra ciò che ci sta obiettivamente bene e ciò che ci fa stare bene. Almeno questo è sempre il mio invito.
Come si diventa consulente d’immagine ed esperti di armocromia? Nel tuo caso come è successo?
Ci sono vari metodi e varie scuole/istituti/corsi per diventare consulenti d’immagine, certamente non basta leggere dei libri, come per ogni altra disciplina complessa. Quello di cui sono certa è che a prescindere da quale si scelga si debba essere provvist* di buon occhio, passione ed empatia per poter svolgere questa professione. E poi come già detto certamente la vera differenza non la fa il corso che si è scelto ma l’esperienza sul campo. Io ho studiato armocromia con tre insegnanti diverse, partendo da Rossella Migliaccio ma non solo, e sono oggi specializzata nei due metodi di armocromia più diffusi.
Quali sono le domande che ti fanno più spesso durante una consulenza di armocromia?
Ci sono assolutamente domande ricorrenti tra le mie clienti e le mie follower ma soprattutto ci sono tanti falsi miti che spesso arrivano un po’ a tutt* e tendono a far apparire l’armocromia come qualcosa di molto più semplice ad esempio il metodo del tutto inaffidabile di guardare il colore delle vene per scoprire il sottotono. O anche miti “popolari” come: il bianco sta bene in estate è il nero sta bene a tutti o sta bene alle bionde; tutti inesatti. Tornando alla domanda la più ricorrente poco prima di iniziare il drapping è sicuramente “ma si vede davvero la differenza”, a me piace non rispondere e lasciar parlare i drappi, saranno loro a manifestare la risposta affermativa.
Il trucco e l’abbigliamento per una resa perfetta devono essere entrambi in “palette”?
In un outfit perfetto decisamente si: sia make-up che abbigliamento in palette avranno un effetto magico ed estremamente coerente, quindi anche bello da vedere. In mancanza di uno dei due in palette consiglio sempre di compensare con l’altro: ad esempio di indossare un rossetto in palette per compensare una maglia che non ci dona. Invece i capelli coerenti alla palette sono a mio parere davvero essenziali, in quanto sono la cornice del viso quindi molto impattanti.
Esistono colori universali?
Ci sono varie scuole di pensiero su questo, ma la risposta che ritengo tecnicamente più esatta è: si, ci sono colori che non stanno male a nessuno (pur non essendo magari i migliori per tutt*). In particolare sono colori dalle caratteristiche molto “neutre”, spesso nella gamma dei verdi e dei viola ad esempio è complicato dire che siano freddi o caldi. Mentre per rispondere con due colori: petrolio e bordeaux sono un po’ dei passepartout.
Fonte immagine per l’articolo cos’è l’armocromia: Pixabay