Il caso mediatico Good Villain: il brand di Rose Villain

Il caso mediatico Good Villain

Good Villain è un brand make-up lanciato il 23 gennaio 2025 dalla famosissima cantante e influencer italiana Rose Villain. Questo marchio si distingue da molti per la sua sostenibilità: Good Villain utilizza packaging realizzati con carta riciclata, i prodotti sono vegani e cruelty free. In quest’ottica, il brand sembrerebbe impeccabile; eppure, ci sono state molte critiche affiorate negli ultimi giorni. In questa sede vogliamo parlarvi di cosa sta accadendo e del perché Good Villain sta incassando molti pareri negativi. Vediamo in cosa consiste il caso mediatico Good Villain e come il marchio ha risposto alle varie critiche.

Chi è Rose Villain e come è nato il brand make-up

Prima di parlare del caso mediatico che concerne il brand Good Villain, è opportuno presentarvi la creatrice del logo. Rose Villain oltre ad essere una cantante molto seguita, è anche un’influencer. In aggiunta alla sua carriera musicale, Rose ci parla anche di temi che le stanno molto a cuore: il veganesimo e la sostenibilità. La famosa cantante racconta, durante il video realizzato per Vogue, di come per lei sia difficile trovare brand che realizzino make-up al 100% sostenibile e proprio da questo nasce l’idea di creare Good Villain.

Il caso mediatico Good Villain, da dove nasce

La prima critica che è stata immediatamente fatta al brand è che si tratta dell’ennesimo logo make-up realizzato da un influencer. Questo aspetto genera sempre molto scetticismo nei clienti perché credono che, in realtà, i vari creator non partecipino realmente alla realizzazione del brand e alle scelte sui prodotti, ma si limitino semplicemente ad accettare che il proprio nome venga attribuito al logo. Questa è proprio la critica che viene inflitta a Rose a pochi giorni dal lancio del suo marchio. C’è da dire che dal momento in cui la cantante annuncia il suo progetto di realizzazione di Good Villain (estate 2023) al momento dell’effettivo lancio (gennaio 2025) è passato 1 anno e mezzo, tempi tecnici che suggeriscono che Rose potrebbe aver davvero lavorato con interesse e piena partecipazione alla creazione del brand.

Il caso mediatico Good Villain, quando diventa virale

Il brand fino ad ora ha lanciato dei blush, delle matite labbra e dei gloss. Insieme a questi prodotti è stato lanciato anche uno strumento molto innovativo: The Bff. Si tratta di un oggetto in silicone che permette di tenere insieme la propria combo labbra formata da gloss e matita. Questo curioso oggetto è venduto sul sito di Good Villain al prezzo di 9,90€. Poco tempo dopo la sua uscita, sul web viene caricato un video da un’imprenditrice australiana che qualche anno fa ha lanciato sul commercio i Lippylinks.

I Lippylinks non sono altro che lo stesso identico prodotto realizzato anni dopo dal brand Good Villain che, a questo punto, viene accusato da tutto il web di aver copiato spudoratamente il prodotto principale del brand australiano Lippylinks che, tra l’altro, lo rivende a soli 3€ al pezzo. Originariamente questa notizia è arrivata all’imprenditrice australiana proprio perché molti clienti italiani hanno acquistato il prodotto di Lippylinks e hanno notato una grande somiglianza con il Bff di Good Villain, hanno quindi deciso di segnalare il tutto all’imprenditrice. Il brand Good Villain ha, quindi, riproposto lo stesso prodotto sul web senza mai citare Lippylinks. Avrebbe, sostanzialmente, rubato l’idea ad un brand molto più piccolo e meno conosciuto.

Le dichiarazioni del brand di Rose Villain sul caso Good Villain

Il team Good Villain ha rotto il lungo silenzio dichiarando che non fosse a conoscenza del fatto che questo specifico design era già stato registrato per l’Australia. Tuttavia, questa dichiarazione non convince per nulla il web e questo segna un pessimo inizio per il marchio Good Villain.

Fonte Immagine: sito ufficiale di Good Villain

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