Itsaribbon, il brand della gentilezza | Intervista

Itsaribbon, il brand della gentilezza | Intervista

I social permettono di interagire ed interfacciarsi con un pubblico vasto e variegato. C’è chi si reiventa, chi lo usa per trasmettere un messaggio o addirittura per avviare anche delle attività.
Tina, 33 anni, la creatrice del brand Itsaribbon, nella vita di tutti giorni lavora in uno studio legale, ha aperto il suo profilo social per vendere i suoi gioielli artigianali, che non sono soltanto tali, ma vogliono creare un vero e proprio “ponte” tra lei e chi li acquista, elargendo, oltre al prodotto, anche una dose abbondante di gentilezza.

Intervista a Tina, creatrice del brand Itsaribbon

Come ha avuto inizio l’attività Itsaribbon

L’attività di Tina è iniziata nel 2010, nell’aiutare la zia del suo ex fidanzato, proprietaria di un negozio di bigiotteria, a realizzare un ordine di bomboniere.
«Mi chiese una mano nell’aiutarla a velocizzarsi nella preparazione di queste bomboniere, e da lì è stato come una sorta di “colpo di fulmine”», spiega Tina.
«Ricordo che mi diede tutti questi contenitori che per lei erano considerati “scarti”, erano perline avanzate da lavori precedenti. Io le vedevo invece come qualcosa di “prezioso”».
Per Tina, lavorare alla realizzazione di questi gioielli è stato come vedersi aprire le porte di un mondo che, prima di allora, le era totalmente sconosciuto, ma dal quale si era sempre sentita attratta.
«Molti mi hanno consigliato di vendere gioielli già realizzati da qualcun altro, risparmiando tempo e denaro. Per me però è inconcepibile, perché la bellezza risiede proprio nel processo creativo: mi piace immaginare qualcosa e sviluppare l’idea, e non è paragonabile a vendere qualcosa di già pronto e perfetto. Va a togliere tutta la bellezza che risiede nell’atto pratico dell’artigianato».
La realtà del brand Itsaribbon è piccolina rispetto ad altri brand, progettati in maniera più ampia e professionale:
«Il mio processo creativo si basa tutto sull’immaginazione: disegno le bozze, vado dal fornitore per trovare elementi adatti alla realizzazione del prodotto. Ho cominciato sviluppando delle idee attraverso materiale di scarto, che normalmente è considerato in eccesso.
Inizialmente realizzavo cose bruttissime: essendo autodidatta, mi mettevo a seguire i tutorial su Youtube, e provavo ad imitare ciò che vedevo nei video di queste persone straniere, poiché in Italia ci sono pochissime persone che spiegano come realizzare chiusure in un certo modo, o come pulire i materiali etc.»

L’approdo sui social e il significato dei gioielli

L’attività di Tina con Itsaribbon è cominciata dapprima, dunque, aiutando la zia del suo ex fidanzato, per poi mettersi piano piano in proprio.
Dal passaparola di parenti e amici, si è giunti all’approdo dell’attività su Instagram.
«Mi è sempre piaciuto realizzare foto. Quando poi mi sono iscritta ad Instagram, ho subito capito che poteva tornarmi utile per pubblicizzare il mio lavoro.
Ho iniziato così a scattare foto ai miei gioielli per pubblicizzarli su Instagram, col fine ultimo di raggiungere un pubblico più ampio».
Il suo primo approccio al pubblico e alla clientela faccia a faccia è avvenuto durante una fiera a Napoli, dove Tina ha avuto modo di interfacciarsi anche con altre realtà artigianali, più o meno simili alla sua.
«Quello è stato l’unico momento in cui ho potuto conoscere fisicamente i compratori dei miei gioielli. La realtà delle fiere è molto bella anche se complicata: l’organizzare una grande quantità di prodotti è alquanto difficile da gestire, poi, essendo molte fiere localizzate al Nord Italia, risulta davvero complicato spostarsi. Questo è stato uno dei motivi per il quale ho usufruito di canali come Instagram ed Etsy, fino a realizzare il mio negozio online».
La particolarità dei gioielli di Itsaribbon sta nella loro presentazione:
«Ho avuto sempre una passione per l’arte e la letteratura. All’inizio non realizzavo i cartoncini che descrivevano i miei gioielli, poi ho voluto realizzare delle “collane” che portassero con sé un significato vero e proprio: la prima linea di gioielli realizzati sono stati quelli sulle dee, dove ogni gioiello rappresentava una dea della mitologia greca, accompagnate da un cartoncino che spiegava le particolarità del gioiello.
Volevo riportare l’essenza stessa del gioiello realizzato: il compratore, o compratrice, compra il gioiello che più gli, o le, è affine. Poi sono passata alla linea dei cristalli, creando una collezione di gioielli con cristalli considerati benefici. Entrambe le linee hanno avuto molto successo, e rimango puntualmente stupita dal fatto che dall’altra parte io abbia sempre riscontrato grande fiducia in chi acquistava i miei prodotti, arrivando addirittura a consigliarmi o a darmi carta bianca sulla realizzazione di una commissione, a seconda di determinati suggerimenti ricevuti».

Le problematiche della vendita online e il rapporto con la clientela

Non sempre però il clima sui social riesce ad essere accomodante: ogni tanto si ricevono commenti inopportuni o consigli non richiesti, senza pensare che dall’altro lato dello schermo vi è pur sempre una persona a ricevere tali messaggi. Non si tratta di vere e proprie lamentele sui prodotti, ma magari anche giudizi indesiderati, che non portano né a migliorare, né a dare considerazioni costruttive.
«Essendo una persona molto empatica, assorbo tutto e non ti nego di esserci rimasta male davanti a certi comportamenti. Per fortuna su Instagram sono casi isolati, ma su Tik Tok, piattaforma su cui ho seriamente paura di approdare, casi del genere potrebbero accadere all’ordine del giorno».

Di bello, però, c’è da dire che il rapporto con la clientela è così stretto da venirsi a creare un vero e proprio rapporto di fiducia da ambo le parti:
«Tante volte mi è capitato di parlare anche di altri temi con chi acquista: mi vengono chiesti consigli, si condividono esperienze, un po’ come facevano i negozianti di un tempo, dove si creava un vero e proprio rapporto umano. Cosa che purtroppo, con l’avvento della tecnologia, si sta lentamente perdendo».

Il confronto con altri artisti e il significato del nome Itsaribbon

Tina ha raccontato poi della collaborazione avvenuta con l’illustratrice Chiara Civati, in merito alla collezione “Cuore di sirena”, dove Civati ha creato il disegno seguendo le linee guida di Tina, unendo così l’arte del disegno all’arte artigianale in un unico prodotto.
«In passato ho collaborato anche con un’altra ragazza che produceva candele artigianali. Abbiamo creato una collezione fatta uscire per la festa della mamma. Lei aveva realizzato una candela, e all’interno di essa, ho inserito una collana con la perla avvolta in carta stagnola. Era bella l’idea di comprare la candela, accenderla, e man mano che la cera si scioglieva, spuntava fuori il gioiello. Abbiamo combinato due arti completamente diverse. È bello vedere come oltre le collaborazioni lavorative, resti comunque il rispetto umano: non è sempre facile accordarsi con gli artisti, ma nel mio caso sono stata fortunata, e di quest’esperienza è rimasta soprattutto la stima reciproca».

Il nome Itsaribbon deriverebbe dal fatto che Tina all’inizio lavorava ai braccialetti elastici:
«All’inizio acquistavo il materiale su un sito inglese, e quando acquistavo questi braccialetti elastici, mi usciva scritto sotto ribbon. Siccome la mia attività verteva quasi tutto su quello, ho voluto dare il nome “It’s a ribbon”. L’ho considerato un po’ un segno del destino, siccome ritrovavo questo nome ovunque. Siccome poi all’epoca non pensavo di mettere su un’attività vera e propria, non avevo neanche dato così tanto importanza al nome, così ho scelto Itsaribbon senza troppi problemi. Il brand è cresciuto con me: dai braccialetti elastici sono passata alle collane in acciaio, poi alle collezioni di gioielli, le cavigliere e così via. Tutto segue un po’ anche il mio flusso personale. Per esempio ultimamente mi stanno richiedendo molte bomboniere, per qualsiasi evento. È sempre bello mettersi in gioco ed evolversi».

Il futuro di Itsaribbon: una vera e propria forma di espressione creativa

«Sicuramente un negozio fisico è una realtà che qui, nel mio paesino, sarebbe uno spreco mettere in atto. Un negozio ti comporta un grande investimento di tempo, togliendomelo alla vendita online.
L’esperienza di creare un pacchetto mi piace così tanto che non riuscirei ad abbandonare l’idea di raggiungere tante persone diverse, in posti svariati».

Per Tina realizzare gioielli è un momento catartico, un momento di ritrovo personale dove riesce ad esprimere la propria creatività.
«Non ho intenzione di staccarmi da questo lavoro: in un mondo fatto di leggi e rigidità, mi sentirei ingabbiata senza avere modo di dare adito alla mia creatività.
Stesso il mio logo rappresenta un po’ il mio equilibrio: da un lato il mio sogno di diventare avvocato, dall’altro la mia creatività e il contatto con le persone. Più che un lavoro, lo considero proprio una forma di espressione».

Itsaribbon è un brand che vuole diffondere gentilezza e valori antichi come la condivisione, la dolcezza e l’umanità in tutte le sue sfumature.
Vi consigliamo di seguire la sua pagina Instagram, @itsaribbon e il suo sito, per addentrarvi nel suo mondo e supportarla a più non posso!

Fonte immagine: archivio personale di Itsaribbon

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