La storia della minigonna: simbolo di evoluzione ed emancipazione

La storia della minigonna: simbolo di evoluzione ed emancipazione

Dietro la minigonna, che può sembrare un capo d’abbigliamento frivolo, si nasconde in realtà una storia di rivoluzione ed emancipazione femminile. Si afferma nella Londra degli anni ’60 e diventa immediatamente simbolo di una generazione di donne che voleva rompere con le convenzioni del passato e guardare ad un futuro più libero. Oggi la minigonna è un indumento presente nella maggior parte dei guardaroba femminili, ma sessant’anni fa le donne scendevano in strada per manifestare e rivendicare la libertà di vestirsi senza costrizioni. Questo piccolo pezzo di stoffa è stato capace di sconvolgere le masse e farsi portavoce del crescente movimento femminista.

La storia delle origini della minigonna

La storia della minigonna è più antica di quanto si pensi. Nelle culture antiche, come quella degli Egizi e delle dinastie cinesi, alcune donne indossavano abiti che scoprivano le gambe. Tuttavia, nei secoli successivi, l’abbigliamento femminile è sempre stato caratterizzato da restrizioni: i corsetti, le stoffe pesanti e le strutture rigide degli abiti vittoriani. Già alla fine dell’Ottocento iniziarono a nascere le prime battaglie femministe che contestavano l’abbigliamento scomodo che le donne erano costrette a indossare. Decennio dopo decennio, nel corso del Novecento gli abiti femminili subivano delle modifiche, piccole vittorie sociali, soprattutto grazie alle innovazioni stilistiche di Coco Chanel. La data ufficiale che segna la nascita della minigonna è il 1963: la stilista britannica Mary Quant esponeva per la prima volta nel suo negozio Bazaar una gonna cortissima che sconvolse le giovani donne londinesi. La stilista decise di affidare il lancio della minigonna alla giovanissima Lesley Hornby, detta Twiggy, che lavorava come semplice parrucchiera e si ritrovò nel giro di poco a diventare simbolo di una nuova generazione. Altro stilista rivoluzionario dello stesso decennio è André Courrèges; per anni si è dibattuto su chi tra i due stilisti fosse il reale inventore della minigonna. A tal proposito Mary Quant disse che né lei, né André Courrèges avevano creato la minigonna, bensì le strade di Londra.

La minigonna come manifesto

In contrapposizione all’entusiasmo delle giovani donne femministe, arrivò una reazione violenta da parte di alcuni esponenti della moda. Coco Chanel, che con le sue innovazioni stilistiche aveva rivoluzionato la moda del Novecento, trovava orribile l’invenzione della minigonna perché, come diceva anche Dior, le ginocchia erano la parte più brutta del corpo femminile. Non era soltanto il mondo della moda a trovare troppo scandaloso questo indumento; gli ambienti religiosi, i politici conservatori e tutte le persone con una mentalità retrograda, consideravano la minigonna come un simbolo di decadenza e perdita di valori. Gli anni ’60 sono ben noti per essere stati gli anni del movimento sessantottino, un’ondata globale di proteste giovanili e studentesche. La minigonna diventa subito oggetto di manifestazione contro le critiche moraliste e ogni forma di controllo patriarcale che voleva le donne più caste possibile. Le giovani donne della Swinging London scendevano in strada, vestendo le minigonne più corte e imbracciando cartelloni per affermare il loro diritto di scegliere liberamente come vestirsi. Attraverso queste proteste, i gruppi femministi hanno contribuito a rivoluzionare i canoni tradizionali di femminilità, rendendo la moda uno strumento di emancipazione.

La giornata mondiale della minigonna

Ancora oggi la minigonna continua ad essere simbolo di libertà e di emancipazione femminile, soprattutto per le nuove generazioni di giovani donne che desiderano estirpare la mentalità patriarcale. La giornata mondiale della minigonna è stata istituita il 6 giugno del 2015 da Ben Rachid Othman, presidente della Lega per la Difesa della Laicità e delle Libertà, e dall’attivista femminista Najet Bayoudh. Insieme organizzarono una manifestazione in seguito all’accadere di un episodio spiacevole: a una giovane ragazza algerina fu proibito di sostenere gli esami di maturità perché indossava una gonna ritenuta troppo corta. Così come avveniva cinquant’anni fa, ancora oggi il movimento femminista combatte scendendo in piazza per rivendicare il diritto di indossare qualsiasi capo senza temere di essere giudicate o di subire violenze.

Fonte immagine: Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Air_Hostess_Uniform_1970_Lollipop_003_(9626670334).jpg)

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