L’abbronzatura e i suoi 3 falsi miti

l'abbronzatura e i suoi falsi miti

L’abbronzatura è da tempo un obiettivo dell’estate: stendersi al sole e lavorare sulla tintarella pare una cosa semplice, nonostante ciò i falsi miti sull’abbronzatura possono rovinare il risultato finale, oltre a danneggiare la nostra pelle.

Raggiungere la tanto amata abbronzatura dorata è possibile, basta sfatare i falsi miti sull’abbronzatura. 

L’abbronzatura e i suoi falsi miti: scopriamo cosa sono e quali sono

  • Si tratta di semplici luoghi comuni legati all’abbronzatura che minano i risultati, rendendo la tintarella poco uniforme e duratura. Tutti almeno una volta abbiamo sentito qualcuno dire: “se metto la crema solare poi non mi abbronzo”. Non è assolutamente vero, mettendo la crema solare ci si protegge schermando la maggior parte della radiazione solare ma una piccola quantità raggiunge la pelle, stimolando ugualmente la produzione di melanina, molecola responsabile dell’abbronzatura senza danni. 
  • “Mangiare carote fa abbronzare di più”, in realtà nessun alimento fa abbronzare. Il betacarotene, precursore della vitamina A, aiuta a mantenere la pelle sana, contrastando l’azione dei radicali liberi e proteggendo la cute, ma la velocità e intensità di abbronzatura sono una questione di genetica.
  • “Le lampade abbronzanti preparano la pelle al sole”, in verità l’esposizione artificiale può essere più dannosa di quella naturale, aumentando il rischio di sviluppare tumori della pelle, in particolar modo in chi ha un fototipo basso.

L’abbronzatura e i suoi falsi miti sfatati con la scienza dell’abbronzatura

L’abbronzatura è un processo di difesa naturale della pelle contro i danni causati dai raggi UV. Il colore della pelle dipende dalle quantità di melanina nelle sue cellule. La melanina è un pigmento scuro che può aumentare o diminuire a seconda delle circostanze. Quando gli UV dei raggi solari o delle lampade abbronzanti arrivano sulla pelle, il corpo produce più melanina e la conseguenza è la tanto amata abbronzatura. Quindi, le linee della maglietta o del costume sono dovute a una differenza di melanina nelle cellule. Se l’abbronzatura ci protegge, perchè la perdiamo? La risposta la si può trovare nell’adattamento umano. Quando la pelle non riceve più raggi ultravioletti le cellule riprendono la loro normale produzione di melanina e tutta l’abbronzatura viene persa con la desquamazione della pelle. 

Storia dell’abbronzatura

Prendere il sole è diventata un’attività diventata di moda nel corso del Novecento in Occidente. In passato l’abbronzatura era strettamente legata alle classi più basse della piramide sociale, coloro che per lavorare erano maggiormente esposti ai raggi solari. Invece, gli aristocratici e tutte le classi sociali più elevate trascorrevano la maggior parte del tempo a palazzo, lontani dalle attività faticose all’aperto e anche per le uscite brevi erano abituati a proteggersi con ombrellini e cappellini per preservare la pelle chiara dall’esposizione ai raggi solari. Colei che scrisse una nuova pagina non solo della moda , ma anche del nuovo concetto di abbronzatura di cui noi oggi disponiamo è Coco Chanel. Nel 1923,  al suo ritorno da una vacanza in Costa d’Avorio, mostrò la sua abbronzatura a tutta Parigi. Da quel momento fino ad oggi, l’abbronzatura è diventata simbolo di salute, bellezza e benessere. 

L’abbronzatura e il suo lato nascosto più pericoloso dei falsi miti

I raggi solari contribuiscono al rischio di tumore. I tumori della pelle sono tra i più comuni e includono: 

  •  il carcinoma basocellulare è un tumore della pelle a malignità locale, raramente mestatizzante. Riguarda persone di età superiore ai 40 anni e colpisce le parti del corpo più esposte al sole come il volto.
  •  il carcinoma spinocellulare è il tumore cutaneo più frequente e rappresenta il 20% di tutte le neoplasie della cute.
  •  il melanoma è un tumore che deriva dalla trasformazione dei melanociti.

Proteggersi dal sole si può, basta mettersi la crema seguendo alcune indicazioni per avere l’abbronzatura perfetta!

La crema solare deve essere messa su tutto il corpo e nella giusta quantità 15-30 minuti prima dell’esposizione ai raggi solari. Per mantenere l’SPF indicato sulla confezione per un adulto bisogna applicare circa 30 grammi per viso e corpo e circa 3 cucchiai.  Soprattutto, è importante la frequenza con cui si applica la crema: è necessario applicarla ogni 2 ore. 

Cos’è l’SPF?

L’SPF o fattore di protezione solare, è calcolato sulla capacità che una certa quantità di prodotto per cm² di pelle ha di schermare i raggi UVB ( responsabili delle scottature). La determinazione del fattore di protezione solare di un dato prodotto viene effettuata attraverso appositi test che consistono in prove di laboratorio in vitro e prove su volontari in vivo. Dunque, il sole regola il metabolismo generale e i ritmi circadiani del nostro organismo, ma purtroppo rappresenta anche il principale fattore di rischio ambientale per i tumori cutanei. La prevenzione però può aiutare, sia quella primaria che quella secondaria eseguendo controlli regolari.

Quindi, che aspetti a comprare una crema solare e a prenderti cura del tuo corpo?

Fonte dell’immagine in evidenza: Pixabay

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