Le treccine africane: moda, storia, cultura e resistenza

Le treccine africane: moda, storia, cultura e resistenza

La pratica dell’intreccio dei capelli ha origine in Africa e da lì è stata successivamente esportata in tutto il mondo. Col tempo le treccine africane hanno assunto significati diversi, fino a diventare un semplice, seppur complesso, tipo di acconciatura. Chiunque oggi, in maniera del tutto spensierata, o magari bramosi di stravolgere il proprio look, si affidano a mani esperte per farsi intrecciare i capelli, mentre i più coraggiosi e abili seguono passo dopo passo i tutorial su Internet. Ma non tutti sanno che tale pratica affonda le sue radici in avvenimenti storici che hanno segnato in maniera indelebile i popoli del continente africano, con conseguenze che si protraggono fino ai giorni nostri.

La treccia simbolo di appartenenza culturale e identità
In origine le tribù africane associavano alla pratica dell’intreccio dei capelli un significato che va ben oltre il semplice fattore estetico. I capelli venivano intrecciati in un modo ben preciso e le modalità venivano tramandate di generazione in generazione. La motivazione risiede nel fatto che una determinata acconciatura rappresentava l’appartenenza a un gruppo, lo stato sociale, insomma le radici culturali e l’identità di una persona, finanche di un intero popolo. Ciò nonostante, come già anticipato, questo significato originario si è dovuto tramutare in qualcosa di diverso. Col tempo le treccine africane sono divenute simbolo di resistenza, di ribellione e di rivoluzione.

Il Middle Passage e le forme di resistenza
Il Middle Passage, meglio conosciuto come tratta degli schiavi, sta a rappresentare il commercio umano di schiavi africani, i quali venivano costretti ad attraversare l’Atlantico in modalità raccapriccianti. Queste persone venivano letteralmente vendute come schiavi dagli stati africani in cambio di prodotti provenienti dall’Europa. Venivano caricati sulle navi, le famose navi negriere, come merce, legati l’un l’altro, costretti a viaggiare condividendo spazi ristretti e nutrendosi il necessario per sopravvivere alla tratta. Moltissimi persero la vita, o addirittura rinunciarono ad essa suicidandosi. La destinazione di tale tratta era l’America, nello specifico le piantagioni in cui erano costretti a lavorare come schiavi e in condizioni disumane. Queste persone venivano strappate alla loro terra, private delle proprie radici, della propria cultura, della propria identità, persino della propria umanità, divenendo merce da sfruttare a vantaggio della crescita del dominio coloniale delle potenze mondiali, in particolar modo l’Europa. In tutto ciò le donne hanno trasformato la pratica culturale dell’intreccio in qualcosa di straordinariamente significativo. Considerando che non solo erano costretti ad abbandonare la propria terra, ma non potevano neanche portare effetti personali con sé, le donne nascondevano all’interno delle treccine i semi della propria terra, nella speranza probabilmente di ritrovare sé stesse in un altro luogo e ripiantare lì le proprie origini. Ancora più ingegnosa e significativa era la modalità in cui, all’interno delle piantagioni, le donne intrecciavano i propri capelli formando delle vere e proprie mappe che indicavano le vie di fuga.

La Tignon Law
Come se tutto ciò non bastasse, nel 1786, il governatore della Louisiana Esteban Rodríguez Miró, emanò la cosiddetta Tignon Law, una legge che proibiva alle donne africane di esibire le proprie acconciature, le quali attiravano l’attenzione degli uomini bianchi, suscitando gelosia da parte delle donne bianche. Tale legge obbligava le donne africane a coprirsi i capelli con un tessuto, ma anche in queste circostanze e nel rispetto della legge, le donne africane decisero di coprirsi i capelli utilizzando tessuti dai colori appariscenti, fissati con dei nodi, in modo da attirare ugualmente l’attenzione e facendo passare un chiaro messaggio di resistenza e ribellione.

Oggi la pratica dell’intreccio è diffusa in tutto il mondo, anche se priva di ogni significato. Tuttavia, uomini e donne continuano a dedicare tempo all’intreccio dei capelli, c’è chi li copre e chi, invece, li sfoggia in acconciature sempre più elaborate, o in trecce che sfiorano il pavimento. Ancora oggi le treccine africane vengono realizzate ed esibite per rivendicare le proprie origini, in memoria di un passato che gli è stato tolto e che non deve mai più ripetersi.

Fonte immagine: Pixabay

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