Moda vittoriana femminile: l’evoluzione

Moda vittoriana femminile: l’evoluzione

La moda, in epoca vittoriana, era la massima espressione della femminilità ottocentesca. Quali erano le caratteristiche della moda che hanno contraddistinto i decenni vittoriani? Scopriamolo insieme.

L’epoca vittoriana

Per epoca vittoriana o età vittoriana, si intende comunemente il periodo della storia inglese compreso nel lungo regno della regina Vittoria cioè dal 1837 al 1901. In questi anni, l’Inghilterra attraversa un periodo di stabilità, floridità economica ed espansione commerciale e coloniale.

La regina Vittoria come icona di stile

La regina Vittoria divenne una sorta di icona per la moda inglese, infatti diventò il modello femminile per eccellenza da seguire; ogni abito da lei indossato, ogni colore da lei scelto ed ogni accessorio da lei amato, diventava moda in Inghilterra. Il suo vestito da sposa, indossato nel matrimonio con il principe tedesco Alberto nel 1839, ha modificato tutta la moda delle spose dal 1840 in poi.

1840

Gli abiti avevano perso quelle caratteristiche frivole come le maniche a palloncino ed i colori sgargianti, in favore di un’eleganza pudica e semplice. I vestiti erano di colori pallidi, arricchiti da decorazioni floreali realistiche; i colori utilizzati erano chiari e neutri, in particolare il bianco. La vita era bassa e avevano maniche ampie e voluminose. I vestiti da sera mettevano a nudo le spalle e la parte superiore del seno. Un accessorio considerato irrinunciabile fu il cappello che completava l’elaborato abbigliamento femminile.

Il pokè bonnet

Ad inizio ‘800 era apparso un nuovo modello di copricapo femminile destinato ad avere un successo straordinario: il pokè bonnet o neapolitan bonnet. Era un cappello di velluto o broccato a visiera, legato con dei nastri sotto il mento dotato di un largo e arrotondato bordo anteriore che richiamava le gonne a campana. Inizialmente indossato dalle borghesi, il pokè bonnet si diffuse ben presto presso le dame dell’aristocrazia britannica obbedendo al gusto dell’epoca che esaltava la modestia ed il pudore femminile anche attraverso il celare il volto agli sguardi indiscreti.

I corsetti

I corsetti sottolineavano la sensualità di una donna, esagerando i fianchi ed il busto in contrasto con la vita sottile. I bustini erano tagliati in pezzi separati e cuciti insieme a modellare i fianchi; nella parte anteriore veniva inserita una fascia d’acciaio mentre nella parte posteriore delle stecche di balena erano cucite per dare più struttura. Il corpo della donna rimaneva, quindi, rigido, in una posizione innaturale impedendole di respirare comodamente.

Le gonne ampie

I primi anni del regno della regina Vittoria sono dominati da gonne ampie il cui volume è costituito da vari strati di sottogonne più o meno rigide e vaporose; erano, però, calde ed antigeniche soprattutto in estate. La crinolina era la sottogonna che dava forma agli abiti femminili, era caratterizzata da cerchi concentrici in crinolino ovvero un tessuto rigido. Il crinolino dava sia rigidità che flessibilità alla struttura ed era resistente all’acqua ma traspirante all’aria; esso era composto da  ordito di lino o di cotone e trama di crine di cavallo ammorbidito, da cui il nome di “crinolina”. La lunghezza delle gonne variava con l’età: le ragazzine le indossavano piuttosto corte, le adolescenti a mezzo polpaccio o fino al bordo degli stivali e le donne le indossavano lunghe fino ai piedi.

1850

Il volume della parte superiore si riduce: i vestiti da giorno avevano un corpetto solido mentre quelli da sera avevano una scollatura molto profonda e venivano indossati con degli scialli sulle spalle. Il busto è sottolineato dal taglio degli abiti che si fanno aderenti nella parte superiore; anche il corsetto divenne più rigido e stretto. Entrano in voga le maniche a campana e rimangono quelle alla “Mary”, forse perché gradite dalla regina. Si usano stoffe corpose, sete e broccati ricamati; colori scuri affiancati da tinte vivaci e sgargianti dorati, verde smeraldo, ma anche fantasie geometriche e floreali. Verso la metà del secolo, le gonne iniziarono a crescere sempre di più, si portavano anche sette o otto strati di sottogonne e imbottiture. Dato il volume e le imbottiture,  il peso delle sottogonne era diventato quasi insostenibile così la pesante crinolina originaria venne sostituita con una gabbia a cerchi metallici e molle d’acciaio che aumentava ulteriormente il volume delle gonne ingrandendo il diametro verso il basso e creando un effetto a campana. La crinolina venne adottata per diverse circostanze non solo dalla media borghesia ma anche dai ceti più bassi: non era più simbolo di uno stato sociale, ma della moda femminile.

1860

In questo decennio, la moda ci regala l’immagine più tipica della femminilità vittoriana: all’inizio del 1860 l’ampiezza della crinolina era arrivata ad una circonferenza di ben sette metri e le gonne erano più piatte nella parte anteriore e più gonfie dietro. La crinolina si allungò  nella parte posteriore per sorreggere le gonne con strascico. Verso la metà del decennio, la crinolina iniziò a essere più contenuta, mentre l’abito raccoglieva la sua ampiezza con una serie di cordoni che formavano un drappeggio nella parte posteriore. In questi anni predominavano il nero, il verde, il rosa ed il viola; i tessuti erano sfarzosi e ricoperti da tantissime applicazioni come merletti e pizzi. L’abito vittoriano del 1860 fu per la moda quello che il Rinascimento fu per l’arte.

1870 

Verso la fine degli anni settanta gli abiti pomposi mantennero gli strascichi ma, progressivamente, l’ampiezza si ridusse spostandosi verso il retro dell’abito. In questi anni fece la sua comparsa una nuova gabbia di sostegno: la crinolette, ovvero un sostegno in acciaio a cerchi molto ridotto. Rispetto al precedente stile, la crinolette sosteneva solo il retro della gonna lasciandola sul davanti e sui fianchi dell’ampiezza naturale. La regina Vittoria rimaneva fedele alla crinolina, poiché in questi anni aveva perso suo marito rendendola impermeabile ad ogni tipo di cambiamento. Mentre la regina e le signore che si consideravano per bene continuavano a sfoggiare la crinolina sotto abiti dei colori sobri e dal taglio rigoroso, la moda delle crinolette e delle gonne riccamente ornate di volant sul fondoschiena usciva dalle case di tolleranza ed entrava nei guardaroba delle giovani borghesi. La crinolette si accompagnava ad una mania per busti sempre più stretti: il vitino da vespa era il punto focale della bellezza.

1880

 La figura femminile era sempre più lunga grazie all’arrivo dei corsetti a punta e delle file di bottoni che scendevano dal collo fino al davanti dell’abito, il busto si allungò e scese anche il punto vita. In questo decennio alla crinolette comincia ad affiancarsi il bustier: un bustino formato da una parte sul retro con balze di stoffa rigida o cuscini per sostenere le gonne. Mentre la moda rendeva sempre più pronunciato il retro del vestito, i corsetti si modificavano stringendo sempre più la vita e modificando la postura delle signore. Il secolo stava volando al termine e la regina Vittoria era al massimo della sua popolarità; in questi anni comincia la Belle Époque che si concluderà dopo il primo decennio del Novecento. In questi anni gli abiti persero ogni elemento di leggerezza e si fecero pesanti, quasi barocchi. Le scarpe, che erano sempre state relegate ad un ruolo secondario, poichè nascoste dalle lunghe crinoline, assunsero un ruolo protagonista. Esse divennero più affusolate e appuntite in punta; molto più stabili grazie al tacco a rocchetto basso detto “alla Luigi”. Mano a mano che le gonne si accorciavano, le scarpe si accollavano, dando vita allo stivaletto Balmoral che divenne un vero e proprio fetticcio dell’epoca.

1890

La donna di fine secolo era già proiettata verso il futuro: erano gli anni della vita sottilissima, dei bustini che donavano alle signore la forma S, malsana quanto improbabile. Le gonne cominciavano ad essere più pratiche, i sostegni si stavano riducendo per una maggiore semplicità dei tagli, la Turner era ormai ridotta ad una semplice imbottitura chiamata “cul- de-Paris” fondamentale per conferire la linea ad S caratteristica della Belle Époque dove la figura risultava esile e slanciata ed il corsetto stretto come una guaina si allungava fino alle anche, sagomando il corpo. Questo stile rimase in voga fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale, che porterà fin dall’inizio un accorciamento delle gonne per rendere più facili movimenti. Arrivò il tramonto di crinoline e crinolette e tornò di conseguenza una maggior fantasia nella parte superiore, con ritorno di maniche gonfie. La moda ritrovò i pizzi, per dare agli abiti inattesi e nuovi volumi, forme originali ed inaspettate. Anche gli immancabili accessori divennero più vezzosi: all’austera cuffia pokè bonnet, si contrapposero cappelli a falda larghissima vistosamente ornati di fiori, nastri, piume in colori sgargianti e volatili imbalsamati. 

 

Fonte immagine: Pixabay

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