Le Prénom è un film francese il cui titolo è stato tradotto in italiano con Cena tra amici, da cui è stata presa ispirazione per la realizzazione della pellicola italiana intitolata Il nome del figlio.
Diretto da Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte, il film Cena tra amici si apre con una scena insolita, un fattorino delle pizze si presenta alla porta di una casa sbagliata, ed ecco che facciamo conoscenza con i primi due protagonisti della vicenda, Pierre e Babou. Sono una coppia molto innamorata, Babou è una maestra, mentre Pierre è un intellettuale professore di letteratura alla Sorbona. Babou è presa dalla preparazione della cena ed è molto emozionata, quella sera si sarebbero riuniti tutti insieme, con Claude il suo amico di infanzia, suo fratello Vincent e la sua ragazza, Anna. Finalmente Vincent avrebbe rivelato il sesso del bambino Anna che porta in grembo, ma soprattutto, entrambi non vedono l’ora di rivelare il nome che hanno scelto.
I personaggi di Cena tra amici
I personaggi del film Cena tra amici vengono presentati, con voce fuoricampo, uno per uno. Si comincia da Claude, trombonista nell’Orchestre Philharmonique de Radio France. Amico di infanzia di Vincent e Babou, che ella conobbe da bambina ad un corso di danza classica. Divennero inseparabili, per anni lui è sempre rimasto il suo più grande amico e confidente. Vincent ha una personalità carismatica, è un agente immobiliare ed ha il vizio di scherzare un po’ troppo spesso. Come ogni secondo figlio, è sempre stato un po’ viziato dai genitori, questo in età adulta lo ha reso un uomo che pensa poco alle conseguenze delle sue azioni. Anna, modella per una rivista di moda, ha una personalità travolgente, la classica donna forte che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.
Nel film quella sera Anna sarebbe arrivata in ritardo per la cena tra amici, a causa di un incontro di lavoro. Vincent non riuscendo a contenersi, decide di rivelare il sesso del bambino, anche se attraverso un piccolo scherzo, ossia dicendo che era maschio ma purtroppo è morto. Subito dopo smentisce ciò che ha detto e fa vedere l’ecografia a tutti i presenti, che con una gioia dolce-amara si domandano quale nome abbiano scelto i due coniugi per il bambino.
Vincent non sopporta l’ipocrisia della gente, le etichette che spesso conferiamo a cose o persone, le trova insulse. Decide dunque di giocare un po’ con la morale dei suoi amici. Finge di star per rivelare il nome del suo futuro figlio, chi indovina vince, comincia per A è l’indizio che da. Babou, Pierre e Claude tentano di indovinare, ma nessuno riesce ad arrivare alla soluzione. Babou torna in cucina per completare la preparazione di quella che inizialmente era nata come una semplice cena tra amici. Mentre lei è assente Vincent rivela il nome che ha scelto. Lo stupore e l’indignazione di Pierre invadono la stanza.
Da qui nasce una discussione che si protrae per quasi tutto il film Cena tra amici: il nome che Vincent dice di aver scelto è Adolphe. Ad ispirarlo fu un romanzo di Henri-Benjamin Constant, egli sostiene di non aver minimamente pensato alla correlazione che l’opinione pubblica può fare pensando ad Hitler, anche perché il nome da lui scelto è francese, si scrive con phe, questo lo rende una parola diversa dall’Adolf tedesco. Prima dell’ascesa al potere di Hitler era considerato un nome come tanti altri, ora invece, come dirà anche lo stesso Pierre, usare quel nome significherebbe macchiarsi di un crimine contro l’umanità. Tuttavia bandire totalmente il suo nome produrrà nelle menti altrui un effetto contrario, ingrandirà la sua figura, quasi mitizzandola, il rischio che Vincent vuole portarci a comprendere è che, a lungo andare, questo comportamento ci darà l’idea che esisteva un solo grande nemico, un grande male, che è stato sconfitto e che nessun altro sarà mai disumano quanto lo è stato lui. Ci renderà tolleranti verso tutte le altre manifestazioni di privazione dei diritti.
Cena tra amici è un film che porta lo spettatore a domandarsi, quanti limiti ci poniamo ogni giorno, solo per paura che il giudizio altrui ci inserisca in una categoria di cui noi non facciamo parte? Categoria da loro scelta su basi inconsistenti, derivanti probabilmente dall’idea della nostra persona che avranno creato dentro sé, in un giorno molto lontano, un giorno in cui abbiamo agito in un modo da loro non condiviso, magari anche sovrappensiero, senza davvero rendersene conto. Come sosteneva Sartre, prendiamo una scelta mentre un occhio esterno ci guarda, la nostra immagine cambia, non solo per l’estraneo che da lontano osserva, ma anche per le persone a noi care e per noi stessi, quando ci guardiamo allo specchio.
Proprio quando la discussione sembra aver raggiunto il punto più critico Vincent si decide a confessare la sua burla, ma quel che una semplice bugia ha tirato fuori non può essere cancellato. Durante il film Cena tra amici attraverso la loro disquisizione filosofica sono arrivati a toccare tematiche ben più sensibili della scelta di un nome; è difficile lasciar cadere tutto alle spalle, anche dopo aver scoperto essere tutto falso. Il dialogo è il metronomo che scandisce il ritmo dell’intero film, come un’opera sinfonica, dove abbiamo esposizione, sviluppo, ripresa.
Cena tra amici prima di essere un film che racconta una storia, è senz’altro un’esposizione di un modo di pensare, totalmente avulso da ogni costrizione sociale. Vincent, seppur veda che la discussione sta prendendo una piega sbagliata a causa della sua bugia, non vuole rivelare subito la verità, anzi si farà trascinare sempre più dalla sua tesi originaria e reagirà come se fosse stato realmente offeso dalle parole di Pierre, perché quello che gli altri presenti non riescono a concepire e che reputano folle, è il suo modo di pensare. Infatti, quando la discussione sembra essersi appianata, Vincent trova un modo per riprendere a discutere, afferma di voler chiamare il figlio Adolf come Hitler, senza il ph, come atto di provocazione, paragonando il suo gesto a quello di Charlie Chaplin con i suoi baffetti nel famoso ruolo in Il grande dittatore.
A questo proposito egli coinvolgerà anche Claude, rinomato per non prendere mai parte in una così tanto animata discussione, questa volta tenta di fargli esprimere il suo punto di vista ponendo lui un esempio basato sulla sua vita personale. Vincent chiede a Claude quale sia la persona che più odia al mondo e l’amico risponde François Chocard, il nuovo amministratore di Radio France. Su questa risposta Vincent costruisce la sua idea, spiegando che nella mente di Claude, dal momento in cui percepisce l’esistenza di questo François Chocard, non viene revocato il ricordo di San Francesco d’Assisi o François Mitterrand e François Mauriac; allo stesso modo, come un semplice impiegato di Radio France è riuscito ad oscurare l’immagine di re, presidenti e grandi autori francesi, suo figlio che porterà il nome di Adolf sarà in grado di rivoluzionare l’opinione pubblica, cancellare il terrore nel suo nome, associandolo a qualcosa di bello e di positivo.
La cena tra amici continua, le discussioni si inaspriscono, ma stavolta la situazione si ribalta ad un certo punto, Vincent stesso, che si mostrava come una persona senza preconcetti, fa cadere la sua opinione non appena viene preso in causa. Un film che attraverso piccoli escamotage mostra un analisi dei comportamenti umani, del modo in cui ogni persona osserva il mondo circostante.
Attraverso le circostanze create, gli imprevisti e lo stratagemma del malinteso, porta lo spettatore a domandare a se stesso: quali sono le basi della mia etica personale? Le mie scelte, a partire dal lavoro che faccio, i vestiti che indosso ed i nomi che scelgo non solo per un bambino ma anche per un animale domestico, o un oggetto, sono realmente manifestazione della mia persona? Oppure sono l’esatto contrario, manifesti di una personalità che ammiriamo ma che non ci rispecchia, quel che mostriamo all’altro è ciò che siamo o ciò che vogliamo l’altro pensi che noi siamo? Ed una volta risposto a questa domanda bisogna chiedersi, perché?
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