Dinosauri e Giacomo Leopardi; cosa accomuna la poesia La ginestra del poeta recanatese al film d’animazione dei Walt Disney Studios?
La poesia La ginestra di Giacomo Leopardi affronta il tema della solidarietà umana come unico mezzo di sopravvivenza davanti alla forza della Natura matrigna. Lo spunto per questa riflessione poetica è offerto dall’omonimo fiore che cresce sulle pendici del Vesuvio dopo le eruzioni vulcaniche in un paesaggio arido resistendo alle difficoltà di quei luoghi rocciosi e tetri.
Il poeta di Recanati criticava tutte le personalità della cultura che credevano nel progresso e nella possibilità da parte del genere umano di migliorare la propria condizione sconfiggendo la Natura. Il XIX secolo fu l’epoca dell’antropocentrismo sfrenato causato dalle scoperte di Charles Darwin in merito all’evoluzione e dal pensiero filosofico di Auguste Comte, John Stuart Mill e Herbert Spencer. Leopardi affrontò il tema ne Il cantico del gallo silvestre, Il dialogo di un folletto e di uno gnomo e Il Dialogo della Natura e di un Islandese, contenuti nelle Operette morali, nonché nel Canto notturno di un pastore errante d’Asia, contenuto nella raccolta poetica I Canti.
In seguito, durante la sua ultima produzione letteraria; il noto poeta cambiò leggermente idea esprimendo il suo elogio verso l’umanità che nonostante le avversità continua la lotta per la sopravvivenza anche se l’unica soluzione sia quella di mettere da parte le guerre per combattere uniti in uno sforzo titanico contro la Natura.
Non è azzardato notare come il tema leopardiano della lotta per la sopravvivenza si ricolleghi a un film d’animazione della Disney troppo spesso sottovalutato dal grande pubblico nonostante l’ottimo riscontro al box-office. Era il 2000 quando il film Dinosauri di Ralph Zondag e Eric Leighton debuttò nelle sale statunitensi.
Dinosauri: il classico leopardiano della Disney?
I Classici Disney sono sempre apprezzati dalle famiglie perché affrontano grandi temi proponendo storie adatte sia per i genitori che per i propri figli.
Questa pellicola, che segnò l’ingresso della Walt Disney nel Nuovo Millennio (grazie all’uso dell’animazione tramite CGI come in Fantasia 2000), racconta l’epica vicenda di un gruppo di dinosauri, guidati dall’Iguanodon Aladar, verso una valle racchiusa in una catena montuosa dove poter prosperare in un mondo sconvolto dall’impatto dell’asteroide che causò l’estinzione di massa del Cretaceo.
Il film inizia con l’attacco di un Carnotaurus rivolto verso un branco di dinosauri erbivori. Nel trambusto causato dall’aggressione, un uovo di Iguanodon è afferrato da un Oviraptor (un dinosauro predatore che si nutre di uova) per poi cadere in un fiume e superare diversi ostacoli come le rapide o altri predatori. Il momento è reso epico dalla traccia The Egg travels del compositore James Newton Howard, colui che realizzò la colonna sonora della Trilogia del Signore degli Anelli. La musica di queste sequenze è quella di un viaggio, un viaggio epico di un uovo che cerca di sfuggire ai pericoli.
«La vita non si imprigiona. La vita si libera. La vita… trova sempre una strada.» Così dice il dottor Ian Malcon in Jurassic Park per spiegare che si cerca sempre una soluzione pur di continuare a sopravvivere.
Infine, l’uovo giunge (a causa della lotta tra uno Pteranodon e alcuni Ichthyornis) su una piccola isola abitata da alcuni lemuri che decidono di accogliere il cucciolo nella loro comunità. Il patriarca Yar battezza il dinosauro con il nome di Aladar. Il protagonista condivide con i due personaggi dei classici Disney Mowgli e Tarzan l’essere cresciuto da una famiglia diversa dalla propria (come ha suggerito Lorenzo Borzula in una riflessione su Derzweifel) ma essa è anche una caratteristica del personaggio biblico Mosè (tre anni prima era uscito nella sale il film Il Principe d’Egitto).
Dopo il drammatico impatto del meteorite; Aladar conduce i suoi lemuri fuori dall’isola per avventurarsi, dopo aver attraversato il mare, in un deserto sconfinato. Proprio qui ha la possibilità di incontrare una mandria di dinosauri guidati da Kron e Bruton. Kron incarna gli ideali del darwinismo sociale; il suo sogno è di trovare l’ultima valle fertile e di fare in modo che sia abitata soltanto da dinosauri forti e giovani che sappiamo affrontare le difficoltà e si reputa fiducioso delle sue capacità di leader e di sopravvivenza.
Possiamo immaginare che l’antagonista di Dinosauri sia “una versione preistorica e disneyana” di quegli uomini criticati da Leopardi? Magari può darsi dal momento che per il capobranco non esiste il concetto di solidarietà tra simili. Infatti non si fa scrupoli a lasciare indietro i deboli e gli anziani così come rifiuta di unirsi al branco per affrontare il Carnotaurus.
Rettili preistorici come eroi antichi? L’importanza del ricordo
Dinosauri è un film epico. Tale parola è di solito usata per indicare una composizione poetica che racconta le gesta di un noto eroe o di un popolo. Possiamo pensare all’Iliade e all’Odissea di Omero che sono alla base della civiltà greca assieme alla Teogonia di Esiodo oppure alla Saga dei Nibelunghi o al Beowulf per il mondo germanico, all’Eneide di Virgilio o alla Farsalia di Lucano per il mondo latino e infine a Il Paradiso Perduto di John Milton dove si parla di epica cristiana.
Il cinema epico narra le imprese di grandi eroi seguendo la tradizione letteraria, che si tratti di Spartacus di Stanley Kubrick oppure de Il Gladiatore di Ridley Scott (guarda caso il film con Russell Crowe uscì nei cinema nello stesso anno di Dinosauri).
Nonostante i protagonisti sono dinosauri e non esseri umani, l’aggettivo “epico” è adatto per descrivere questo film. Come Mosè condusse gli Israeliti oltre l’Egitto attraversando il deserto rovente fino alla Terra Promessa, così Aladar guida i propri compagni d’avventura verso quell’unica pianura fertile dove poter tentare di prosperare.
«Nessuno di noi sa quali mutamenti piccoli o grandi ci attendono, una sola cosa è certa: il nostro viaggio non è terminato. Possiamo solo sperare che in qualche modo, e in piccola parte, il nostro passaggio su questa terra venga ricordato per sempre».
Queste sono le parole della narratrice alla fine della pellicola e si ricollegano al mondo dell’epica antica. Il poeta Ugo Foscolo affermava nei versi dell’opera I Sepolcri quanto siano importanti le tombe all’interno di una civiltà dal momento che avrebbero permesso ai defunti di continuare a vivere attraverso i ricordi. Le tombe di Troia avrebbero ispirato Omero, il poeta cieco, che decise di cantare le gesta di Achille e di Ettore nonché dell’antico scontro tra Achei e Troiani. Proprio così i fossili dei veri dinosauri, ritrovati dai paleontologi, ispirarono i due registi e i diversi sceneggiatori (nonché il vero ideatore del soggetto, ossia il cineasta Paul Verhoeven) che realizzarono questa incredibile storia (da riscoprire).
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