Alice Rohrwacher è una regista italiana pluripremiata. Oltre ad aver diretto cortometraggi e lungometraggi, ha anche lavorato nel campo della sceneggiatura e del montaggio video. Corpo celeste (2011) è il film con cui la regista toscana ha fatto il suo esordio cinematografico. Originaria di Fiesole, Alice Rohrwacher ha fatto uso del paesaggio rurale italiano come sfondo in molte delle sue opere, creando ambienti che appaiono come uno squarcio dello spazio, dove il tempo è sospeso. Ripercorriamo la sua filmografia concentrandoci sulla trilogia composta dai film Le Meraviglie (2014), Lazzaro Felice (2018) e La Chimera (2023), ed immergiamoci nell’estetica onirica di Alice Rohrwacher.
Ecco 3 film di Alice Rohrwacher da vedere:
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Le Meraviglie
Il secondo film di Alice Rohrwacher segue le dinamiche di una famiglia di apicoltori composta da due genitori, quattro figlie e un’amica: il “capofamiglia” è una ragazza di 14 anni, Gelsomina, da sempre dedita ad affiancare il padre nell’attività familiare. Tuttavia, Gelsomina desidera realizzarsi e conoscere un mondo che non sia fatto di alveari e miele. Così, quando una troupe le propone la possibilità di partecipare a un programma televisivo, lei accetta la proposta seppur contro il volere del padre. Il rapporto tra i due è altalenante e centrale per tutta la vicenda: la figura paterna è sempre presente, spesso in modo soffocante e pretenzioso. Nonostante ciò, si percepisce chiaramente l’amore che l’apicoltore nutre per Gelsomina, sebbene non riesca a dimostrarlo.
La famiglia insieme affronta peripezie di ogni genere, ma sarà l’amore a tenerla unita fino alla fine.
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Lazzaro Felice
Lazzaro Felice è il terzo film scritto e diretto da Alice Rohrwacher. Nella campagna di una regione fittizia vivono delle famiglie di contadini che lavorano per conto della Marchesa De luna; tra di loro spicca Lazzaro, un ragazzo estremamente buono ed altrettanto ingenuo, che spesso subisce le beffe degli altri. Quando il figlio della marchesa finge di essere stato rapito e si nasconde nelle campagne dei contadini, i carabinieri sono chiamati ad indagare la scomparsa, e arrivati sul luogo scoprono una raccapricciante verità: i contadini a servizio della marchesa credono che la mezzadria esista ancora ed hanno vissuto fino ad allora lontano dalla civiltà in condizioni poverissime, nonostante siano gli anni ‘90.
I contadini vengono quindi portati via, ma nel mentre Lazzaro cade in un burrone poco distante e perde conoscenza. Dopo poco tempo, Lazzaro viene svegliato da un lupo che si avvicina al suo corpo; il ragazzo, indenne, si alza e inizia a cercare i propri familiari, senza successo. Tramite una serie di coincidenze, Lazzaro incontra Antonia, una ragazza che lavorava con lui nei campi; tuttavia, Antonia appare invecchiata e rivela che dalla scomparsa di Lazzaro siano passati 10 anni. Dopo questa miracolosa rivelazione, Lazzaro inizia a vivere con Antonia e la sua famiglia, sempre caratterizzato dalla sua genuinità disarmante. Sarà a causa di questa che Lazzaro subirà la cattiveria umana, dopo che lui avrà cercato di aiutare un suo “mezzo fratello”, invano.
- La Chimera
La Chimera costituisce l’ultimo capitolo della trilogia di film di Alice Rohrwacher; è stato presentato al festival di Cannes in anteprima a Maggio 2023, e poi distribuito nelle sale italiane a partire da Novembre dello stesso anno. Il sud laziale fa da ambientazione al lungometraggio: è lì che le antiche popolazioni etrusche vivevano secoli prima, ed è sempre lì che un gruppo di tombaroli si presta a saccheggiare antiche tombe trovate lungo tutto il territorio. Ad accompagnarli nei continui furti è un giovane inglese appassionato di archeologia, che non sembra essere spinto da un guadagno materiale, piuttosto che da un amore profondo per l’arte e la storia nascosta nelle fosse laziali. Arthur, il giovane archeologo, è turbato dalla propria instabilità economica, che lo costringe a vendere i reperti trovati, e da un passato doloroso che fatica ad affrontare.
Una serie di eventi e di incontri fortunati porteranno Arthur a riscoprire una felicità perduta e a stravolgere la propria vita. Un filo di lana rossa guida Arthur nel suo passato, presente e futuro: lo stesso filo che lo collega alla sua amata.
I colori della fotografia, la scenografia bucolica e l’offuscamento del piano temporale sono tutti elementi che invocano il sogno, e che sono tipici dei film di Alice Rohrwacher. L’abilità della Rohrwacher sceneggiatrice sta nel riuscire a raccontare storie realistiche paradossalmente surreali, in un’Italia a metà tra la realtà e la finzione. Infine, i personaggi principali della trilogia sono caratterizzati da una purezza incorruttibile, che ci ricorda ancora una volta la bellezza della natura umana.
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