Film di Denis Villeneuve: 3 da riscoprire

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Considerato uno dei migliori registi degli ultimi anni, pluripremiato fin dall’esordio: Denis Villeneuve, regista e scrittore francese e canadese, è noto al grande pubblico per l’approccio sci-fi ai suoi film, rendendoli visivamente inventivi, sensibili e risoluti, spesso concentrandosi su questioni relative ai traumi umani e all’identità. 

Gli esordi di Denis Villeneuve

Villeneuve si interessò al cinema sin da bambino, cominciando a girare dei corti quando era al liceo. Dopo la laurea vinse alcuni concorsi di regia, per poi iniziare a lavorare con il National Film Board of Canada (NFB), viaggiando a Ellesmere Island con il regista Pierre Perrault per lavorare con lui sul suo documentario Cornouailles (1996, tradotto poi in inglese come Icewarrior). La NFB ha poi finanziato il primo film di Villeneuve, REW FFWD (1994), un corto su un fotografo che si trova bloccato in una zona povera in Giamaica.

Denis Villeneuve ha iniziato la sua carriera dirigendo i drammi canadesi Un 32 août sur terre (1998), Maelström (2000), e Polytechnique (2009). È salito alla ribalta con La donna che canta (2010), con cui guadagnò una nomination dall’Academy Award per il miglior film internazionale. Ha inoltre diretto gli acclamati thriller in lingua inglese Prisoners (2013), Enemy (2013) e Sicario (2015), nonché i film di fantascienza Arrival (2016) e Blade Runner 2049 (2017). Per Arrival, Villeneuve ha ricevuto una nomination per l’Academy Award come miglior regista.

Dopodiché ha diretto gli adattamenti cinematografici Dune (2021) e Dune: Part Two (2024), basati sull’omonimo romanzo di Frank Herbert. Entrambi i film hanno avuto successo di critica e commerciale. Questi suoi ultimi lavori lo hanno consacrato come uno dei registi più famosi e riconoscibili della sua generazione.
In questo articolo, però, ci soffermeremo su alcuni dei primi film di Denis Villeneuve, in cui era già possibile intuire i tratti distintivi del regista che lo avrebbero consacrato al grande pubblico con il seguito dei suoi film più cult.

I 3 film di Denis Villeneuve da non perdere

  • Prisoners (2013)

Jake Gyllenhaal e Hugh Jackman sono i protagonisti di questo thriller psicologico tortuoso, emotivamente intenso e a tratti profondamente inquietante. La scelta del cast è piuttosto consapevole delle capacità dei due attori protagonisti, che riescono a rendere la complessità dei loro personaggi e l’inquietudine delle vicende in modo alquanto magistrale.
La storia inizia con il rapimento di due ragazze in Pennsylvania. Il padre di una delle ragazze, Keller Dover (Jackman), vede la sua vita capovolta e sente che la polizia non sta facendo abbastanza, quindi decide di prendere in mano la situazione insieme a sua moglie Grace (Maria Bello) e ai genitori dell’altra ragazza scomparsa, Nancy (Viola Davis) e Franklin (Terrence Howard).
Il detective che si occupa del caso, interpretato da Gynnehaal, conduce un’indagine ad ampio spettro sui pedofili residenti in zona, interrogandoli e riportando alla luce alcuni casi assai disturbanti ormai dimenticati. 

Prisoners è un film sorprendente e straziante che pone una domanda difficile: cosa si è disposti a fare per i propri cari?

  • Sicario (2015)

Tra i film di Denis Villeneuve, questo è il thriller migliore fino ad ora, brutalmente violento e stimolante, che ha permesso a stento agli spettatori di rimanere seduti in sala. Scene memorabili come l’imboscata al controllo di frontiera sono ancora radicate nelle menti di chiunque abbia visto il film.
Con un cast formato da Emily Blunt, Benicio del Toro e Josh Brolin, la storia segue l’idealista agente dell’FBI Kate Macer mentre si unisce a una misteriosa forza governativa che pianifica di abbattere un grande boss del cartello. Un sequel, intitolato Sicario: Day of the Soldado, è uscito nel 2018, con Stefano Sollima alla regia. Del Toro e Brolin riprendono i loro personaggi, ed è assente Emily Blunt.

  • Enemy (2013)

Nello stesso anno di Prisoners, Jake Gyllenhaal dà un’altra dimostrazione a Denis Villeneuve del suo talento: quella di Enemy è sicuramente una delle sue migliori interpretazioni, ma anche una delle più complesse della sua carriera: all’interno di un affascinante thriller psicologico, l’attore interpreta due personaggi che si trovano uno di fronte all’altro… e persino un ragno!

Ispirato al romanzo L’uomo duplicato del 2002 di José Saramago, la storia si concentra sul personaggio di Adam (Gyllenhaal), un professore universitario che nota in un film un attore che assomiglia esattamente a lui. Ossessionato da questa scoperta, rintraccia questo attore e alla fine ruba la sua identità.
È un film straziante, ma non del tutto inaccessibile, il che lo rende pressoché coinvolgente. È anche un film che scava nei meandri delle nostre inquietudini, facendoci inevitabilmente confrontare con il nostro bisogno di unicità e di autoaccettazione.

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