Tra i grandi registi del cinema italiano del dopoguerra, un nome obbligatorio è Ettore Scola. I film di Ettore Scola sono ironici e profondi. Raccontano storie che parlano di noi e della nostra umanità fragile. Considerando che l’intera produzione di Scola è di altissimo livello, questi 4 livelli rappresentano la sua massima iconicità.
I 4 film più iconici di Ettore Scola
1. C’eravamo tanto amati (1974)

La storia ruota attorno a Gianni, Antonio e Nicola, tre amici che si sono conosciuti durante la guerra di liberazione come partigiani. Per gli attori principali Scola ha scelto Vittorio Gassman (Gianni), Nino Manfredi (Antonio) e Stefano Satta Flores (Nicola Palumbo).
Gli amici, dopo la guerra, si sono persi di vista: Nicola, Antonio e Gianni tornano rispettivamente a Nocera Inferiore (Salerno), Roma e Pavia, ognuno con le proprie vite. Antonio si è fidanzato e, per un incontro casuale, si incontra con Gianni. Gianni si mette in mezzo tra i due fidanzati, e Antonio perde la ragazza. Nicola è diventato un professore a un liceo classico, una figura intellettuale un po’ caricaturale che è interessata al cinema. La situazione si complica e accadono incidenti e imprevisti, di natura per lo più comica. Tutti e tre non si trovano con la fortuna dalla loro parte.
Con la storia di questi tre amici, Scola dipinge i cambiamenti sociali del paese durante gli anni 70, senza mancare di quell’ironia necessaria per rendere i messaggi più recepibili. Ma oltre a questo, c’è anche molta malinconia, e talvolta non manca la critica sociale.
2. Una giornata particolare (1977)

La storia narrata in questo film parla di due storie individuali che si parlano una all’altra: la storia di Antonietta (Sophia Loren) e Gabriele (Marcello Mastroianni). L’intero film è ambientato in una giornata molto particolare: il 06 maggio 1938, data in cui Hitler è venuto in visita a Roma.
Gabriele è un ex radiocronista omosessuale, Antonietta una casalinga romana dalla famiglia numerosa e il marito fascista. Tutti affluiscono alla parata popolare per il Fuhrer, tranne loro due: nella stessa palazzina, Antonietta era impegnata dal focolare, Gabriele si stava preparando per lasciare il confine data la persecuzione, nella maniera più estrema, quando la prima chiede aiuto al secondo per un uccello domestico uscito fuori di casa.
Così i due si conoscono e diventano amici nel giro di poche ore, raccontandosi aneddoti scherzosi e personali, come due bambini che si sono appena conosciuti. Condividono così, entrambi, le loro storie infelici, trovando conforto nelle somiglianze l’uno dell’altra.
3. Brutti, sporchi e cattivi (1976)

I tre aggettivi descrivono perfettamente ciò che si vuole far pensare dei soggetti del film: si racconta delle vita di una famiglia in una zona povera e marginale di Roma nei primi anni ’70, una vera e propria baraccopoli.
La famiglia in questione, i Mazzatella, non è una semplice famiglia povera, si tratta di ben oltre 25 membri a cui capo c’è Giacinto, emblema del dispotismo e comando. Nino Manfredi è in questo film sotto le luci del riflettore come interprete di Giacinto. Giacinto è un uomo avaro, attaccatissimo alle uniche lire (1 milione di lire) che si è guadagnato con l’assicurazione per la perdita dell’occhio durante un incidente. Un giorno, però, sogna di non averli più e, infatti, una volta svegliato va a vedere nel suo nascondiglio ma non trova niente. Da qui in poi succederà un guaio dopo l’altro.
I soldi sono i protagonisti di questo film, agiscono come una forza interiore che incattivisce tutta la famiglia. Coloro a cui vengono fatti torti per soldi diventano a loro volta più cattivi e avari. Questo circolo vizioso è mostrato -tipico di Scola- con grande ironia, anche se i sottotoni del film sono percepibilmente di denuncia e riflessione sociale.
4. Che ora è (1990)
Anche questo è un film di rapporti umani: Marcello Mastroianni interpreta il padre sessantenne di un giovane laureato in lettere, Michele, interpretato da Massimo Troisi. Si tratta di una storia dove il padre cerca di riparare il rapporto con il figlio: sa di aver trascurato il figlio da tempo e cerca di mostrargli bellezza e ricchezze per ingraziarselo. Il figlio Michele si rende conto di questo, e non reagisce bene. Dalle loro incomprensioni e imbarazzi nascono litigi, ma infine i due sembrano pian piano volersi riavvicinare.
Cosa rende memorabili i film di Ettore Scola: lenti sulla vita umana

Lo sguardo antropologico sui rapporti umani e sui cambiamenti sociali rende i film di Ettore Scola intelligenti e sorprendenti. Scola mostra lo sporco dell’umanità, i suoi peggior difetti e nefandezze, ma sempre senza giudicare: c’è una cara empatia nelle tragedie che mostra.
L’ironia, un altro elemento sempre presente in Scola – basti vedere il film Brutti, Sporchi e Cattivi – rende i suoi film piacevoli e scorrevoli. Non è solo per generare riso, è un’ironia costruttiva e strutturale che ambisce a più: riesce con efficacia a spogliare i più opprimenti problemi sociali ed emotivi dell’umanità. È difficile inquadrare una sua opera in un preciso genere, che sia commedia o tragedia, poiché gli elementi comici sono spesso sottili e commutati con quelli tragici; proprio come accade nella vita reale.
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