Film spagnoli, i 5 da non perdere!

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La cinematografia spagnola ha una storia ricca e variegata, che ha prodotto molti film di successo a livello nazionale e internazionale. Nel corso degli anni, il cinema spagnolo ha attraversato diverse fasi e periodi, che hanno dato vita a una grande varietà di generi e stili.
Negli anni ’50 e ’60, il cinema spagnolo era dominato dal cosiddetto “neorealismo sociale”, un movimento che si caratterizzava per la rappresentazione della realtà sociale e politica del paese. Tra i registi più importanti di questo periodo si possono citare Luis García Berlanga, Carlos Saura e Juan Antonio Bardem.
Negli anni ’70, il cinema spagnolo si è evoluto verso forme più sperimentali ed estetiche, con registi come Víctor Erice, José Luis Borau e Iván Zulueta. Questo periodo è stato anche segnato dalla censura e dalla repressione politica durante il regime franchista.
Negli anni ’80 e ’90, il cinema spagnolo ha conosciuto un periodo di grande vitalità e successo internazionale, grazie a registi come Pedro Almodóvar, Alejandro Amenábar e Julio Medem. Questi registi hanno portato una nuova freschezza e originalità al cinema spagnolo, attraverso la creazione di storie audaci e provocatorie, spesso caratterizzate da temi come la sessualità, la violenza e l’identità.
Negli ultimi anni, il cinema spagnolo ha continuato a produrre film di successo, con registi come Jaume Collet-Serra, Bayona e Isabel Coixet. I film spagnoli più recenti si sono distinti per l’originalità e l’innovazione, esplorando nuovi generi e stili e conquistando premi e riconoscimenti a livello internazionale.

Ecco i 5 film spagnoli, assolutamente da non perdere.

1. “Todo sobre mi madre” (1999) di Pedro Almodóvar – Questo dramma intenso e commovente segue la vita di una madre che cerca di scoprire la verità sulla morte del figlio.
2. “La Lengua de las Mariposas” (1999) di José Luis Cuerda – Questo film è ambientato nella Spagna rurale degli anni ’30 e segue la vita di un giovane ragazzo durante gli ultimi mesi della Seconda Repubblica. Il film esplora la relazione tra il ragazzo e il suo insegnante, che cerca di educarlo sulla vita e la politica.
3. “La piel que habito” (2011) di Pedro Almodóvar – Questo thriller psicologico racconta la storia di un chirurgo plastico che cerca di creare una nuova pelle per sua moglie.
4. “El laberinto del fauno” (2006) di Guillermo del Toro – Questo film fantasy horror segue la vita di una bambina durante la guerra civile spagnola.
5. “Los amantes del Círculo Polar” (1998) di Julio Médem – Questo dramma romantico segue le vite intrecciate di due persone che si incontrano da bambini e poi si riuniscono molti anni dopo.

1. “Todo sobre mi madre” è un film drammatico del 1999 diretto da Pedro Almodóvar, che ha vinto l’Oscar al miglior film straniero nel 2000. Il film segue la vita di una madre, Manuela (interpretata da Cecilia Roth), che cerca di ricostruire la sua vita dopo la morte del figlio adolescente.
Manuela parte da Madrid alla ricerca del padre del suo bambino, che non ha mai conosciuto, e si imbatte in una serie di personaggi, tra cui una transessuale prostituta di nome La Agrado (interpretata da Antonia San Juan), una donna incinta e sieropositiva di nome Rosa (interpretata da Penélope Cruz) e l’attrice Huma Rojo (interpretata da Marisa Paredes), che ha interpretato il ruolo di Blanche DuBois in “Un tram che si chiama Desiderio”.
Il film esplora temi come l’identità sessuale, la maternità, la morte, l’amore e la perdita. “Todo sobre mi madre” è noto per la sua rappresentazione compassionevole dei personaggi LGBT e delle donne, e per la sua omaggio al cinema classico di Hollywood, in particolare a “Un tram che si chiama Desiderio” di Elia Kazan.
Il film ha ricevuto recensioni entusiastiche dalla critica e ha vinto numerosi premi, tra cui il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 1999. “Todo sobre mi madre” è considerato uno dei film più importanti di Almodóvar e uno dei migliori film spagnoli di tutti i tempi.

2. “La lengua de las mariposas” è un film spagnolo del 1999 diretto da José Luis Cuerda, tratto da un racconto di Manuel Rivas intitolato “Unha noite na eira do trigo”. Il film è ambientato nella Spagna rurale degli anni ’30 e segue la vita di un giovane ragazzo di nome Moncho (interpretato da Manuel Lozano) durante gli ultimi mesi della Seconda Repubblica spagnola.
Moncho ha un’infanzia felice e innocente, trascorsa in gran parte a contatto con la natura e con l’aiuto del suo insegnante, Don Gregorio (interpretato da Fernando Fernán Gómez), impara a leggere, scrivere e scoprire il mondo intorno a lui. Tuttavia, il clima politico e sociale dell’epoca si fa sempre più teso e il film riflette il contrasto tra la vita idilliaca di Moncho e l’agitazione politica che si sta verificando in tutta la Spagna.
“La lengua de las mariposas” esplora temi come l’educazione, la tolleranza, la libertà e la politica. Il titolo del film fa riferimento alla metafora delle farfalle, che rappresenta l’idea che le parole possono essere utilizzate per influenzare il modo in cui le persone vedono il mondo.
Il film ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha vinto numerosi premi, tra cui il premio Goya per il miglior attore non protagonista (Fernando Fernán Gómez) e il premio Goya per la migliore sceneggiatura non originale. “La lengua de las mariposas” è considerato uno dei migliori film spagnoli degli anni ’90.

3. “La piel que habito” è un film del 2011 diretto da Pedro Almodóvar. Il film segue la storia di un chirurgo plastico di nome Robert Ledgard (interpretato da Antonio Banderas), che cerca di sviluppare una pelle artificiale in grado di resistere a qualsiasi tipo di danno.
La vita di Robert è stata segnata dalla morte della moglie in un incendio, e l’uomo sta cercando di creare una nuova pelle artificiale che possa essere utilizzata per guarire le vittime di ustioni. Tuttavia, Robert sta anche lavorando su un progetto personale molto più oscuro, che coinvolge una misteriosa prigioniera di nome Vera (interpretata da Elena Anaya), tenuta prigioniera nella sua villa.
“La piel que habito” esplora temi come l’identità, il genere, la sessualità e la violenza. Il film è stato visto come un ritorno al genere thriller di Almodóvar, dopo una serie di film più drammatici e intimi.
Il film ha ricevuto recensioni positive dalla critica, anche se alcuni lo hanno trovato controverso per la sua rappresentazione della violenza e della sessualità. “La piel que habito” è stato presentato in concorso al Festival di Cannes del 2011 ed è stato nominato per il premio Goya per il miglior film e il miglior regista.

4. “El laberinto del fauno” è un film del 2006 diretto da Guillermo del Toro. Il film si svolge durante la guerra civile spagnola e segue la storia di Ofelia (interpretata da Ivana Baquero), una bambina che si trasferisce con la madre incinta e il patrigno sadico, il capitano Vidal (interpretato da Sergi López), in una remota regione montuosa della Spagna.
Ofelia scopre un antico labirinto nel bosco vicino alla sua nuova casa e incontra un fauno (interpretato da Doug Jones) che le chiede di compiere tre missioni per dimostrare di essere la principessa perduta di un regno fatato. Nel frattempo, il capitano Vidal sta cercando di eliminare i ribelli locali e di impedire la nascita del figlio della sua nuova moglie.
“El laberinto del fauno” esplora temi come la fantasia, la realtà, la guerra e il potere. Il film è noto per la sua miscela di elementi fantastici e realistici, e per la sua rappresentazione cruda e violenta della guerra civile spagnola.
Il film ha ricevuto recensioni entusiastiche dalla critica e ha vinto numerosi premi, tra cui tre premi Oscar (migliori scenografie, migliori trucco e migliori effetti speciali), il premio BAFTA per il miglior film non in lingua inglese e il premio Goya per il miglior film, il miglior regista e la migliore sceneggiatura originale. “El laberinto del fauno” è considerato uno dei migliori film spagnoli degli anni 2000 e uno dei migliori film di del Toro.

5. “Los amantes del círculo polar” è un film del 1998 diretto da Julio Medem. La trama del film è incentrata sulla relazione romantica tra Otto (interpretato da Fele Martínez) e Ana (interpretata da Najwa Nimri), due persone che si sono incontrate quando erano ancora bambini e hanno condiviso un legame speciale fin dalla loro infanzia.
Il film racconta la storia di Otto e Ana attraverso un formato non lineare, saltando avanti e indietro nel tempo per mostrare come la loro relazione si sia evoluta nel corso degli anni. Durante il corso del film, vengono anche presentati i punti di vista dei loro genitori, rivelando come le loro vite si intrecciano e come i loro destini sono stati influenzati dalle loro relazioni passate.
“Los amantes del círculo polar” esplora temi come l’amore, il destino e la casualità. Il titolo del film fa riferimento alla posizione geografica in cui si sono incontrati Otto e Ana, e il circolo polare artico rappresenta anche il concetto di circolarità e di eterno ritorno.
Il film ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha vinto numerosi premi, tra cui il premio Goya per il miglior regista e la miglior sceneggiatura originale. “Los amantes del círculo polar” è considerato uno dei migliori film di Medem e uno dei migliori film spagnoli degli anni ’90.

 

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Elisabetta Giordano

Sono Elisabetta Giordano, ho 23 anni e vivo a Napoli da 4 anni. Originariamente sono del capoluogo di regione più alto d’Italia, Potenza, in Basilicata. Studio Arabo e Spagnolo presso l’università degli studi di Napoli “L’Orientale” e lavoro presso un bar. Scrivo di qualsiasi cosa da quando sono bambina, diciamo che è una mia passione.

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