Gli anime dell’infanzia, quelle serie animate che hanno accompagnato intere generazioni senza sfociare mai nella banalità. Quelli che ti tenevano incollato allo schermo nei pomeriggi dopo la scuola. Quelli che magari neanche sapevi fossero di origine Giapponese. Vediamone alcuni!
Mila e Shiro
Un anime sportivo incentrato nella palla a volo, ma non solo. Infatti all’interno di questa meravigliosa opera è possibile seguire quelle che sono le vicende amorose dei due protagonisti, appunto, Mila e Shiro. I due hanno un interesse comune che è proprio quello per la palla a volo. Prerogativa comunque profumatamente nipponica ed immancabile quella di aggiungere finestrelle sulla vita giornaliera dei giovani, presente anche in questa serie.
Lady Oscar
Un capolavoro dell’animazione Giapponese e tra i più conosciuti in Occidente. Racconta la storia di Maria Antonietta D’Austria, figlia dell’imperatrice Maria Teresa e di Oscar de Jarjayes, ragazza sua coetanea, appunto, comandante della guardia reale. Forse tra le prime serie di propaganda nei riguardi di quella che è la libertà del singolo a partire dalla sigla fino al contenuto di narrazione. Si tratta di fatti di una protagonista bionda che si ritrova a ”recitare” il ruolo di un comandante un po’ spinta dalle richieste primordiali di suo padre ed un po’ per intrinseca volontà.
Un anime sportivo incentrato nella palla a volo, ma non solo. Infatti all’interno di questa meravigliosa opera è possibile seguire quelle che sono le vicende amorose dei due protagonisti, appunto, Mila e Shiro. I due hanno un interesse comune che è proprio quello per la palla a volo. Prerogativa comunque profumatamente nipponica ed immancabile quella di aggiungere finestrelle sulla vita giornaliera dei giovani, presente anche in questa serie.
Sailor Moon
Probabilmente tra gli anime dell’infanzia più amati di tutti i tempi. Un’opera assolutamente definibile: senza età. Le vicende della nostra Sailor preferita sono infatti seguite da tutti: grandi e piccini. In quest’opera si mischiano i generi di azione e romanticismo nella realtà scolastica di una ragazzina e le sue amiche tutt’altro che ordinaria. Quella che più si avvicina, in realtà, ad una tipica serie di animazione Giapponese contemporanea.
Hello! Spank
Impossibile non nominare questo meraviglioso anime che segue le vicende di un simpatico cagnolino parlante chiamato Spank ed una dolcissima ragazzina di nome Aika. Nelle loro strepitose avventure a seguito di una vicenda tutt’altro che felice. Il protagonista di fatti si ritrova ad affiancare la piccola Aika in un momento di lutto dopo il quale si darà inizio alla loro indistruttibile amicizia. Non è raro riscontrare la presenza di animali fantastici e trame soprannaturali all’interno di questi cartoni animati. Si potrebbe quasi considerare un tema portante in un certo senso ed ” Hello! Spank ” potrebbe essere una delle culle di quest’ultimo.
Doraemon
Altra serie intramontabile dell’amatissimo gatto robot e del suo pigro padroncino Nobita. Ancora una volta ci ritroviamo ad osservare quelle che sono le vicende della vita ordinaria ( ma non troppo ) di uno studente. Durante la serie è possibile accompagnare Nobita nelle sue giornate che, grazie all’intervento di Doraemon, trovano sempre una svolta più che positiva.
Sono milioni gli anime dell’infanzia che hanno trovato il loro posto nei cuori degli Occidentali. Alcuni indimenticabili, altri un po’ meno, ma impossibile negare che queste serie strepitose non abbiano portato almeno una volta un po’ di allegria all’interno di moltissime case tra merendine e spensieratezza.
Fonte foto: Pixabay
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Bell’articolo, ma basta con questa storia che Lady Oscar è trans! E’ una donna che ama un uomo e che fa un lavoro maschile.
Ciao Elena! Grazie mille per aver letto l’articolo. Non ho mai definito Oscar ‘transessuale’. Parlavo di ‘gender fluid’. L’autrice dell’opera la definisce ”ragazza androgina” ovvero una persona che presenta caratteristiche fisiche e comportamentali di entrambi i generi. Il ‘fluid’ sta proprio in questo. Mentre ne parlavo nell’articolo facevo riferimento ad Oscar utilizzando il femminile per l’appunto esplicitando poi la sua condizione di libertà nella quale un po’ è stata posta ed un po’ ci si è autonomamente spinta!