I 7 film italiani: capolavori del nostro cinema
Il cinema ‘’degli italiani’’
La nascita del cinema italiano risale agli inizi del XX secolo, quando il cinema era ancora innovativo e attraente per il pubblico. Il primo film italiano, ‘’ La presa di Roma ‘’, fu realizzato da Filoteo Alberini nel 1905, e da allora l’interesse di produttori, registi e attori portò a un rapido sviluppo del cinema italiano: nel 1913 fu fondata la casa di produzione Cines, che crebbe fino a diventare uno delle principali mayor del cinema italiano.
Negli anni ’20, il cinema italiano raggiunge il suo apice artistico con registi come Federico Fellini, Luchino Visconti, Roberto Rossellini e Vittorio De Sica. Dagli anni ‘50 agli anni ‘60, l’industria cinematografica italiana ha vissuto un periodo di grande prosperità, segnato dalla nascita della commedia all’italiana e dall’esplosione del cinema d’autore. Questo periodo è stato caratterizzato dalla produzione di capolavori del cinema italiano da parte di registi come Dino Reggi, Mario Monicelli, Pietro Germi, Michelangelo Antonioni e Federico Fellini. Anche se il cinema italiano ha subito un declino negli anni ‘70 e ‘80, registi come Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio e Nanni Moretti hanno continuato a realizzare film artisticamente importanti. Negli anni ’90, con l’emergere di nuovi registi come Gabriele Salvatores, Giuseppe Tornatore e Paolo Sorrentino, il cinema italiano ha vissuto una rinascita, portando un livello di eccellenza artistica e tecnica al cinema italiano. Oggi il cinema italiano rimane una delle principali realtà del cinema mondiale, grazie alla sua capacità innovativa e alla sua abilità nel produrre opere di grande impatto artistico e sociale.
7 film italiani, capolavori della cinematografia
- Ladri di biciclette (1948) Diretto dal visionario Vittorio De Sica nel 1948, Ladri di biciclette è considerato un capolavoro del neorealismo italiano ed è una sorta di affresco della Roma del dopoguerra, con tutta l’attenzione rivolta all’ambiente, alle condizioni di degrado e ad un povero uomo a cui è stata rubata la bicicletta che deve trovare rapidamente un’altra per raggiungere il suo aggressore. La pellicola è liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Luigi Bartolini (1946) e alla sceneggiatura di Cesare Zavattini. Il film ebbe un enorme successo e vinse l’Oscar l’anno successivo (il secondo per De Sica dopo Sciuscià del 1947) come miglior film straniero. Il critico André Bazin, in un saggio intitolato ‘’De Sica le metteur en scène’’, definì il film come ‘’la più pura espressione del neorealismo ed il centro ideale verso il quale l’opera degli altri registi è attratta all’interno della sua particolare orbita’’.
- La dolce vita (1960) ‘’Tu sei tutto, Sylvia! Ma lo sai che sei tutto, eh? You are everything… everything! Tu sei la prima donna del primo giorno della Creazione. Sei la madre, la sorella, l’amante, l’amica, l’angelo, il diavolo, la terra, la casa… Ah, ecco cosa sei: la casa!’’ Tra tutti i film italiani di Fellini, impossibile non menzionare La dolce vita. Diretto da Federico Fellini nel 1960, La dolce vita è uno dei film più importanti e influenti della storia del cinema italiano. È importante sottolineare che i film di Fellini sono spesso caratterizzati da narrazioni frammentate, che si concentrano più sulla rappresentazione di personaggi e situazioni che sulla trama e sono spesso avvolti da un’atmosfera onirica e surreale che fanno riferimento ai suoi sogni, alle sue ossessioni e alle sue paure. Fellini ha creato personaggi indimenticabili, come il protagonista della dolce vita, il giornalista Marcello Rubini interpretato da Marcello Mastroianni. La sua presenza sullo schermo è affascinante e le sue capacità recitative lo hanno reso una vera e propria icona del cinema italiano. Il film ebbe un enorme successo in Italia e all’estero, consacrando definitivamente Mastroianni quale uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano e fonte di influenza e ispirazione per molte generazioni di registi e attori in tutto il mondo. Il film racconta la storia di un giornalista, Marcello Rubini, che vaga tra i ricchi e i famosi della Roma degli anni ‘50, cercando disperatamente di trovare un senso alla sua vita, esplorando temi universali come la solitudine, l’alienazione, la perdita del senso della vita, la disillusione e la critica alla società. La dolce vita ebbe un forte impatto culturale e sociale sulla società dell’epoca: esprimeva una critica alla società consumistica e materialista degli anni ‘50, che cercava disperatamente di trovare un senso alla vita attraverso l’esibizione di ricchezza e potere.
- Il gattopardo (1963) Diretto nel 1963 da Luchino Visconti, Il Gattopardo è tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa e ambientato nella Sicilia del XIX secolo, il film racconta la storia della famiglia Salina, una famiglia aristocratica in declino che cerca di adattarsi ai cambiamenti politici e sociali del tempo. Il protagonista del film è il principe Don Fabrizio Salina, interpretato da Burt Lancaster. Intellettuale e sensibile, è consapevole che la fine del mondo aristocratico a cui appartiene è imminente e il film racconta la sua lotta per mantenere vive le tradizioni di famiglia e per adattarsi ai cambiamenti della società. Visconti è rinomato in questa pellicola per la sua superba ricostruzione storica dell’epoca, con particolare attenzione ai costumi, alla scenografia e alla fotografia; si avvalse anche di un’impressionante colonna sonora diretta dal maestro Nino Rota. Il Gattopardo è considerato uno dei capolavori del cinema italiano e ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1963.
- Teorema (1968) L’incontro tra cinema e letteratura è molto presente nel cinema italiano. In questo caso, è stato lo scrittore Pier Paolo Pasolini ad assumere il ruolo di regista per dirigere Teorema nel 1968. Teorema è la storia di una famiglia della media borghesia milanese la cui vita viene trasformata dall’arrivo di un misterioso sconosciuto, interpretato da Terence Stamp. Stamp è un uomo attraente che entra nella vita della famiglia e condivide una relazione sessuale con ogni membro. Dopo questo incontro, i membri della famiglia sono profondamente trasformati e iniziano a cercare di dare un senso ai loro incontri con l’uomo. Il film è un’analisi critica della società borghese italiana degli anni ’60 e della sua alienazione spirituale e morale. Pasolini identifica il personaggio dell’enigmatico straniero come una sorta di dio pagano che irrompe nella vita di una famiglia borghese e ne destabilizza i valori e le credenze. Il film è caratterizzato da una forte critica della borghesia italiana, da una mentalità repressiva, dall’ossessione per le apparenze e da un forte desiderio di bellezza e sensualità. Teorema è uno dei capolavori del cinema italiano degli anni ’60 e uno dei film più importanti e influenti della carriera di Pasolini, consacrato al pubblico non solo come scrittore ma anche come regista.
- Suspiria (1977) Uno dei film italiani più famosi e iconici del celebre regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Dario Argento, è ‘’Suspiria’’, diretto nel 1977. Il film racconta la storia di una giovane ballerina americana, Susie Bannion, interpretata da Jessica Harper, che si trasferisce a Friburgo, in Germania, per studiare danza in una scuola prestigiosa. Tuttavia, questa scuola è gestita da un gruppo di ‘’streghe’’ e Susie è presto vittima di eventi strani e inquietanti. Suspiria è noto per la sua atmosfera surreale e onirica, per i colori vivaci e brillanti e per la colonna sonora del Goblin. Utilizzando una varietà di tecniche visive e sonore, Argento ha creato tramite questo film un’esperienza horror unica, piena di forte tensione e mistero, che ricorda per certi aspetti il maestro Alfred Hitchcock. Il film ha riscosso un enorme successo di critica e pubblico e ha contribuito a definire il genere horror italiano noto come “Giallo”.
- Nuovo cinema paradiso (1988) Nel 1988, Giuseppe Tornatore dirige ‘’Nuovo cinema paradiso’’, uno dei capolavori del cinema italiano. Dopo essere diventato un regista di successo, Salvatore torna nella sua Sicilia per partecipare al funerale del suo vecchio amico Alfredo, un proiezionista cinematografico. In una serie di flashback, Salvatore rivive la sua giovinezza e la sua passione per il cinema, influenzata da Alfredo. Il film è un omaggio al cinema, alla sua importanza nella cultura popolare italiana e alla sua capacità di trasportare il pubblico in un mondo di immaginazione. Il film ha avuto inoltre un ruolo importante nel rinnovare l’immagine del cinema italiano negli anni ’80, quando spesso si pensava che fosse in declino, e ha portato a una rinascita del cinema italiano con una nuova generazione di registi che hanno cercato di seguire le orme di Tornatore. Insomma, Nuovo Cinema Paradiso è una pietra miliare dei film italiani nella storia del cinema, sia come capolavoro del cinema italiano che come inno alla passione per il cinema e alla sua capacità di emozionare e trasportare il pubblico.
- La grande bellezza (2013)
‘’ Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c’è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L’emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo. Bla. Bla. Bla. Bla. Altrove, c’è l’altrove. Io non mi occupo dell’altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.’’
Con questo film diretto dall’eccezionale Paolo Sorrentino nel 2013, egli elogia il cinema italiano e felliniano riportando una storia molto simile: Jep Gambardella, anche lui giornalista e scrittore in crisi esistenziale, cerca di trovare il senso della vita e dell’arte a Roma, mostrata come una città vibrante e decadente. ‘’La dolce vita’’ di Federico Fellini e ‘’La grande bellezza’’ di Paolo Sorrentino, sono due film italiani che, nonostante siano stati girati a quasi 50 anni di distanza, hanno molto in comune. Innanzitutto, in entrambi i film viene ritratta la vita dell’alta borghesia italiana, che cerca di trovare un senso alla vita in un ambiente di decadenza e corruzione; Marcello Rubini (come Marcello Mastroianni) in “La dolce vita” e Jep Gambardella (come Toni Servillo) in “La grande bellezza”. Entrambi i film hanno come sfondo la città di Roma per esprimere la sua bellezza e decadenza attraverso una serie di scene indimenticabili, presentando personaggi stravaganti. In entrambi i film, la città diventa un personaggio a sé stante, rappresentando sia la bellezza che la malattia dell’Italia. Infine, “La dolce vita” e “La grande bellezza” fanno un uso audace della fotografia, della musica e della narrazione non lineare in un linguaggio visivo innovativo ed emozionante per creare un’esperienza cinematografica intensa e commovente.
Fonte immagine: Wikipedia.
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Fonte immagine in evidenza: tratto dal film ‘’La dolce vita’’ Wikipedia