Omofobia, violenza domestica e identità sessuale, sono queste le tematiche affrontate nel cortometraggio I cinque anelli.
La protagonista Mya è una giovane ragazza vittima di violenza domestica da parte della madre. Oltre alle violenze subite, Mya è costretta a nasconderle la sua omosessualità e la sua relazione con una ragazza. Il cortometraggio cerca di rappresentare una realtà sempre più attuale, ma di cui molto spesso non si parla. Alla regia troviamo Ivano Iglio, laureato in Cinema presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Fin dai tempi degli studi, ha coltivato una profonda passione per il cinema e la narrazione visiva, che lo ha portato a realizzare i suoi primi progetti cinematografici.
Dal 2022, la distribuzione cinematografica indipendente NiC del gruppo AVAMAT organizza il NiC (Napoli in Cinema), ovvero una rassegna di film indipendenti. Sempre dal 2022, grazie a UNISOB e ABANA offrono anche opportunità a giovani e aspiranti cineasti di collaborare con professionisti del settore per realizzare i loro primi progetti. La fiera del cinema NiC è dedicata ai cortometraggi con lo scopo di promuovere il cinema indipendente. Il 18 dicembre a Napoli, parteciperà al NiC il regista Ivano Iglio con il suo cortometraggio I cinque anelli. Proprio per quest’occasione abbiamo avuto la possibilità di intervistare Ivano Iglio.
Ci può parlare del suo primo cortometraggio?
Il mio primo cortometraggio è un documentario sulla gentrificazione nei quartieri spagnoli, con Enzo Gragnaniello.
Ci descrive della sua formazione e della sua passione per il cinema?
Sono uno studente di cinematografia all’ultimo anno di biennio, e la mia passione nasce nel 2016 quando iniziai a lavorare nel cineteatro Acacia come maschera. Da lì in poi ho dedicato quasi tutto il mio tempo al cinema.
Come nasce il suo progetto I cinque anelli?
L’idea mi venne dopo aver letto il libro di Myamoto Musashi, il libro dei cinque anelli e fu una lettura che mi colpì parecchio. Poi feci vedere la prima bozza di sceneggiatura alla mia collega e cara amica Eleonora Valentino, e insieme decidemmo di scrivere questa sceneggiatura. Dopo parecchi studi e influenze di storie realmente accadute, riuscimmo a trovare la giusta strada.
Per quale motivo ha scelto di trattare queste tematiche?
Credo che della violenza familiare se ne parli davvero poco, anche se è un tipo di violenza che vivono davvero tantissime persone. Mi sembra giusto raccontare, cosa possa succedere dentro un luogo sicuro, come una casa.
Quali saranno i suoi prossimi progetti?
Il mio prossimo lavoro, sarà un cortometraggio di finzione insieme all’attrice dei cinque anelli, Giulia De Angelis. Si intitolerà “La presunzione d’innocenza”.
Qual è il messaggio che spera di evidenziare con questo cortometraggio?
Il centro del corto è che la famiglia non è un diritto ma un privilegio, e che la violenza spesso nasce nei cosiddetti luoghi sicuri come una casa, una scuola o all’interno dell’università, il che è una cosa che purtroppo vediamo accadere davvero ogni giorno.
Vorrebbe dire qualcosa a chi vive una situazione simile a quella della protagonista Mya?
Sì, che per quanto una situazione del genere sia difficile, è importante parlarne con qualcuno. C’è sempre una persona disposta ad ascoltare e ad aiutare; e di non sottovalutare nessun tipo di violenza, da parte di nessuno.
Si ringrazia Ivano Iglio per le immagini del set I cinque anelli