Il giardino delle parole di Makoto Shinkai | Recensione

Il giardino delle parole di Makoto Shinkai | Recensione

Il giardino delle parole (in originale 言の葉の庭, Kotonoha no niwa) è un film d’animazione diretto da Makoto Shinkai – famoso per il suo cavallo di battaglia Your Name – nel 2013.
Dal film poi ne è derivato un manga stand-alone, pubblicato in Italia dalla Star Comics, ed una light novel edita per la collana JPop.
È la seconda storia narrata da Shinkai che non possiede alcun elemento magico o mistico, proponendo invece una storia delicata e tremendamente realistica.

Accenni della trama di Il giardino delle parole

Il giardino delle parole narra le vicende di uno studente liceale, Takao Akizuki, che desidera diventare calzolaio, specializzandosi in modelli femminili.
Il ragazzo approfitta dei giorni di pioggia per raggiungere un giardino in stile giapponese, dove, riparatosi sotto un gazebo, passa le mattinate a disegnare i suoi modelli in completa solitudine.
Tutto cambia quando, un giorno, Takao incontra riparata sotto al gazebo una giovane donna, Yukari Yukino, intenta a bere birra e mangiare cioccolata.
Superata l’iniziale diffidenza, i due cominciano a parlare e a scambiarsi i reciproci pensieri, dandosi appuntamento nei giorni di pioggia in quel giardino giapponese.

Passata però la stagione delle piogge, Takao scopre che Yukari altri non è che un’insegnante del suo stesso liceo, che a causa di un episodio spiacevole, ha cominciato a saltare più spesso la scuola, arrivando a chiedere perfino il trasferimento.

A quel punto, Takao dovrà capire se i nascenti sentimenti che prova per lei sono frutto di una suggestione data dall’atmosfera del giardino nei giorni di pioggia oppure qualcosa che sembra diventare sempre più concreto e palpabile…

Differenze tra film, manga e light novel

Come in 5 cm al secondo, opera precedente di Shinkai, Il giardino delle parole racconta una velata storia d’amore in modo realistico, contornata da momenti poetici e ambientazione uggiosa. La pioggia accompagna lo stato d’animo dei protagonisti, creando una specie di barriera col mondo esterno, il mondo della gente normale che vive la sua vita e svolge le sue attività senza alcun intoppo.
Takao e Yukari si rifugiano nella pioggia per sfuggire ad un quotidiano che non li soddisfa, che rende le loro vite piatte e monotone. Grazie ai giorni di pioggia, Takao è come se si rifugiasse all’interno di una bolla sognante che lo protegge dalla rigidità della società giapponese, che vuole i ragazzi sempre più rapidi a trovare un lavoro stabile e redditizio.
Il suo sogno di realizzare scarpe si rivela il perfetto espediente che lo legherà a Yukari.
La donna, infatti, soprattutto nel manga, allude alla difficoltà di riuscire a “camminare normalmente”: i passi che dovrebbero portarla verso il suo posto di lavoro, la conducono invece verso tutt’altra meta, ossia il giardino giapponese, che a seconda delle condizioni climatiche cambia notevolmente aspetto. La natura circostante resta sempre uguale, ma è la percezione che si ha di essa a cambiare.

Con la realizzazione delle scarpe per la professoressa, e senza volerlo, Takao contribuirà a ridonare speranza ad una sfiduciata Yukari, dandole così la possibilità di “tornare a camminare sui propri passi con sicurezza”, senza paure o incertezze.

La light novel si mostra molto più corposa rispetto al film animato e al manga. Le storie dei protagonisti sono molto più approfondite, assieme a quelle di personaggi che nella trasposizione animata e disegnata de Il giardino delle parole appaiono solo di sfuggita o molto superficialmente.

Il giardino delle parole è disponibile per la visione su Amazon Prime Video.

Fonte immagine: di sfondo – Animeclick; centrale – copertina della light novel italiana, Amazon Italia

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