Il posto delle fragole (1957): recensione ed analisi

una scena del film Il posto delle fragole.

Il posto delle fragole è un film del 1957, tra i più famosi e celebri tra quelli diretti dal regista Ingmar Bergman, e si colloca tra il genere drammatico e sentimentale. Il titolo originale della pellicola, in lingua svedese, è Smultronstället, e l‘attore che interpreta il protagonista è Victor Sjöström, nome illustre del cinema svedese che lo stesso Bergman aveva fermamente voluto con lui nella produzione del film. Il titolo è una metafora di un posto che suscita molti ricordi a Isak Borg, personaggio principale e professore di medicina, in quanto è un luogo d’infanzia, simbolo della felicità giovanile del protagonista. L’intera trama verte attorno al viaggio verso Lund, una cittadina svedese, che il protagonista deve intraprendere per celebrare il suo giubileo professionale.

La trama del film

Il posto delle fragole si apre con un voiceover in cui l’anziano professore presenta se stesso, facendo un’analisi della sua situazione attuale di solitudine, sottolineando che l’indomani dovrà recarsi a Lund per un ambito premio accademico. Il giorno seguente, la sua giornata comincia con un incubo: si ritrova in una città apparentemente disabitata e sconosciuta, in cui gli orologi sono privi di lancette. Spaesato, il professore scorge una silhouette bianca, di spalle, e quando le si avvicina essa si smaterializza.

Il professore, sempre più spaventato, sente il rumore di un cocchio che arriva verso le sua direzione: è un carro funebre trainato da due cavalli, che improvvisamente urta un lampione facendo cadere la bara che trasporta. Dal feretro si intravede una mano che vi fuoriesce e, nel momento in cui Borg si avvicina, essa afferra il protagonista tirandolo a sé: il medico scorge la propria sagoma all’interno della bara

Al risveglio, egli decide di non partire in aereo per Lund e sceglie invece di usare l’auto, accompagnato dalla nuora Marianna (Ingrid Thulin), con cui non ha un ottimo rapporto. È durante il viaggio in auto che Borg inizia a riflettere profondamente sulla sua vita e sui comportamenti da lui adottati, in primis con la nuora ma anche con suo figlio Evald (Gunnar Björnstrand), e lo fa anche sulla base delle parole di Marianna, la quale lo definisce «un egoista incallito» che «non ha mai ascoltato nessuno tranne se stesso»

Dopo aver conversato, i due fanno una deviazione rispetto all’itinerario d’origine e si fermano alla casa in cui Isak era stato in vacanza da giovane per tanti anni: egli si perde, per la prima delle tante volte del film, nella visione di un ricordo passato di sua cugina Sara, all’epoca da lui amata, intenta a raccogliere delle fragole. È questo il posto delle fragole che dà il titolo all’opera.

I due riprendono il loro viaggio e, poco dopo, si fermano alla casa della mamma ultranovantenne del professore: quest’ultima mostra a suo figlio un baule pieno di giocattoli, tra cui anche l’orologio senza lancette dell’incubo. Nello specifico, la donna si lamenta molto della sua solitudine, nonostante avesse 9 nipoti, e invita Isak a farle visita più frequentemente.

Borg e la nuora tornano nuovamente in auto ed il protagonista ha un secondo incubo: la cugina Sara lo costringe a guardare in uno specchio dove vede la sua immagine riflessa, e lo informa che a breve dovrà morire. Nello stesso incubo, egli vede la sua professione messa a dura prova, poiché viene interrogato da un severissimo professore che gli chiede, ad esempio, di guardare all’interno di un microscopio attraverso cui egli non riuscirà a vedere nulla.

Al risveglio, sentendosi completamente inutile, pronuncia le parole «sono morto pur essendo vivo». A premiazione già avvenuta, l’uomo riesce nell’impresa di riconciliare il rapporto tra la nuora e suo figlio, addormentandosi felice in seguito ad un’ultima visione dei suoi genitori che pescano.

Il posto delle fragole: analisi e riflessioni

Il posto delle fragole è un film che tratta il tema della meditazione tra vita e morte, basato principalmente su esperienze oniriche come sogni o ricordi. Nello specifico, Bergman si serve del posto delle fragole (frutto che in Svezia rappresenta l’arrivo della primavera) per rievocare il ricordo della felicità giovanile del protagonista: alcune volte, Borg entra in maniera diretta in uno stato onirico, nella propria immaginazione del passato, ed ha quindi la sensazione di riviverlo come se fosse un sogno ad occhi aperti.

Nel secondo sogno, Isak vede la sua immagine riflessa e si rende conto del suo reale aspetto esteriore: lo specchio è un elemento simbolico che gli permette di rendersi conto del vero stato delle cose. Egli prende atto del fatto che  è ormai invecchiato, e che la sua vita sta giungendo al termine. Quando il professore lo esamina, tramite il microsopio, egli non riuscirà a vedere nulla: questa parte dell’incubo può essere interpretata come la sua ormai totale incapacità nel fare quello per cui aveva dedicato la vita intera.
Al risveglio, infatti, egli afferma di essere ormai morto, inutile. Nella scena finale, prima di addormentarsi, ha un’ultima visione dei suoi genitori tramite un’immagine luminosa e serena, che gli riporta il sorriso.

Per concludere l’analisi del film “Il posto delle fragole”, possiamo dire che il viaggio verso Lund consente al professore di rivedere la sua vita, gli errori e, soprattutto, il suo egoismo. Qui possiamo scorgere un’analogia con Bergman stesso: come Borg, anche egli ha dedicato tutta la propria esistenza al lavoro.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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