Il treno dei bambini: dal romanzo al film

Il treno dei bambini locandina

Mercoledì 4 dicembre è uscito su Netflix “Il treno dei bambini”, film diretto da Cristina Comencini basato sull’omonimo libro di Viola Ardone. Un pezzo di storia da recuperare.

La trama 

Amerigo Speranza è un bambino che vive nei quartieri spagnoli di Napoli, nel periodo del dopoguerra italiano, ed è ossessionato da un gioco: osservare le scarpe della gente. Scarpa sana vale un punto, scarpa bucata perde un punto, senza scarpe sono zero punti e se le scarpe sono nuove vince una stella premio. Amerigo non ha mai avuto delle scarpe nuove perché, solo con la sua mamma, vive nella miseria.

Mia mamma avanti e io appresso. Dove stiamo andando non lo so, dice che è per il mio bene. Amerigo non capisce cosa sta accadendo, ma per un’iniziativa del partito comunista, lui insieme a tanti altri bambini, compresi i suoi amici Tommasino e Mariuccia, verranno messi su un treno e affidati per un certo periodo di tempo a delle famiglie dell’Alta-Italia, espressione con cui si indicava il centro e il nord dell’Italia. Amerigo avrà quindi una nuova famiglia, che lo accoglierà a braccia aperte, nonostante qualche difficoltà con il nuovo dialetto e le nuove compagnie. Scoprirà la passione per la musica e conoscerà il coraggio di lasciar andare le persone che si amano. 

La vera storia de Il treno dei bambini

Una storia che parla d’amore e di solidarietà realmente accaduta, che però è poco conosciuta. Infatti da Napoli tra il 1945 e il 1950 circa, presero il treno 70.000 minori, nel meridione erano centinaia di migliaia.  

L’autrice del libro, da cui è stato tratto il film, Viola Ardone, è riuscita, attraverso ricerche sia di documenti sia di fonti orali, a riportare alla luce un avvenimento destinato a scomparire e a plasmare in un toccante romanzo le esperienze di quei bambini diventati adulti che è riuscita a incontrare. Il personaggio di Amerigo ha preso forma dall’unione di più voci ascoltate, mentre altri sono realmente esistiti, come Maurizio Valenzi, tra gli organizzatori del treno dei bambini e, al tempo, futuro sindaco di Napoli; Gaetano Macchiaroli, editore e intellettuale napoletano; Derna Scandali, tra le prime sindacaliste italiane, è stata di ispirazione per il ruolo di Derna, ma le particolari vicende con Amerigo sono frutto della fantasia dell’autrice. 

La scelta di Viola Ardone nel chiamare il suo protagonista Amerigo Speranza è profetica. Il viaggio verso l’Alta-Italia rappresentava, per un bambino del Sud, esplorare il mondo delle possibilità, così come, nell’immaginario collettivo, è stato per molto tempo l’America. Un luogo in cui, finalmente, Amerigo potrà avere delle scarpe nuove e andare a scuola. 

Il treno dei bambini: dal libro al film

Il film comincia con Amerigo adulto e la narrazione della sua vita viene pian piano scoperta attraverso dei flashback, richiamati da un evento che costringerà Amerigo a ripercorrere il suo passato. Il ruolo del narratore appartiene dapprima ad Amerigo e poi alla madre Antonietta. Il romanzo, al contrario, procede cronologicamente, partendo quindi dall’Amerigo bambino e il punto di vista rimane sempre ad Amerigo, con la narrazione in prima persona.

Nel libro, la carica emotiva è alta e cresce ad ogni pagina grazie alla dolce penna dell’autrice, abile nel donare momenti pregni di dolce-amaro. Nel film, l’atmosfera viene perfettamente ricalcata dalla colonna sonora di Nicola Piovani e la storia non subisce modifiche, se non in qualche dettaglio. Ad esempio, la frase cardine “Amerì, a volte ti ama di più chi ti lascia andare che chi ti trattiene”, nel film viene affidata alla voce fuori campo di Antonietta, mentre, nel libro, emerge nel dialogo tra Amerigo e Maddalena, responsabile del viaggio e dell’affidamento dei bambini. 

Ciò che in entrambi rimane un punto fermo è che la storia de Il treno dei bambini viene raccontata proprio da coloro che hanno intrapreso questo viaggio, descrivendola con quella schiettezza, paura e innocenza che caratterizzano i bambini. Non comprendono la decisione dei loro genitori e quando tornano nella loro vecchia casa hanno nel loro cuore una mamma in più, la mamma del nord. Un messaggio forte anche per quanto riguarda l’ideale della famiglia, mostrando la forza di un amore che lascia e un di amore che accoglie e trasmettendo l’idea che per definirsi “famiglia” non è necessario avere un legame di sangue. 

Un libro e un film assolutamente imperdibili.

Cast

Christian Cervone: Amerigo

Stefano Accorsi: Amerigo adulto

Barbara Ronchi: Derna

Serena Rossi: Antonietta

Francesco Di Leva: Capa ‘e fierro

Antonia Truppo: Maddalena Criscuolo

Monica Nappo: Zandragliona

Dora Romano: Pachiochia

Beatrice Schiros: Maestra Ferrari

Ivan Zerbinati: Alcide

Lucio Morano: Luzio

Jacopo Pagano Guerrieri: Rivo

Domenico Rea: Tommasino

Sophia Cecere: Mariuccia

Fonte immagine di copertina: locandina di Netflix

A proposito di Maria Chiara Monti

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2 Comments on “Il treno dei bambini: dal romanzo al film”

  1. Certo, c’è sempre invenzione quando si scrive un romanzo storico, ma a monte c’è una realtà, persone, appunto in carne ed ossa, le cui storie “ispiranto” la nuova storia. Lei scrive: “Derna Scandali, tra le prime sindacaliste italiane, è stata di ispirazione per il ruolo di Derna, ma le particolari vicende con Amerigo sono frutto della fantasia dell’autrice”. Eppure proprio Amerigo – sia pure con “innesti” fantasiosi – è quello che più corrisponde al vero Americo: https://giorinaldi.com/2020/12/03/chi-e-amerigo-de-il-treno-dei-bambini-di-viola-ardone/
    saluti

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    1. Salve, grazie per condiviso con noi queste informazioni.
      Questa storia ha del misterioso per cui la verità assoluta non si conosce.
      É stato riportato quanto dichiarato dall’autrice, e cioé che Amerigo é stato ispirato da un insieme di testimonianze.
      Come dice lei, quando si scrive c’é sempre della fantasia e, se un Americo é esistito, non é detto che le vicessitudini raccontate siano state le medesime.
      Comunque ben venga l’integrazione per ampliare questa storia dimenticata.
      Saluti.

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