L’intervista a Francesco Pellegrino e Rocco Siffredi per la serie tv Supersex
Nel backstage della premiere per l’uscita dell’attesissima serie Netflix, Supersex, l’atmosfera è carica e la folla acclama gli attori saliti sul palco dopo la proiezione della prima puntata che ci ha mostrato il lato sensibile e poetico di Rocco Siffredi, il più famoso porno attore non solo italiano, ma anche mondiale, conosciuto per essere il Re del porno. In questa occasione speciale siamo riusciti a strappare un’intervista a uno degli attori principali di Supersex, Francesco Pellegrino, e al fatidico Rocco Siffredi.
Francesco Pellegrino si presenta come un attore umile, un ragazzo alto con gli occhi azzurri, i capelli ricci e un sorriso affabile. Quando l’abbiamo fermato per chiedergli un’intervista, stava parlando con Alessandro Borghi, e ciò nonostante, ha avuto un po’ di tempo da dedicarci. Ecco, quindi, l’intervista:
La prima domanda che viene subito in mente da chiedere a Francesco Pellegrino è: hai interpretato un personaggio non facile dal punto di vista psicologico in Supersex, al pubblico in sala sei visibilmente piaciuto moltissimo, tu, invece, che giudizio ti dai? Ti sei piaciuto?
Allora, diciamo che io solitamente non mi piaccio mai, perché sono molto autocritico sulle cose che faccio, ma allo stesso tempo devo dire che mi è piaciuto tanto il lavoro che ha fatto la troupe intorno agli attori e intorno al set, un lavoro enorme che guardando un film o una serie lo spettatore non conosce, ma che in realtà è veramente essenziale ed è ciò che porta la serie ad un livello superiore.
Come hai vissuto il personaggio di Tommaso? Ti ci sei rivisto un po’?
Certamente, io non credo che nella recitazione un personaggio nasca dal nulla, da zero. O meglio dire, in qualsiasi personaggio su cui ho lavorato c’è sempre stato un lavoro che innanzitutto partiva da me. Perché ogni personaggio nasce dall’intimo. Penso che tutte le parti che interpretiamo siano tutti i personaggi che vogliamo essere, quindi il lavoro su un personaggio, in realtà, è un qualcosa di completamente egocentrico.
Quindi stai dicendo che quando interpretiamo un personaggio ci basiamo molto su noi stessi?
Non è che ci basiamo su noi stessi, è che noi possiamo essere allo stesso tempo tutto e niente. Ogni essere umano decide quello che vuole essere ogni mattina.
E tu hai deciso di essere Tommaso?
E io ho deciso di essere Tommaso quel giorno, e mi ci sono sentito davvero nei suoi panni.
Cosa ne pensi ora, dopo aver girato Supersex, del personaggio di Rocco Siffredi? Che considerazione hai ora di lui?
In realtà, ho sempre pensato che il ruolo del porno attore fosse un lavoro molto difficile e che non è tutto oro quello che luccica. Secondo me, è un lavoro, che come tanti del genere, in cui si osa tanto e si vive agli estremi, poi diventa molto stressante e certamente psicologicamente ne risenti. Secondo me, nel suo caso è come se il sesso fosse stato privato della parte più intima e profonda, cioè, io sento che oramai il sesso per Rocco fosse diventata una cosa fine a se stessa, perché negli eccessi della sessualità finisci col desensibilizzarti. Lo paragono un po’ alla mia esperienza a Tokyo, dove andai come modello. Ecco, lì c’erano tantissimi input, tantissime persone e cose, e ad un certo punto ero talmente sovrastimolato che mi sentivo di star sfociando nell’apatia.
Quindi, secondo te, il sesso nella vita di Rocco Siffredi è stato un po’ come per te l’incontro con la caotica metropoli di Tokyo?
Esatto, un eccesso di persone in frenetico movimento, che non si fermano un attimo, che poi si annullano fra loro.
Come ti ha cambiato questa esperienza? Cosa ti ha lasciato questa interpretazione?
Sicuramente lavorare con degli attori come Alessandro Borghi, Adriano Giannini o Jasmine Trinca è un’esperienza che mi ha arricchito sia umanamente che professionalmente.
Ti sei mai sentito come se in un certo modo dovessi dare il massimo per riuscire ad essere all’altezza di grandi attori del loro calibro? Perché, comunque, tu sei giovane e hai molta meno esperienza di loro.
No, non sono mai riuscito a pensare in questa maniera. Io penso che ogni essere umano abbia qualcosa da raccontare, e non è una sorta di sfida. C’è l’attore che racconta e si esprime, esprime se stesso. Quindi, non è possibile paragonarsi secondo me. Ogni essere umano ha il suo modo di raccontarsi.
Dopodiché, approfittiamo della gentilezza e della disponibilità di Francesco Pellegrino per chiedergli un’intervista con Rocco Siffredi, al che lui lo chiama, sembrano molto in confidenza e ce lo presenta. Rocco è un uomo abbastanza alto, sul metro e ottanta, il volto provato dagli eccessi della vita, ma lo sguardo è quello di una persona inaspettatamente sensibile e che ha tanto da tirare fuori, e lo fa in questa intervista:
La prima cosa che gli chiediamo è: Rocco, quanto di romanzato c’era in Supersex?
La storia di Tommaso durante la mia infanzia è decisamente romanzata, nel senso che si, lui è esistito davvero e continua ad esistere, ma non si è mai tolto la vita, né tantomeno è stato adottato, infatti, è mio fratello di sangue, vero e autentico. Ciò che è romanzato è la prima puntata, la parte in cui io dico a mio fratello Tommaso: «guarda che Lucia l’ho vista nuda con un altro». Non che non sia mai successo, attenzione, ma quella cosa io non gliel’ho detta quando ero piccolo, gliel’ho detta dieci anni fa per telefono, da allora mio fratello non mi ha mai più parlato.
Ti manca molto?
Si, tantissimo. Lui era davvero il mio mito e la mia fonte di ispirazione. Spero che dopo questa serie tornerà a farsi sentire, chissà. Purtroppo, non è l’unico con cui ho avuto dissidi in famiglia e penso che dopo l’uscita della serie molti dei miei cugini, zii, zie, ecc. mi chiameranno nervosi, chiedendomi spiegazioni su come mai ho raccontato tante balle su di loro (gli scappa una risata).
Come è cambiato il mondo del porno da quando c’eri tu ad oggi?
Quando c’ero io nell’industria prima di girare una donna la conoscevi, ci parlavi e flirtavate, per creare la giusta atmosfera, era tutto molto più autentico e naturale, letteralmente, adesso si usano artifici e si fa molto anche attraverso i social, c’è un concetto diverso di fare il porno più improntato a un consumo sfrenato dei corpi. Gli uomini arrivano a durare anche 6-7 ore, grazie all’uso di steroidi e vasi costrittori che si iniettano direttamente nel… beh… hai capito. Neanche il coito è più spontaneo, anche quello lo hanno reso finto, lo simulano con una sostanza bianca simile a un gel che si iniettano nel canale dell’uretra. Tutto ciò non fa bene al corpo della donna, ovviamente, e tutto questo per rispondere a delle esigenze di mercato che sono diventate più pressanti.
Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale Francesco Pellegrino