La serie Yellowjackets: quando il cannibalismo è femminismo

La serie Yellowjackets: quando il cannibalismo è femminismo

Yellowjackets, serie televisiva creata da Ashley Lyle e Bart Nickerson, è già diventata uno dei titoli più intriganti del panorama seriale. Un survival drama, un horror psicologico, un mix di tensione e colpi di scena: per non parlare di ciò che più la caratterizza: il cannibalismo. Vediamo insieme i dettagli di questa serie da togliere il fiato.

La trama della serie Yellowjackets

La storia segue due filoni narrativi, una nel 1996 e una 25 anni dopo: nella prima, vediamo una squadra di calcio femminile, le Yellowjackets, sopravvissuta ad un disastro aereo. Intrappolate nei boschi canadesi, senza speranze, le ragazze sopravviveranno per quasi due anni, nella lotta per la fame e la salute mentale che scivola, portandole a formare una sorta di culto tribale basato sul cannibalismo. Il secondo filone narrativo, invece, segue queste stesse ragazze ma 25 anni dopo, con tutte le cicatrici e i ricordi che ancora pesano sulle loro vite. 

Quest’alternanza fra passato e presente permette di tenere alta la suspense, poiché si scopre il passato a piccole dosi: vediamo i danni che i boschi hanno fatto alle protagoniste adulte, incapaci di dimenticare ciò che hanno fatto e visto; e poi, un pezzo alla volta, scopriamo l’incubo che hanno vissuto.

Le tematiche che affronta la serie Yellowjackets non sono affatto semplici: il degrado morale e psicologico, il crollo della civiltà, gli istinti animaleschi che prendono il sopravvento nelle situazioni così estreme. E, soprattutto, l’adolescenza. Man mano che la serie avanza, realizziamo sempre di più che i disastri sono iniziati ben prima dell’incidente aereo: le invidie adolescenziali, i problemi dell’essere una ragazza, il venerare le amiche perfette. Il cannibalismo, in questo caso, è solo l’ultimo step nel consumare un’amicizia: il voler così tanto tenerle per sempre al proprio fianco, conservarle, amarle… tutto questo rende il cannibalismo, in questa serie, molto più di un semplice mezzo per nutrirsi. È posto allo stesso livello dell’adolescenza, crudi e pericolosi allo stesso modo, e senza uno non ci sarebbe l’altro: se le Yellowjackets non fossero delle ragazze, non sarebbero mai arrivate al creare un culto cannibale; se le Yellowjackets non fossero state già colme di problemi, non sarebbe degenerato tutto in tal modo.

Cannibalismo come femminismo

Il punto più particolare di Yellowjackets dunque non è l’essere una serie di sopravvivenza od un horror innovativo, ma l’avere un cast quasi totalmente femminile: questo ci permette di riflettere sulle varie facce del femminismo, che raramente viene mostrato in ambiti horror. È una novità, dunque, vedere delle ragazze al centro di una narrazione del genere, sfidando i ruoli tradizionali: la femminilità qui è selvaggia, violenta, aggressiva, e non c’è niente di delicato nell’essere una ragazza adolescente. Le Yellowjackets sono colme di difetti, sfaccettate e complesse, ed ogni loro aspetto viene mostrato in profondità, non rendendole solo delle ragazze stereotipate e senza sviluppo.

L’ambientazione nella natura selvaggia e l’emergenza di situazioni estreme mettono in risalto il tema del potere femminile. Le protagoniste, lasciate a loro stesse, devono sopravvivere e governarsi autonomamente, assumendo ruoli che vanno oltre le convenzioni tradizionali di genere. Devono prendere decisioni dure, alcune delle quali estremamente violente, che generalmente non sono associate ai ruoli femminili. Questo esplora il tema della sopravvivenza come fonte di emancipazione e di leadership femminile, ma anche la corruzione del potere stesso. Questo può essere interpretato come una riflessione sulle dinamiche di potere anche nei contesti più intimi e personali: la brutalità, la violenza e il caos che emergono nelle loro vite mettono in discussione una narrazione semplicistica dell’emancipazione femminile. 

In sintesi, Yellowjackets è una serie che affronta il femminismo non solo come una lotta per l’uguaglianza di genere, ma anche come una riflessione sulla complessità del potere, delle relazioni e dell’autonomia delle donne, mostrando come, in situazioni estreme, anche nelle donne rinasce l’istinto brutale ed animalesco, e che c’è poca distanza fra emancipazione e distruzione.

Il futuro della serie Yellowjackets

Con la sua prima stagione acclamata dalla critica, Yellowjackets si è guadagnata un fandom fedele e appassionato, con infinite domande per le stagioni future, attratto dalla complessità dei personaggi e dalla trama sempre più contorta. La tensione fra il presente e il passato, poi, lasciano le porte aperte a vastissime possibilità narrative, che non vediamo l’ora di scoprire.

Con una terza stagione già confermata, le aspettative sono alte: i fan vogliono sapere cosa è realmente successo nei boschi e come i segreti delle sopravvissute continueranno a influenzare le loro vite. Tuttavia, è proprio l’elemento di mistero costante e la lentezza con cui vengono rivelati i dettagli più oscuri a rendere questa serie un’esperienza viscerale e ipnotica.

Yellowjackets è una serie che va oltre i confini del classico survival drama, esplorando i recessi più oscuri della psiche umana e le conseguenze devastanti della paura e della disperazione, soprattutto se si è una ragazza adolescente. Quindi, se amate i misteri intricati, i drammi psicologici e una buona dose di tensione, Yellowjackets è senza dubbio una serie da non perdere.

Fonte immagine: Copertina promozionale della serie Yellowjackets

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