La serie Heartstopper, tratta dalla omonima saga di romanzi grafici di Alice Oseman, è esplosa nell’Aprile 2022 per la spontaneità con la quale affrontava argomenti delicati come il coming out e l’identità di genere. Sin da subito, questa è stata accolta come un caposaldo positivo nella rappresentazione della comunità LGBTQIA+ e da allora non ha fatto altro che essere un punto di riferimento per chiunque volesse trovare una linea di approccio a questo tipo di argomenti.
Dal 3 Ottobre la terza stagione di Heartstopper è su Netflix, pronta a saziare la trepidante attesa dei fan. Alle nuove storie corrisponde però uno sfondo differente che – pur aderendo al normale clima adolescenziale della serie – deve necessariamente svilupparsi per affrontare tematiche meno leggere.
Gli episodi ruotano intorno a ciò per cui il finale della seconda stagione (inserire link esterno) era stato solo un preludio: depressione e disturbi alimentari. Fanno inoltre da contorno argomenti come la disforia di genere, la scoperta della propria identità non binary, asessuale oppure aromantica, andando anche a toccare il tema degli attacchi di panico e dell’ansia.
Alternando momenti di naturale spensieratezza giovanile a momenti di serietà disarmante, sin dal primo istante la serie vuole portarci all’interno dell’aspetto invalidante che il disturbo alimentare causa a Charlie. Se infatti l’argomento viene in una prima istanza evitato dal ragazzo, ciò che salta inevitabilmente all’occhio del pubblico è la graduale perdita di controllo che ha sulle proprie emozioni e sulla propria vita. Rapporti che rischiano di deteriorarsi, bugie conseguenti al timore di dover affrontare l’argomento ed un clima familiare sempre più turbato portano il fidanzato Nick a spingerlo, col sostegno della sorella di quest’ultimo, a parlare con i propri genitori. Qui ritroviamo infatti il caposaldo dell’intera stagione: l’importanza del parlare dei propri problemi. Non si consiglia di continuare la lettura per evitare spoiler.
La terza stagione di Heartstopper è uno spiraglio di luce
La serie mette perfettamente in luce la difficoltà di dover affrontare questa battaglia partendo dal senso di vergogna che chi vive un disturbo mentale può provare e da quanto sia doloroso ammettere a se stessi di non stare bene. Il conseguente ricovero in una struttura specifica è il mezzo per l’inizio di un percorso atto ad acquisire la consapevolezza necessaria ad affrontare le proprie pulsioni da un lato e finalizzato all’apprendimento per chi dall’esterno si trova a stare vicino alla persona che sta cercando di guarire dall’altro. Riprendendo il topos della spontaneità, Nick e gli amici del ragazzo imparano – col passare degli episodi – il metodo giusto per approcciarsi ad una persona che soffre di un disturbo nella maniera più naturale possibile durante tutto il percorso di riabilitazione, esorcizzando il già citato demone del tabù.
La serie si impegna nuovamente a sensibilizzare le persone per indirizzarle verso un accoglimento positivo riguardo a tali argomenti piuttosto che ad una stigmatizzazione che porta nella maggior parte dei casi ad un aggravamento di tali condizioni.
Nonostante i nuovi temi della nuova stagione di Heartstopper, i personaggi non dimenticano mai di illustrarci sempre nuove sfaccettature della comunità LGBTQIA+ come l’asessualità e l’aromanticismo di Isaac Henderson, la natura non binary di Darcy Olsson e la disforia di genere di Elle Argent, trattati nella solida realtà dei dubbi e dei disagi che la propria identità può causare nella sfera dei rapporti interpersonali ed anche qui risolti grazie allo strumento del dialogo.
Il connubio tra i temi più cupi e l’atmosfera generale che la stagione propone viene sublimato in modo naturale, lasciando l’eredità di un atteggiamento, ancora una volta, inclusivo ed altruistico e che si può notare nella crescita di Charlie stesso che, da vittima della propria mente, riesce a rendersi un supporto attivo per chi – come è successo a lui – si perde.
La terza stagione di Heartstopper rappresenta in definitiva una lezione per tutti: chi percorre una strada tortuosa e chi – da lontano – può solo incoraggiare e fare il tifo.
Fonte immagine: Netflix