Leone il cane fifone | Ascesa e declino dello storico cartone animato

Leone il cane fifone

Vi ricordate Leone il cane fifone? Il leggendario cartone animato horror che è stato fedele (e strampalato) amico delle generazioni nate tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000. Vediamo insieme le varie curiosità nascoste, il successo dirompente di cui ha goduto la serie e il conseguente declino causato da un episodio che si è spinto un po’ oltre.

Per chi non ha avuto la fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista) di vivere Leone il cane fifone nel suo periodo d’oro, spieghiamo un attimo la trama: tutto ruota attorno alle vicende di Leone, tenero cagnolino rosa antropomorfo che vive insieme ai suoi anziani padroni, Marilù, gentile ed altruista, e Giustino, cinico e scorbutico, in una fattoria nella città di Altrove. Altrove…che posto meraviglioso! Immaginate vivere ad Altrove: ti svegli la mattina e trovi fuori casa un alieno che vuole succhiarti via l’anima, il giorno dopo ti svegli e incontri uno zombie che vuole riportare in vita un suo amico per mangiarti. Questo è il turismo di Altrove. Infatti in ogni episodio Leone cerca disperatamente di salvare i suoi padroni da ogni creatura ed evento inspiegabile ed inquietante che accade nella loro tranquilla vita.  

C’è chi lo definisce cartone per bambini, il che fa molto ridere data la platea che ruota attorno alla serie: jumpscare, scene spaventose, immagini raccapriccianti, personaggi contorti e perversi. Questi non sono proprio elementi educativi e adeguati ad un pargolo di 5-6 anni. Però, bisogna anche ammettere la verità: traumatico, pauroso, non ti fa dormire la notte, è vero, ma quanto ci piaceva Leone il cane fifone? Quanto ci piaceva provare terrore e disgusto di fronte ad ogni puntata per quei 10-20 minuti? A suo modo, il grottesco ha sempre avuto il suo fascino e il suo carisma. E poi, bisogna dire che nella serie c’è anche una buona dose di comicità, oscura sicuramente, ma che faceva pur sempre ridere, anche solo i versi che faceva Leone per spiegare le sue paure ai padroni o addirittura il memorabile disprezzo di Giustino nei riguardi di Leone con la sua iconica Stupido cane, mi fai sembrare un mostro.

Ideata, creata e diretta dall’animatore John R. Dilworth e andata in onda su Cartoon Network dal 1999 al 2002, per un totale di 4 stagioni, la serie ha cresciuto (più che con il cucchiaino, con il martello) tutte le generazioni di bambini nati tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000, diventando un cult dell’animazione televisiva e uno dei cartoni animati più amati di tutti i tempi. Nel nostro articolo entriamo un po’ più nel dettaglio e scopriamo qual è stata la genesi della serie e come si è costruita e anche demolita nel corso di questi anni, ormai passati.

Com’è nato Leone il cane fifone: le teorie e il significato della serie

Sono varie le ipotesi e le chiavi di lettura legate alle origini e al significato di Leone il cane fifone, tutte molte spaventose (ovviamente, non sia mai!) e alcune molto inverosimili con tanti dettagli ed interrogativi ancora irrisolti e privi di senso, ma che hanno ugualmente goduto di una certa attenzione mediatica grazie al successo dell’opera. Una di queste è quella della famiglia Patterson: William e Margareth Patterson vivevano in un quartiere di El Paso, in Texas. Lui era rabbioso e burbero e lei dolce e gentile, proprio come i personaggi di Giustino e Marilù. Nel 1975 i due avevano denunciato alla polizia avvistamenti di strane creature nei pressi della loro abitazione. Il giorno dopo, la coppia scomparve e da allora si persero completamente le tracce. Gli agenti entrarono in casa e non trovarono nulla, a parte…il loro cane. 

Altra teoria è quella legata al serial killer David Parker Ray, detto The Toybox Killer. La casa dei tre protagonisti della serie sarebbe ispirata al luogo in cui Ray aveva rapito, torturato e ucciso più di sessanta persone. L’assassino, per attirare le vittime, indossava sempre costumi diversi e raccontava storie drammatiche per guadagnarsi la loro fiducia; la stessa tecnica che usano molti personaggi di Leone il cane fifone per ingannare i protagonisti. Ray torturava le persone con oggetti sessuali in un rimorchio per camion che erano stato insonorizzato affinché non si udissero le grida di dolore delle sue vittime. Nella stanza erano presenti anche uno specchio, in modo che le sue prede vedessero tutto il male che venivo loro inflitto, e anche…i cani dell’omicida. 

Esistono anche varie teorie legate al significato della serie, una di queste vede Altrove come simbolo dell’Inferno, Giustino rappresenterebbe Lucifero e Leone è Cerbero, ai comandi del suo padrone, mentre Marilù sarebbe l’umanità tentata dai demoni.

Un’altra ipotesi afferma che tutti i mostri del cartone sono frutto dell’immaginazione del cagnolino, il quale avrebbe creato una realtà alternativa perché non conosce nulla del mondo esterno ma soltanto il posto in cui vive insieme ai suoi anziani padroni. 

Un’ultima, e ancor più angosciante teoria, è quella di Marilù e Giustino come marionette: nel finale della prima stagione i due anziani vengono trasformati in pupazzi e sarebbero rimasti tali per l’eternità, e la loro presenza nei successivi episodi è solo nella mente di Leone, il quale avrebbe continuato a giocare con le marionette dei suoi padroni, convincendosi che nulla fosse realmente accaduto. A sostegno di tale teoria, ricordiamo che il cagnolino, a fine episodio, inizia a ridere a crepapelle come se fosse impazzito dal dolore.

Lo straordinario successo tra grandi e piccoli

Leone il cane fifone è stato uno dei cartoni animati più amati dal mondo intero e ha ottenuto un successo e un’ammirazione straordinaria sia tra i bambini sia tra i genitori. Alcuni di questi però non hanno perso occasione per mostrare il proprio disappunto, o addirittura disprezzo, per una serie tv di questa portata con simili tematiche a ambientazioni.

Ma anche questo anticonformismo e questa eccentrica stravaganza hanno contribuito a rafforzare ed incrementare la popolarità di un cartone entrato a far parte di una generazione che ancora non era stata avvolta nella morsa dell’eccessivo e alienante progresso tecnologico. Un’opera nuova, originale, per certi versi irriverente, che gioca con le paure degli spettatori, lasciando un senso di smarrimento e regalando momenti di umorismo nero. Tutto questo è ciò che ha conquistato grandi e piccoli, ciò che è stato Leone il cane fifone, una svolta nel tessuto sociale e televisivo.

Personaggi inquietanti di Leone il cane fifone 

Per cause di forza maggiore, volenti o dolenti, i personaggi di Leone il cane fifone non possiamo assolutamente dimenticarli. Personaggi di contorno così maligni e così perversi che la loro presenza all’interno dell’opera è stata un’ottima giocata di attrazione e di costruzione storica per accrescere le tonalità dark della narrazione del cartone. Vediamone alcuni tra i più inquietanti.

Gatti: come iniziare una serie animata facendo subito capire al pubblico le proprie intenzioni, ovvero traumatizzare tutti senza pietà. Nel primo episodio Leone, Marilù e Giustino passano la notte in un motel gestito da Gatti, un gatto rosso che odia i cani e che cerca di offrire i suoi clienti in pasto ai suoi amati ed enormi ragni. Forse ci saremmo dovuti fermare già dalla prima puntata, ma la curiosità è stata troppo forte.

Il fantasma del plenilunio: chi è riuscito a prendere sonno dopo questo episodio? Io personalmente no. Una gigantesca testa fluttuante che ordina ai protagonisti di far crescere qualcosa nel terreno o di lasciare la loro casa entro la mezzanotte altrimenti subiranno orribili conseguenze.

Fred lo strambo: e adagio adagio diventai malvagio, sono pochi i fortunati che non conoscono a memoria questa frase e il suo singolare autore. Fred, nipote di Marilù, è un barbiere psicopatico rinchiuso in un manicomio che ha l’ossessione di rasare a zero i capelli delle sue vittime e questo lo fa sentire, appunto, malvagio. A mio parere, ma forse all’unanimità, è il personaggio che più fa rabbrividire in tutta la serie. Ringraziamo anche Pino Insegno per voce prestata al personaggio. 

Il faraone Ramsete: immaginate trovare fuori dalla vostra casa lo spirito di un antico faraone egiziano che minaccia di scagliarvi contro le sue orripilanti maledizioni. Ecco, succede in questo episodio. Lo spirito di Ramsete ordina a Giustino di restituirgli la sua stele ma, quando l’anziano rifiuta, il faraone lancia sciagure contro la sua casa.

La regina della pozzanghera nera: una creatura dall’aspetto attraente che cerca in tutti i modi di sedurre Giustino e trascinarlo, attraverso ogni forma d’acqua, nella sua pozzanghera. E proprio qui la seducente regina si trasforma in uno spaventoso mostro marino che vuole divorare il padrone di Leone…ebbene sì, ma chiamiamolo ancora “cartone per bambini”.

Il demone nel materasso: molto banalmente un demone in un materasso che si impossessa di Marilù, rendendola raccapricciante e dallo sguardo poco raccomandabile. Chiaro riferimento a L’esorcista, infatti Leone cercherà di esorcizzare la sua padrone per salvarle la vita.

Il cuoco cannibale: un maiale che serve hamburger ai suoi clienti e fin qui tutto semi-normale. Per poi scoprire che il cuoco e sua moglie si nutrono dei loro stessi clienti…in realtà, il cuoco e sua moglie creano, con la carne di hamburger, sculture con le sembianze dei loro clienti. Ciò non cambia che sia comunque un personaggio e un episodio inquietante. 

Il gatto con la maschera: un individuo femminile si presenta a casa di Leone e dei suoi padroni indossando una maschera con un piccolo sorriso e inizia a torturare Leone, picchiandolo e seviziandolo, solo perché reputa i cani malvagi. Il personaggio in sé si scoprirà non essere cattivo, però rendiamoci un attimo conto che picchia aggressivamente un cagnolino indifeso e porta sul volto una maschera agghiacciante. Anche quando cercano di mostrare personaggi buoni, quel minimo di inquietudine la devono trasmettere, insomma.

Il feto: chiudiamo la serie con un episodio incentrato sul tema della perfezione e, naturalmente, aggiungiamoci un’ultima e straordinaria personalità grottesca e macabra, forse la più iconica dopo Fred lo strambo. In un incubo di Leone assistiamo a quella che molti considerano la scena più inquietante di tutto il cartone, ovvero quella di un essere umanoide, simile ad un feto, che sussurra a Leone: Tu non sei perfetto!.

Lo scarafaggio Buschwick: Non chiamatemi mai Buschwick, solo Schwick, non dovete chiamarmi mai Buschwick, solo Schwick, citando l’enorme scarafaggio che ordina a Leone di ritirare un pacco senza tardare altrimenti ucciderà i suoi padroni. Proprio in questo episodio avviene il più spaventoso e inaspettato jumpscare nella storia dei cartoni animati, quando Leone apre quella porta e trova una ragazzina di spalle che suona il violino, per poi scoprire…beh, chi l’ha vissuto se lo ricorderà molto bene.

La puntata che ha distrutto il cartone 

Anche in questo caso non abbiamo conferme, ma l’ipotesi più accreditata sul declino che il cartone animato ha subìto è legata ad un episodio in particolare della quarta stagione, intitolato La mascherache abbiamo già citato sopra. Narra la storia della gattina Kitty che indossa una maschera e tenta disperatamente di salvare la sua migliore amica Bunny dalle grinfie del suo violento fidanzato, un cane gangster. Con l’aiuto di Leone, Bunny riesce a salvarsi e a ricongiungersi con la sua amica del cuore.

Pare che La maschera abbia segnato il tramonto della serie TV generando indignazione da parte del pubblico a causa dei suoi contenuti: nella puntata sono presenti allusioni alla violenza domestica e all’omosessualità, infatti il rapporto tra Bunny e Kitty è stato visto sotto un’ottica sentimentale più che amichevole. Tutto questo è stato percepito dai genitori come un po’ troppo spinto, esplicito e inadeguato per un pubblico di bambini e avrebbe pertanto portato alla cancellazione della serie.  

Diciamo che non era necessario questo episodio per capire che Leone il cane fifone fosse un cartone troppo spinto, però va bene! 

Ma questa, come abbiamo già detto, è solo una teoria mai confermata (ma neanche smentita) dal creatore John R. Dilworth, il quale ha dichiarato che la fine della serie sia stata causata da motivi economici e che Cartoon Network non avrebbe più portato avanti il cartone animato, segnando così la fine di un’era e di un capolavoro della televisione


Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

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