L’esorcista: l’horror che ha traumatizzato il mondo

Quando pensiamo al genere horror, pensiamo a un’opera che suscita in noi un sentimento di paura, angoscia e soffocamento psicologico. E se lo dovessimo associare al mondo del cinema, quale sarebbe il primo film a venirci in mente? Naturalmente, tra i tanti realizzati, ce n’è uno in particolare che è il vero sinonimo della parola paura, considerato come l’apoteosi del terrore, da cui deriva la progenie legata all’eterna battaglia tra il Bene e il Male, che ha inculcato, da ormai mezzo secolo, la sua potente e contorta influenza religiosa nel tessuto sociale e culturale. Si tratta de L’esorcista, il capolavoro degli anni ‘70 che ha aperto le porte del Diavolo al mondo intero e ha segnato per sempre la storia del cinema fino a diventare il baluardo del cinema horror.

Nato dalla penna di William Peter Blatty e portato in scena dalla regia di William Friedkin, tra attacchi di panico e svariate leggende metropolitane attorno al suo mito, Lesorcista è stata una vera e propria rivoluzione culturale che ha dato inizio ad una nuova era cinematografica e ha sconvolto le aspettative del mondo intero. Per la prima volta nella storia, il genere horror ha acquisito un prestigio artistico ed è stato considerato come un genere capace di esportare e capovolgere l’apparato emotivo degli spettatori.

Uscito nel 1973, L’esorcista ha ottenuto un successo senza precedenti e da quel momento il cinema ha intrapreso una nuova strada e le future generazioni di registi avrebbero avuto un modello a cui ispirarsi per i propri lavori. Il pubblico aveva conosciuto la paura per il demonio, il Male era stato portato al cinema e il pubblico era destinato a subire la sua tenebrosa e contorta influenza.

Sono tante le controversie legate al film e ancor di più le sue leggende metropolitane e i suoi orribili dettagli nascosti (piccolo spoiler: nel cast c’è un serial killer). Scopriamo insieme le varie curiosità afferenti alla Madre di tutti i film horror e partiamo proprio con la trama.

Trama de L’esorcista

Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

La storia è incentrata su Regan, una bambina di 12 anni che, giocando con una tavola ouija, evoca involontariamente un demone che si impossessa di lei. Un giovane prete, alle prese con sensi di colpa e crisi di fede, dovrà affrontare il demonio, con l’aiuto del suo anziano mentore, praticando un esorcismo per riuscire a salvare la vita di Regan.

Le inquietanti origini de L’esorcista

Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

Lo scrittore William Peter Blatty per creare la sua opera che poi lo avrebbe portato al successo mondiale si ispirò ad un vero caso di possessione demoniaca: è il 1949, siamo nel Maryland e un ragazzo di 14 anni (la cui identità non fu mai svelata e fu usato lo pseudonimo di Roland Doe), figlio di una famiglia tedesca, cerca di mettersi in contatto con sua zia, deceduta da poco, attraverso una tavola ouija. Da quel momento, è iniziato l’incubo

Iniziò lentamente il cambio di personalità del ragazzo e i primi assurdi avvenimenti in casa che terrorizzarono i suoi genitori. Abituati ad avere un figlio timido e tranquillo, improvvisamente si ritrovarono un ragazzo violento ed aggressivo in una casa in cui il demonio sembrava essersi infiltrato: il letto tremava da solo, gli oggetti scomparivano, si udivano rumori di graffi provenire dai muri. La famiglia era nel panico più totale e decise di rivolgersi a Padre Edward Albert Hughes, prete cattolico, che si convinse della possessione del ragazzo da parte di un’entità demoniaca e decise di praticare un esorcismo per salvare il ragazzo. 

Non fu un’impresa facile: il primo esorcismo avvenne all’interno di un ospedale gesuita e ne conseguì una violenta reazione del giovane che aggredì Padre Hughes, ferendolo. Così tutta la famiglia si trasferì in una dimora nel Missouri e in seguito Roland subì ben più di trenta esorcismi da parte di svariati sacerdoti gesuiti. Un giorno, improvvisamente, durante un ulteriore tentativo, il ragazzo gridò: Satana! Io sono San Michele. Ti ordino di lasciare questo corpo ora!  e in quel momento il ragazzo guarì. Il Diavolo era sparito dalla sua vita. 

Lo scandalo suscitò un gran interesse nei riguardi di Blatty, che cominciò ad interessarsi e a spendere anni ed anni di lavoro e studio sugli
aspetti scientifici del paranormale. A quei tempi l’esorcismo e le possessioni sataniche erano argomenti estremamente rinnegati da parte della società e, di conseguenza, non c’erano a disposizione molte informazioni. Quindi, in un certo senso, possiamo dire che Blatty abbia contribuito alla divulgazione di un fattore religioso che, fino ad allora, era rimasto all’oscuro agli occhi delle persone. Per la prima volta, il mondo intero aveva conosciuto il volto del diavolo e ne avrebbe dovuto presto fare i conti.

Il libro fu pubblicato nel 1971 ed ottenne un successo straordinario, che scandalizzò l’opinione pubblica e spostò l’attenzione verso un argomento considerato prima sciocco. Il resto è storia.

Le reazioni del pubblico

Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

Nessun film nella storia ha ottenuto reazioni da parte del pubblico così profonde ed intense come quelle che ha suscitato L’esorcista quando uscì.  

Per la prima il pubblico si ritrovò avvolto nella morsa del demonio e i sentimenti di terrore e sgomento che la pellicola ha provocato servirono da strumento propagandistico per attirare l’attenzione e la curiosità di tutto il mondo. Una volta riempite le sale non restava che aspettare che l’opera prendesse forma e quando ciò accadde gli spettatori si erano letteralmente pentiti di aver comprato il biglietto.

Si verificarono vari svenimenti, molte persone ebbero attacchi di panico e per questo furono portate in ospedale, trasportate dalle ambulanze che già si trovavano fuori ai cinema. In più, all’entrata in sala, veniva dato un sacchetto per vomitare a causa delle scene disturbanti che causavano nausea e vomito (basti pensare alla scena del vomito, a quella del crocifisso insanguinato o a quella delle siringhe conficcate nelle vene di Regan). Il film creò una nevrosi collettiva così forte da segnare per sempre una svolta nell’industria cinematografica e Hollywood restò traumatizzata dalla visione di un’innovativa macchina dell’orrore

Gli spaventosi retroscena

Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

Sicuramente la storia, gli attori e il Male portato per la prima volta sul grande schermo, ma ci sono anche altri fattori che hanno largamente contribuito a creare il mito maledetto de L’esorcista, ad esempio i suoi inquietanti retroscena. Vediamone qualcuno:

L’incendio: Durante la lavorazione del film, scoppiò un corto circuito che provocò un incendio distruggendo gran parte del set. Ciò terrorizzo enormemente la produzione tanto da spingere il regista a chiedere ad un prete di benedire il luogo.

Le morti: Molte persone morirono durante le riprese del film: il fratello di Max con Syodw, la nonna di Linda Blair, il figlio neonato di un tecnico, l’addetto alla refrigerazione e l’attore Jack MacGowran. 

La croce di Roma: L’esorcista ha fatto il suo debutto in Italia in maniera del tutto singolare e veritiera: durante la prima cinematografica a Roma, un fulmine colpì una croce di ferro situata sul tetto di una chiesa. La croce cadde a pochi metri di distanza dal cinema in cui ero proiettato l’horror. Immaginate la reazione del pubblico.

La voce di Satana: A prestare la voce a Regan nella sua fase di possessione fu Mercedes MCambridge, attrice radiofonica famosa per la sua incredibile capacità di modulare la voce, ma il suo talento è stato affiancato da uno straziante lavoro fisico: per ottenere una voce così graffiante l’attrice fumava ripetutamente sigarette, beveva whisky e mangiava uova crude. Il risultato fu una delle voci più paurose e iconiche dell’universo horror. 

L’inganno delle fiabe: L’elemento fiabesco si riserva una micro-valenza illustrativa, con i suoi riferimenti a favole oscure: in una scena possiamo notare due disegni appesi ad una parete, uno raffigura Hansel e Gretel che scappano dalla strega, vestita con colori simili a quelli degli abiti di Regan, l’altro è quello del Lupo di Cappuccetto Rosso travestito da nonna. Questi elementi nascosti sono il simbolo dell’inganno e ci suggeriscono che la possessione della ragazza è appena iniziata, anche se noi ancora non lo sappiamo.

La moda degli esorcismi

Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

L’uscita del film influenzò notevolmente il cinema dell’orrore. L’elemento esorcistico fu visto per la prima volta come l’emblema della paura, il confine tra la vita e la morte e un valido mezzo per ricavare emozioni complesse da spettatori turbati. Di conseguenza non tardarono ad arrivare innumerevoli film che cercarono di emulare la narrativa de L’esorcista.

Oltre ai due sequel realizzati L’esorcista II – L’eretico (1977) e L’esorcista III (1990) e ai suoi spin-off e prequel L’esorcista – La genesi (2004) e Dominion: Prequel to The Exorcist (2005), nel corso di questi anni il cinema fu (ed è tutt’oggi) invaso dall’uscita di film horror incentrati su possessioni ed esorcismi, dando inizio ad una sorta di moda degli esorcismi.

Alcuni di questi film si sono rivelati dei flop altri invece sono saliti alla ribalta, guadagnandosi il consenso di critica e pubblico, primo tra tutti L’esorcismo di Emily Rose (2005) e il franchise creato da James Wan The Conjuring. Altri ancora come Ouija (2014), The Witch (2015) e L’esorcista del papa (2023) hanno ottenuto un notevole traguardo mediatico ed economico, ma nessuno di questi ha mai raggiunto il medesimo livello di autenticità e spessore di cui gode L’esorcista.

Un killer nascosto

Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

A mio avviso, forse questo è il retroscena più inquietante di tutti e per proprio per questo merita un sottotitolo a parte: la presenza di un vero serial killer all’interno del film.

In una delle scene più disturbanti dell’intero film, mentre Regan viene sottoposta ad un esame medico, appare in un cameo un tecnico radiologo. Quella parte è stata interpretata da Paul Bateson, che nel 1979 fu accusato dell’omicidio di un giornalista e condannato a 20 anni di carcere e in seguito sospettato di una serie di delitti insoluti avvenuti nell’ambiente delle comunità gay. La sua vicenda ha ispirato il regista de L’esorcista Friedkin a realizzare il film Cruising (1980), con Al Pacino protagonista.

Sebbene lo stesso Friedkin abbia affermato che Bateson (che tra l’altro era anche gay) avrebbe confessato gli omicidi delle comunità gay, non esistono prove per la sua colpevolezza, ma nonostante ciò gli è stato attribuito il soprannome di serial killer dei gay. 

Beh, che dire!
L’esorcista non si è fatto mancare niente. Non ha traumatizzato soltanto mostrando, ma anche e soprattutto nascondendo dettagli che solo in un secondo momento abbiamo spaventosamente realizzato.

 

Fonte immagine in evidenza: The Movie Database

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