Io ci sono è un film drammatico diretto da Luciano Manuzzi, basato sulla storia vera di Lucia Annibali (interpretata da Cristiana Capotondi), sfigurata con l’acido dall’ex fidanzato per aver deciso di lasciarlo.
Il film, tratto dal libro Io ci sono. La mia storia di non amore di Lucia Annibali con Giusi Fasano, viene raccontato attraverso diversi flashback per mettere a confronto la vita della vittima prima e dopo il tragico accaduto.
Scopriamo insieme la drammatica storia di Lucia Annibali
La vicenda
Lucia è una avvocata, corteggiata dal collega Luca Varani, interpretato da Alessandro Averone, in maniera egocentrica e abbastanza possessiva sin da subito. Tra i vari tira e molla tra i due, le litigate in cui si rileva violento, ricorrendo alle mani e riempiendola di schiaffi, la donna, esasperata, si sente rinchiusa da questo uomo che non la lascia libera per la propria morbosa gelosia, i pedinamenti e le minacce subite ogni qualvolta lei dice di lasciarlo. Alla sola frase «Ti lascio», l’uomo diventa sempre più violento non accettando il distacco della donna da un rapporto diventato tossico. Lei scopre che l’uomo è ancora legato sentimentalmente alla ex, Sara, ed è lì che, definitivamente, non ha più intenzione di vederlo, richiedendo l’aiuto di un investigatore allo scopo di raccogliere prove sufficienti per una denuncia di stalking. Lui paga quindi due uomini albanesi per minacciarla e farle del male, anche se Lucia Annibali sostiene che il suo intento fosse soltanto danneggiarle l’auto.
L’uomo, nonostante i ripetuti avvertimenti di starle lontano, inscena un piano nel pianerottolo di casa della donna, ingannandola. Rientrando in casa, la donna trova la casa a soqquadro e all’improvviso dall’oscurità un uomo incappucciato le getta addosso un liquido di acido che la colpisce in pieno viso, i cui schizzi le toccano anche la mano destra. Le urla della donna richiamano i vicini di casa che subito chiamano i dovuti soccorsi. Inizia così il calvario di dolore e le innumerevoli operazioni facciali per la donna.
Durante il processo Lucia Annibali rivede l’uomo che le ha distrutto la vita e la scena finale del film è d’impatto: la donna sposta i capelli dal viso per far vedere all’uomo che pensava di amare quello che le ha procurato il suo amore tossico. Luca e i due uomini albanesi vengono condannati a diversi anni di carcere e all’espulsione dei due stranieri e anche una pena pecuniaria quale risarcimento danni e spese processuali.
La rinascita di Lucia
Secondo l’idea dell’aggressore, il gesto dell’acido avrebbe dovuto annientarla o cancellarla dal mondo. Per Lucia Annibali, diventa l’occasione di una rinascita. Ogni sua cicatrice le serve per andare avanti anche durante le molteplici complicanze dovute alle operazioni, e diventano anche il suo punto di forza. Per nessuna donna sarebbe facile accettare un viso cambiato letteralmente, un viso visto cambiare a causa di una ingiusta brutalità. Ma lo accetta, si vede bella, più coraggiosa e determinata, a testa alta piena di dignità e un grande coraggio nell’ammettere che non sarà una brutta storia a farle rinunciare all’amore ma sicuramente sarà l’inizio per non far più entrare nella sua vita qualsiasi storia di non amore.
Fonte immagine: RaiPlay