Mademoiselle di Park Chan-Wook: la nostra recensione
Park Chan-Wook, che ci aveva già regalato un capolavoro nel 2003 con Oldboy, torna a sorprenderci con Mademoiselle, pellicola del 2016 ispirata a un romanzo inglese, Ladra di Sarah Waters, e ambientata in un periodo storico molto difficile e travagliato per la penisola coreana, non ancora divisa, e cioè il periodo dell’occupazione giapponese, nello specifico durante gli anni Trenta del Novecento.
Prima di visionare Mademoiselle di Park Chan-Wook, si deve tenere conto del fatto che esso è molto distante dal genere romantico, e che invece si tratta di un thriller psicologico molto complicato.
La trama di Mademoiselle di Park Chan-Wook
Seok-hee, una delle due protagoniste, viene convinta da un truffatore ad ingannare e derubare una ricca ereditiera giapponese, Lady Hideko, che vive in un’enorme tenuta con lo zio Kozuki, uomo rigido e sadico, e di cui in un certo senso la stessa Hideko è prigioniera. Il piano è quello di far diventare Seok-hee sua ancella, cosicché possa guadagnarsi la fiducia della giovane Lady e, soprattutto, convincerla a sposare il truffatore con cui aveva fatto coppia all’inizio dei fatti — che si finge un certo conte Fujiwara —, per poterla derubare di tutti i suoi averi. Il problema sorge quando le due ragazze si innamorano l’una dell’altra, stravolgendo completamente la trama di Mademoiselle di Park Chan-Wook.
Struttura del film
La storia raccontata in Mademoiselle di Park Chan-Wook è divisa in tre parti, come nel libro della Waters, ognuna delle quali mostra un punto di vista differente, prima di confluire nel capitolo finale che è quello più scioccante e iconico. La tripartizione della pellicola viene resa ancor più efficace tramite dei flashback, ognuno dei quali viene poi chiarito nel capitolo successivo, in modo da creare un climax ascendente man mano che si va avanti e senza mai far intuire allo spettatore cosa succederà nella scena successiva.
Elementi significativi
La casa dove avvengono tutte queste vicende può benissimo essere considerata un vero e proprio personaggio del film Mademoiselle di Park Chan-Wook. Nella prima parte essa viene descritta in un modo totalmente diverso rispetto al ruolo che avrà nella seconda e nella terza parte. Se prima questa casa era luogo di conforto per Hideko, a mano a mano diventerà luogo di perversione e tortura. La casa è anche il luogo che ha portato all’esasperazione la zia della piccola Hideko, che alla fine deciderà di suicidarsi, dopo una vita costretta a soddisfare le richieste di Kozuki, a cui piace particolarmente feticizzare la cultura giapponese. Anche questo fatto segnerà profondamente la psiche della Lady, che era molto legata alla zia, non avendo una vera e proprio figura materna. Per questi motivi, la casa finisce per diventare una gabbia dorata in cui sono state rinchiuse le due donne, anche loro vittime del triste periodo dell’occupazione giapponese in Corea.
Fondamentale in Mademoiselle di Park Chan-Wook è anche la tematica delle disuguaglianze, a partire dalle classi sociali coinvolte, e cioè l’aristocrazia giapponese arrivata in Corea per occupare un paese ormai quasi del tutto povero, e il popolo coreano sfruttato e sottopagato. Anche l’argomento della violenza di genere viene affrontato in Mademoiselle e, allo stesso tempo, si verifica anche il riscatto di esso tramite la riuscita del brillante piano delle due giovani innamorate, che si faranno beffa della dominazione e oppressione maschile che avevano subito sino a quel momento.
Questi due argomenti si uniscono perfettamente nella controversa figura dello zio Kozuki, che da un lato vuole sfruttare Hideko in quanto uomo immerso completamente nel patriarcato, e dall’altro vuole esercitare il proprio dominio sulla signorina giapponese in segno di riscatto verso il proprio paese d’origine, la Corea, partecipando attivamente all’occupazione, piuttosto che esserne una vittima.
In conclusione, Mademoiselle di Park Chan-Wook deve in parte la sua riuscita all’eccezionale lavoro di recitazione svolto dalle due protagoniste, Kim Tae-ri che debutta sul grande schermo con il personaggio di Seok-hee, e Kim Min-hee, nei panni della giapponese Hideko. Sebbene ci sia ancora molto da dire al riguardo, soprattutto sul difficile periodo storico in cui è ambientata la pellicola, sarebbe meglio fermarsi qui per non rovinare l’intera atmosfera e conclusione del film, per chi decidesse di visionarlo, cosa che decisamente raccomandiamo!
Fonte immagine di copertina: Wikipedia