Mickey 17, la recensione della commedia nera fantascientifica di Bong Joon-ho con Robert Pattinson, Mark Ruffalo e Toni Collette
Mickey 17 è una commedia nera fantascientifica diretta e scritta da Bong Joon-ho, prodotta dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt e distribuita dalla Warner Bros Pictures. La pellicola, tratta dal romanzo Mickey7 di Edward Ashton, vanta nel proprio cast nomi come Robert Pattinson, Naomi Ackie, Mark Ruffalo, Toni Collette, Steven Yeun, Cameron Britton, Patsy Ferran e Anamaria Vartolomei ed è stata distribuita nelle sale cinematografiche italiane dal 6 marzo.
Mickey 17, la trama della bizzarra commedia nera fantascientifica
Il protagonista del film Mickey 17 si chiama Mickey Barnes, un giovane povero ed emarginato, il quale, pur di sfuggire da un criminale, al quale deve del denaro assieme all’amico, decide di abbandonare il pianeta Terra e di unirsi alla missione del politico fallito Kenneth Marshall e alla moglie Ylfa, ossia quella di colonizzare il pianeta Niflheim.
Al momento del reclutamento il giovane, pur di lasciare il pianeta azzurro, sceglie di candidarsi come “sacrificabile”, ovvero essere sottoposto ai peggiori esperimenti e svolgere missioni pericolose pur di salvaguardare il benessere della collettività; per poi morire, essere clonato con una macchina simile ad una stampante 3D e ricominciare la sua attività. Un giorno il diciassettesimo clone di Mickey, anziché morire, sopravvive e, una volta tornato all’astronave, scopre di essere stato clonato di nuovo. Proprio da questo spiacevole inconveniente, la vicenda dei due Mickey prenderà una piega diversa…
Il ritorno di Bong Joon-ho al cinema di fantascienza dopo Okja del 2017
Il film rappresenta il ritorno di Joon-ho alla fantascienza dopo The Host (2006), Snowpiercer (2013) e Okja (2017). Anche questa volta il regista sudcoreano sfrutta le potenzialità narrative di questo genere per offrire una riflessione circa la società odierna. In Mickey 17 troviamo tantissimi spunti di riflessione molto attuali: per esempio, il problema dell’inquinamento, il rispetto della natura, i problemi etici della clonazione, i limiti della ricerca tecno-scientifica e lo scontro con l’altro; in questo caso delle creature aliene indigene di Niflheim dall’aspetto simile a quelle di un tardigrado.
Mickey Barnes: il protagonista sacrificabile interpretato da Robert Pattinson
Nonostante molti di questi temi siano stati già affrontati nel cinema contemporaneo (per esempio, l’invasione aliena capovolta è stata rappresentata in Avatar di James Cameron), la pellicola con l’ex interprete di Cedric Diggory e di Edward Cullen cerca di distinguersi presentando una “vena satirica”. Mickey è il sarcastico narratore della sua sfortunata vicenda, ci racconta la sua condizione con “un’eccessiva ironia e leggerezza”. Lo spettatore assiste alla morte dei numerosi cloni di Mickey Barnes, morti causate (per esempio) dall’esposizione alle radiazioni solari, da ferite durante l’ausilio di attrezzature spaziali, oppure da esperimenti per testare nuovi vaccini o antidoti.
Kenenth Marshall, l’istrionico politico di Mickey 17 che sembra uscito da un romanzo di David Foster Wallace
Oltre a Robert Pattinson, c’è un altro attore che emerge con il suo personaggio all’interno della vicenda: Mark Ruffalo. L’attore italoamericano interpreta Kenneth Marshall, un politico fallito che vanta una schiera di seguaci pronti all’azione, i quali non esitano due volte ad arruolarsi per la sua missione colonizzatrice. Ruffalo presenta un personaggio istrionico e grottesco, che sembra uscito da un romanzo di David Foster Wallace, come il presidente Johnny Gentle di Infinite Jest.
È ossessionato dalla propria posizione sociale e ricorre, assieme alla consorte, a diversi futili status symbol per ricordare a tutti di essere una persona civile. Nonostante il personaggio di Marshall possa sembrare buffo e macchiettistico, in realtà, si cela un uomo sadico, meschino e megalomane. Costui non mostra empatia verso chi soffre, cerca di sfruttare ogni persona o ogni situazione per il proprio tornaconto; eppure, tramite l’arte oratoria, riesce ad aizzare le folle ed ottenere il loro appoggio.
L’Oriente prova a incontrare l’Occidente in questa pellicola insolita nel panorama cinematografico attuale
In realtà, durante la visione del film, è possibile avvertire uno scontro fra le due anime del film, ovvero quella asiatica e quella hollywoodiana. In un primo momento, avvalendosi della voce narrante del personaggio principale, il ritmo è veloce e la narrazione non è lineare, poi (una volta giunti a metà della storia) sembra che Mickey 17 voglia cambiare binario per seguire il cinema blockbuster di Hollywood con un racconto lineare e una battaglia (da fermare) finale tipica dei blockbuster.
Un’esperienza cinematografica unica ma non del tutto originale o memorabile
Mickey 17 è una pellicola molto interessante, poiché si tratta di una pellicola di fantascienza “originale” e non appartenente ad un qualche franchise cinematografico, un film in cui il piacere di vedere delle immagini in CGI proiettate sul grande schermo si combina alla necessità di voler riflettere sulle questioni dell’attuali.
Bong Joon-ho offre al pubblico qualcosa di diverso da Parasite, da Snowpiercer o da The Host. Benché il film offra numerosi messaggi e spunti di riflessione, essi appaiono “meno feroci rispetto a quelli dei precedenti film”. In Mickey 17 sembra che la satira nei confronti della società amante della tecnologia lasci il posto all’immaginazione del regista e al desiderio dello spettatore di godersi un’avventura spaziale sul maxischermo del cinema.
Fonte immagine: Warner Bros Italia