Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster | Recensione

Midsommar - Il villaggio dei dannati di Ari Aster | Recensione

Per molto tempo, l’uomo ha associato la notte con leggende, riti e timori collettivi. L’oscurità genera un ambiente favorevole affinché i nostri incubi prendano vita e inondino le nostre menti. Ma il terrore non si manifesta solo attraverso l’assenza di luce o la presenza di esseri soprannaturali. Questo è il caso di Midsommar – Il villaggio dei dannati, film del regista Ari Aster, che mostra come l’orrore può presentarsi in pieno giorno e attraverso un brutto viaggio, in cui può regnare il terrore più primitivo che si nasconde nel nostro subconscio. Appartenente al folk horror, Midsommar – il villaggio dei dannati, è un film del 2019 che svela la parte oscura della tradizione pagana

Midsommar – Il villagio dei dannati: la trama

A causa della perdita dei suoi genitori e di sua sorella, Dani sprofonda in una grave depressione, che finisce per influenzare il suo fidanzamento con Christian, che non vuole ferire ancora di più con una separazione. Per migliorare la loro situazione, Christian decide di invitarla ad un viaggio che faranno con i suoi amici ad Hårga, un remoto villaggio in Svezia in cui ha luogo un festival al quale sono stati invitati dal loro amico Pelle (membro della comunità). A primo impatto, il villaggio di Hårga sembra un luogo tranquillo e magico, inondato dall’intensità del sole e dalla varietà di fiori che adornano quel piccolo posto. Durante il viaggio, però, vediamo come la relazione tra Christian e Dani soffre sempre più di allontanamento, mentre notiamo che gli abitanti di quella regione, in realtà, sono soliti celebrare rituali pagani, che finiscono per coinvolgere il gruppo di amici. Le vacanze pianificate si rivelano, quindi, parte di una strana tradizione pagana che richiede sacrifici umani. Percependo la vita in modo ciclico e vedendo la morte come qualcosa di necessario, i protagonisti sono testimoni delle reali intenzioni dei membri della comunità nella celebrazione del Midsommar (una celebrazione che ha la sua base storica nella vera e propria celebrazione del Festival d’Estate in Svezia). Una serie di eventi porta, quindi, Dani, ad allontanarsi sempre di più dal suo fidanzato e da tutti i suoi amici, con il desiderio di entrare a far parte della comunità di Hårga. Ed è così che decide di cancellare, in modo figurato e concreto, tutto ciò che riguarda la sua vita passata.

Recensione del film

In Midsommar – Il villagio dei dannati, l’incertezza, il sogno e gli istinti più primitivi sono i componenti che si sviluppano maggiormente. Il regista Ari Aster riesce a trasmettere un’atmosfera soffocante e psichedelica, dove i contrasti dei protagonisti con la comunità generano un senso di mistero e terrore che caratterizza l’intero film. Senza dubbio, si nota il gusto per il riferimento a culti che hanno un fondo oscuro, creando un’atmosfera di disagio e ansia. Midsommar riunisce tutti gli aspetti positivi che un film horror può avere oggi: una storia coerente ed efficace, riferimenti a culture pagane, un retroscena nei suoi personaggi e la creazione di un’atmosfera unica. Il film, inoltre, è caratterizzato da un netto contrasto tra colori vivaci ed accesi, da un’ambientazione onirica e da un senso di perdizione che si protrae per tutta la durata della pellicola, lasciando una sensazione che intercorre tra l’inquietudine e un’irreale paura.

Fonte dell’immagine in evidenza: Di Jtorquy – film su Netflix, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=9496317

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