La nascita del cinema viene comunemente collocata il 28 dicembre 1985, data della prima proiezione pubblica del Cinématographe Lumière.
In realtà, il precinema disponeva già di alcuni dispositivi precedenti a quello che poi sarà il cinematografo:
- “La lanterna magica” importata dall’Oriente in Europa nel ‘600, dove attraverso dei vetrini su cui venivano dipinte le scene il lanternista proiettava su una grande parete bianca delle micro-narrazioni;
- “Il mondo nuovo” nel ‘700, una scatola alle cui spalle vi era una tenda chiamata panorama allestita con delle raffigurazioni ed entrandoci si poteva godere di una visione panoramica del luogo;
- Il “kinetoscopio” nel 1981 brevettato da Thomas Edison che permetteva una visione monoculare: ci si avvicinava ad una sorta di grande cassa inserendo una moneta e girando una manovella si aveva la proiezione del film;
A differenza del kinetoscopio, il cinematografo dei fratelli Lumière permetteva una visione collettiva, consentendo così lo spettacolo cinematografico. Tra le vedute Lumière più famose ricordiamo “L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat”.
Il 1985 pur non rappresentando l’inizio vero e proprio della storia della nascita del cinema, costituisce una svolta nel cosiddetto cinema delle attrazioni mostrative o cinema primitivo; in questo momento il cinema non è narrazione, ma mostrazione di qualcosa.
A lavorare a questo cinema della mostrazione, oltre ai fratelli Lumière, troviamo Georges Méliès come promotore di un cinema più spettacolare. Se le vedute Lumière sono caratterizzate da un cinema della realtà, Méliès si orienta anche verso film di finzione concentrandosi sulla produzione di film a trucchi. Con Méliès si ha l’intuizione del montaggio e che grazie ad esso può sviscerare quell’inquadratura singola a cui avevano dato origine i fratelli Lumière, permettendo così di allungare la durata del film. Montaggio a cui fa ricorso per il film “Un homme de têtes” (1898) per moltiplicare le sue teste e poggiarle sul tavolo; a differenza di un altro dei suoi film più celebri “Le voyage dans la lune” (1902) dove abbiamo un’inquadratura singola senza alcun tipo di montaggio. Per il film Méliès non fa costruire un set ma prende un fondale di cartone e – grazie anche alle tecniche del trompe-l’œil della pittura illusionista e dell’uso della prospettiva – fa dipingere la scena.
La svolta narrativa del cinema: la figura di David W. Griffith
A seguito di nuove esigenze emerse dopo il 1908, il Modo di Rappresentazione Primitivo (MRP) vede predominare il Modo di Rappresentazione Istituzionale (MRI) dove il racconto diventa l’elemento portante. Un ruolo decisivo è svolto da David W. Griffith, regista della Biograph, che promuove diverse sperimentazioni linguistiche ponendosi l’obiettivo di rendere accessibile le strutture narrative più complesse tramite un montaggio alternato fatto da una successione di inquadrature volte, non solo ad esprimere una continuità tra le due azioni, ma anche a creare una relazione di simultaneità.
Cinema come responsabilità morale: dal successo di “The birth of a nation” al fallimento di “Intollerance”
Altro obiettivo che si pone Griffith è quello di investire il cinema di una responsabilità morale, usando anche la didascalia o l’uso del primo piano come valenza simbolica. In “The birth of a nation” (1915), un lungometraggio dove Griffith pone al centro la guerra civile americana e sostiene una tesi prettamente razzista contro l’abolizione della schiavitù: la tragedia è incentrata sull’assassinio di Lincoln e non sulla guerra in sé che vi era tra nordisti e sudisti. Descrive il Ku Klux Klan come un gruppo di liberatori della patria e una serie di personaggi neri macchiati dai peggiori crimini accentuando l’accezione negativa. Verso la conclusione, Griffith, mette in scena un last minute rescue – cioè un salvataggio all’ultimo minuto –, quello dove i cavalieri del Ku Klux Klan riescono ad arrivare prima che accada il peggio. La ricomposizione dell’ordine viene rappresentata dall’espulsione dei neri dal racconto, giustificato da un fine ideologico secondo cui il male non possa contaminare lo spazio unitario e puro del bene.
Nell’anno successivo realizza “Intolerance”, un film che racconta parallelamente quattro episodi diversi – pur essendo lontani sia per epoca che per contesto geografico –: la passione di Cristo, la caduta di Babilonia (Antica Persia), il massacro degli Ugonotti in Francia nel ‘500 e una storia ambientata nella New York contemporanea. Con questo film, Griffith, vuole portare sotto gli occhi del pubblico che l’intolleranza è qualcosa che ha sempre interessato la storia dell’umanità. “Intolerance” costituisce un grande fallimento commerciale, facendo precipitare la parabola artistica del regista conclusa nello stesso anno.
Fonte immagine dell’articolo “Nascita del cinema: quando avviene?”: Pixabay