Noos sospeso, ed è vittoria per il trash
Noos, il programma di Alberto Angela, è stato sospeso da Rai 1 e questo non ci deve sorprendere perchè il trash da molti anni fa 3 volte gli ascolti della divulgazione scientifica e la domanda che sorge spontanea è la seguente: “tutto questo porta al fallimento della società?”. Non per tutti però questa decisione di aver sospeso Noos è discutibile, infatti gli spettatori si dividono in due categorie. Si sa il trash è amato e odiato. C’è chi è a favore del trash nelle sue declinazioni, come show o programmi televisivi, e quelli che odiano il trash e scelgono di seguire programmi informativi come i talk politici e i documentari. I sostenitori del trash potrebbero essere semplicemente alla ricerca dell’intrattenimento che spesso ci salva da giornate pesanti e ci permette di condividere battute, meme e citazioni con amici e colleghi. Guilty pleasure C’è un’espressione che utilizzano gli americani per spiegare tutto questo: guilty pleasure (un piacere con un leggero senso di colpa). Il piacere di fare qualcosa di sbagliato come fumare, bere troppo caffè, guardare Filippo Bisciglia che dice «ho un altro video per te» o i finti amori di Pamela Prati. Ma cos’è il trash? Il trash è inteso come immondizia, volgarità, bassa lega, culturalmente deprecabile. Questa è la definizione di uno degli aggettivi più legati alla televisione di oggi, ossia quella dei reality, dei varietà e dei programmi del mezzogiorno. Un aggettivo che utilizziamo talmente a sproposito che il più delle volte si trasforma in un intercalare o in un automatismo sgradevole che si può individuare in alcune domande come: «aspetti la prossima edizione di Temptation Island? Non pensavo che fossi così trash».  Per tutti gli altri il trash continua ad essere spazzatura e i detrattori amano sostenere che il trash vada eliminato perchè ha un impatto negativo sulla cultura, in quanto altera la formazione delle corrette opinioni e la modulazione dei comportamenti umani. Un esempio è quello di glorificare e normalizzare i rapporti tossici. Per altri invece, questo atteggiamento è paternalista perchè il modo in cui interpretiamo i prodotti culturali non è mai univoco. È un dato di fatto che la “tv spazzatura” esista e faccia parte di noi e forse è giusto che sia così. D’altronde non  è mai morto nessuno nell’assistere a una litigata in diretta, cosìcome non è mai morto nessuno nel tifare per l’una e per l’altra parte. Il problema è quando si esagera, si degenera, e un semplice episodio sgradevole diventa qualcosa di più grande, come quando una conduttrice giustifica il suo programma spiegando che il trash piace al pubblico.   Dunque, il trash in tv ha un effetto negativo o positivo sul nostro livello culturale? Fonte immagine in evidenza: Wikipedia